Le grandi aziende del settore sono pronte a ripartire dopo la pandemia. Ma senza grandi investimenti e ricerca, sono impossibili prodotti di alto livello. Quali sono le prossime sfide secondo Caimi, Fantoni e Floema.
Tecnologia e bellezza. Il futuro dell’acustica è tutto qui, e non solo. Nascosti in complementi d’arredo di alto design, i materiali e i tessuti fonoassorbenti assolveranno al loro compito con il dono dell’invisibilità. Nascosti in lampade, tende, porte, compariranno in spazi, pubblici e privati, dove per molto tempo non avevano trovato dimora. Anche per questo, ciò che oggi unisce il destino delle aziende italiane del settore è lo studio e lo sviluppo di nuove tecniche. Senza un investimento costante in ricerca e tecnologia, è meglio lasciare il campo. Così almeno la pensa il gruppo Caimi, che con il suo headquarter alle porte di Milano, è pioniere del comparto.
“Nel 2022, Caimi continuerà a investire in prodotti, ricerca e tecnologia. Senza di questo – spiega l’amministratore delegato Franco Caimi – non può esistere un prodotto di altissimo livello, che è quello che cerchiamo”. Ciò che caratterizza la strategia dell’azienda, fondata nel 1949, è l’attenzione alla formazione dei dipendenti e il suo complesso di laboratori d’eccellenza. Tra questi, c’è una camera riverberante e una camera semianecoica schermata elettromagneticamente, in cui i rumori non possono né entrare né uscire. Attrezzature all’avanguardia che permettono di calcolare e capire il comportamento delle imprevedibili onde sonore, e di indagare le capacità percettive umane in un ambiente isolato. Un approccio scientifico che comprende la possibilità per università, artisti e fondazioni no profit di appoggiarsi gratuitamente ai laboratori per fare ricerca con un unico vincolo: che abbia ricadute sociali. “Da noi – sottolinea Caimi – i clienti cercano tre cose: la certezza di avere un servizio di calcoli molto avanzato, la garanzia e la serietà dell’azienda, che ormai è riconosciuta, e il design dei prodotti. Cerchiamo di dare alla ricerca una veste accattivante, che possa incontrare i gusti dei clienti e le loro necessità”. L’azienda, che esporta circa il 50% del suo fatturato, oggi punta molto sui tessuti fonoassorbenti. “Abbiamo sviluppato sei linee di tessuti che sono in grado di assorbire il suono: si possono mettere ovunque, in uffici, case, alberghi. Si tratta principalmente di tende, anche a rullo, che possono essere lavorate dal cliente per rispondere alle sue esigenze”. La tecnologia brevettata da Caimi, Snowsound, “consente di assorbire il suono in modo selettivo e intelligente, ed è ormai un benchmark di mercato”, tanto da trovare applicazioni anche nel settore dell’aerospazio. La fine dell’emergenza Covid19 non potrà che far bene al mercato: “Chiaramente il settore dell’acustica ha risentito della pandemia: gli ambienti collettivi, come uffici, scuole, ristoranti, alberghi, sono quelli che in questi due anni hanno sofferto di più, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Nel 2021, però, per il settore contract, qualche miglioramento c’è stato rispetto al 2020. Noi ci auguriamo che anche questa ondata finisca presto e che tutto torni come prima”.
DA INTERESSE A BENESSERE PSICOFISICO LE MAGGIORI PROSPETTIVE
E’ però il crescente interesse per il benessere psicofisico delle persone a dare maggiori prospettive di sviluppo, a patto che l’Italia si metta al passo con altri Paesi sul fronte normativo. “Il nostro auspicio è che diventino obbligatori alcuni parametri per garantire un certo comfort acustico negli spazi chiusi, in particolare per quanto concerne i nuovi progetti per gli uffici o i lavori di ristrutturazione, soprattutto nella pubblica amministrazione”, spiega Alessandro Fantoni, direttore commerciale della Fantoni, un’altra storica realtà industriale della provincia di Udine. Le loro soluzioni per l’ufficio e le Acoustic room, cabine acustiche con pannelli fonoassorbenti, sono prodotti particolarmente apprezzati all’estero. “Chi lavora all’interno di un open space senza riverbero, in assenza di elevata pressione sonora e confusione, è portato a essere più performante. L’Italia è ancora in ritardo nel comprendere questo aspetto, ma negli ultimi due o tre anni, nonostante il Covid, questa attenzione sta aumentando e crescerà ancora”. Secondo Fantoni, che appartiene alla quinta generazione che ha preso in mano le redini dell’azienda, lavorando da casa ci siamo abituati al silenzio. “E una volta che il dipendente dovrà rientrare in ufficio in modo definitivo vorrà trovare un ambiente confortevole e qualitativamente superiore, tale da rendere indispensabile un’ottimizzazione dell’acustica”. Sul fronte dei materiali, il gruppo Fantoni, un esempio di integrazione verticale nel settore, sta concentrando le sue ricerche sugli aspetti cromatici e sulle finiture per mobili da ufficio e rivestimenti, con nuovi prodotti che saranno lanciati presto. “Stiamo lavorando sugli aspetti visivi e tattili dei nuovi prodotti”, sottolinea Fantoni. La fibra di legno è il materiale ‘principe’ della compagnia, che da tempo si è impegnata nello sviluppo di prodotti eco-sostenibili, ottenendo certificazioni di sostenibilità. “Il 4akustik ne è un esempio: un sistema fonoassorbente basato su delle lamelle in Mdf, che sono frontalmente fresate e posteriormente forate. In uno spazio a parete o sul soffitto, il suono penetra all’interno della fresatura e si espande nel foro, evitando il riverbero all’esterno”. Nel 2021, il principale mercato di questi prodotti per Fantoni è stato quello italiano. A seguire, Israele, Svizzera, Francia e Stati Uniti. “All’estero c’è una marginalità migliore che in Italia, dove comunque nel 2021 abbiamo realizzato un grande progetto da circa sei milioni di euro con sistemi fonoassorbenti e pareti. Purtroppo, nel mercato nazionale, tra i competitors, vedo troppa guerra sul prezzo senza discutere della qualità e delle certificazioni. Noi cerchiamo di vendere non solo un prodotto ma un progetto concepito e studiato in ogni dettaglio, anche con il cliente”. L’obiettivo è mostrare “qualcosa di unico e differenziarci”. Il mondo delle finiture è quello che, al momento, “può garantire un’alternativa interessante ad architetti e committenti”. In questo ambito, dice ancora, “dobbiamo cercare di innovare continuamente se vogliamo eccellere”.
STRESS E RUMORE ABITATIVO, ORA SI GUARDA ANCHE DENTRO ALLE CASE
Chi invece guarda con sempre maggiore interesse alle abitazioni private è il gruppo Floema, già partner tecnico per l’acustica del Padiglione Italia a Expo Dubai 2020. “La nostra idea è portare il fonoassorbimento dentro le case”, conferma l’amministratore delegato Mirco Pierucci, che da qualche anno ha deciso di unire all’Home Décor, con un investimento in un’azienda di camere, Cinova, una divisione dedicata ai pannelli acustici e insonorizzanti. “Siamo una società giovane e stiamo cercando di ri-focalizzarci con il nostro brand. Il fatto che il Covid ci abbia costretto a vivere di più nelle nostre abitazioni può essere un’opportunità per cominciare a dare più importanza al comfort acustico”. La visione di Floema è quella di un’acustica a 360 gradi, non un prodotto tecnico limitato alle sale conferenze e agli aeroporti. “Stiamo cercando di darle una nuova conformazione, in modo tale che possa trovare applicazione in qualsiasi ambiente”. Da qui, l’utilizzo del loro materiale brevettato, il Phonotamburato, per la realizzazione di porte, soffitti, pareti, elementi divisori, ma anche di lampadari e ante degli armadi. “Secondo le nostre ricerche, è questo che cercherà il consumatore del futuro: oggetti sempre più multifunzionali”. Per aprire ancora di più il mercato, però, servirebbero degli standard acustici che ancora non sono riconosciuti in Italia. “Solo oggi – spiega Pierucci – si sta discutendo di criteri minimi per il benessere acustico negli uffici o nelle nuove costruzioni, ma dovrebbero essere parificati agli accertamenti sulla resistenza al fuoco degli elementi strutturali. Invece, ora, non ci sono regole stringenti sugli elementi di isolamento e assorbimento”. La verità, argomenta, è che esiste “una correlazione documentata tra lo stress e il rumore assorbito passivamente durante la giornata, anche nella stessa abitazione”. E la strada che Floema sta a poco a poco definendo va in questa direzione. “Finora, i progetti principali sono stati a livello contract, ma ora vogliamo uscire con una distribuzione a tappeto in Italia e in Europa delle nostre porte isolanti e dei nostri pannelli. La nostra mission è creare prodotti acustici che siano anche di altissimo design, cercando di arrivare direttamente al consumatore unendo bellezza e tecnica”. Stanze più belle, quindi, e meno rumorose: un lusso che in Italia si stanno concedendo ancora in pochi. “Noi siamo un popolo rumoroso, ci piace parlare e socializzare. Ma, a mio avviso, ci sono attività dove si inizia a capire il valore del silenzio”.
RISTORAZIONE E RETAIL PUNTANO SU ATMOSFERA, ACUSTICA VALORE AGGIUNTO
Ristorazione e retail sono tra queste. “I ristoranti di livello cominciano a puntare molto sull’atmosfera e così i negozi di abbigliamento, dove al cliente in futuro sarà offerta sempre di più un’esperienza. Da questo punto di vista, un investimento in acustica non è fine a se stesso ma crea un valore aggiunto. Ci vorrà molto tempo, ma bisogna partire”. Un tasto dolente, invece, in Italia, è il mondo dell’hotellerie, che, secondo Pierucci, “è ancora molto indietro. Si sta muovendo qualcosa ma sono ancora mosche bianche”. E il riferimento è sia alle strutture storiche che a quelle di fascia alta. “Sono stato di recente in un hotel in Danimarca, dove il culto dell’acustica c’è da tanto tempo, e si sente la differenza. Speriamo che anche gli architetti siano in grado di promuovere questa nuova sensibilità”. Per le ultime creazioni, per tutti, l’appuntamento è al Salone del Mobile 2022.