Milano potrà dare ancora grandi soddisfazioni di grandi progetti architettonici. “Per quanto tempo? Alle spalle ha 15 anni di buon lavoro e credo ne abbia davanti 20 di altrettanto buon lavoro”, sostiene Leonardo Cavalli, Managing Partner One Works nel corso della tavola rotonda dal titolo Il progetto, punto di partenza per lo sviluppo del contract residenziale, alberghiero e retail che ha coinvolto anche Marco Piva, Founder & Partner dell’omonimo studio. Secondo Piva le possibilità arriveranno sia “dal real estate, sia dal contract e hospitality”. “Oggi – aggiunge Piva – Milano è un caso mondiale di città piccola, vivibile e ricca di opportunità”.
Di fronte alla rinascita del capoluogo lombardo in termini architettonici e di attrattività ci sono le premesse per potenziare la filiera italiana dell’architettura, ovvero la rete di realtà aziendali che abbracciano l’intero progetto architettonico. “Certo, già ora poter vantare una filiera italiana è un piccolo vantaggio iniziale quando si presenta un progetto perché c’è una grande passione per il design italiano – spiega Cavalli – ma poi bisogna chiedersi: stiamo facendo qualcosa per poter mantenere concretamente questo vantaggio italiano senza che diventi solo retorica del made in Italy? Bisogna prestare attenzione perché ormai c’è qualità dovunque. Anche in Cina ci sono ottimi competitor. Ma serve fare per la filiera dell’architettura quel lavoro che il design è riuscito ad ottenere in termini di appeal internazionale”. “Cerchiamo sempre di candidare le aziende italiane nei progetti – aggiunge Piva – certo, è un gioco di squadra molto importante”. Quello che può fare la differenza, secondo Piva, “è il modo di interpretare l’architettura sotto la lente dell’italianità, del lifestyle italiano con un taglio che parte dal design, passa attraverso il lifestyle e guarda al futuro”.
Tra gli ambiti forse più interessanti nell’ottica dei progetti italiani ci sono i luoghi pubblici. “In questo l’Italia può giocare una carta in più per la sua capacità di coniugare spazi urbani e aree shopping. Serve una visione d’insieme che spesso all’estero non c’è”, sottolinea Cavalli.
Guardando al futuro, sarà sempre di più la tecnologia a guidare anche il mondo dei progetti architettonici. “Il digitale ha cambiato in modo determinante il modo di lavorare”, spiega Piva. “Abbiamo definito una strategia per organizzare la struttura di progetto e per avere interazioni che durante la giornata durano 24 ore con procedure e metodi per sviluppare progetti diversi e complessi. La parte e-Design oggi è fondamentale”. A questo si legano a doppio filo le potenzialità della design technology. “Per intenderci, abbiamo da poco acquisito una società indiana specializzata in design technology. Oggi si lavora su modelli condivisi anche con i committenti, non si fanno più disegni. Non possiamo neppure definirlo il futuro, questo è già il presente e lo sarà ancora di più per tutto ciò che già esiste. Il catasto digitale, per esempio, sta diventando già una realtà”.