Una nuova frontiera della presentazione di prodotto ha visto il brand JCP di Livio Ballabio in collaborazione con lo studio di designer CTRLZAK, protagonista mercoledì sera di una rappresentazione teatrale, presso il Teatro dell’Arte, all’interno del palazzo della Triennale di Milano, con un ingresso a sorpresa del nuovo divano Orauro disegnato da Emanuele Magini.
Orauro è la “trasformazione dell’idea di un divano”, secondo le parole dell’azienda. In cui la classica lavorazione capitonnée viene svuotata e rimane solo la traccia delle sue pieghe e del suo ingombro. “Una gabbia intricata e indistruttibile, intreccio d’oro e d’aria che delinea l’essenza dell’oggetto e ne mette in risalto l’anima preziosa”.
Il divano, realizzato in tondino di metallo saldato con finitura in oro bianco lucido tailor made, sarà presentato ufficialmente, insieme ad altre novità del marchio, durante il Fuorisalone 2016 presso il Brera Design District, in Largo Treves 5, dal 12 al 17 Aprile 2016.
“La collezione – ha commentato Cristina Morozzi, design director of education della design school di Istituto Marangoni che ha collaborato al progetto – è un compendio di stilemi, che rivelano velate analogie con opere contemporanee, risolti in versione inedita, quasi che il nuovo cercasse radici nell’esistente per germogliare con fioriture impreviste ma, in qualche misura, familiari. Il processo, più che di costruzione, appare di scarnificazione per mettere a nudo l’essenza degli oggetti: fasce elastiche costituiscono la scocca di una seduta; griglie metalliche dorate disegnano un elegante divano, lontano parente di un Chester, che è solo scheletro; il classico divano in pelle, dalle forme morbide, rivela dal rivestimento slabbrato un’anima fantasia; mentre l’esile sedia con l’alto schienale impettito distende la sua seduta in lungo tappeto per trasformarsi in trono domestico. E ancora un gomitolo arruffato diventa una poltrona nido, mentre un aulico trofeo dorato, issato su un piedistallo, funge da regale attaccapanni. Ogni pezzo possiede una sorta di doppia identità che rende speciale il suo disegno. L’alchimia della collezione consiste nel talento narrativo dei prodotti, in grado, pur nella loro scarna architettura, di evocare storie auliche e fiabesche. Il racconto domestico diventa drammaturgia”.