Inclusivo, giovane e sostenibile. Sono questi i connotati, nell’accezione della presidente Maria Porro, della 60esima edizione del Salone internazionale del Mobile di Milano, inaugurato nella consueta sede della Fiera di Rho. Presenti al taglio del nastro i ministri dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti e delle Pari Opportunità, Elena Bonetti, oltre al il sindaco Giuseppe Sala, al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, all’ad di Fiera Milano Luca Palermo, al presidente di Fondazione Fiera Enrico Pazzali, al presidente di Federlegno Arredo, Claudio Feltrin. Non ha fatto mancare il suo saluto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Il Salone del Mobile e la Design Week sono la vetrina di questa città” ha sottolineato il primo cittadino di Milano, cauto circa il futuro relazionato alla pandemia (“non sappiamo se ci sarà qualche strascico”) e contemporaneamente preoccupato di quelli che potrebbero essere “gli esiti della guerra in Ucraina”. Di fatto, spiega, “viviamo in situazione di emergenza, e gestiamo al meglio quello che abbiamo, dobbiamo essere molto concreti”. Sicuramente, chiosa Sala, “Milano e’ pronta a fare la sua parte”.
Quello del 2022 è anche il ‘Salone delle donne’. Momenti di commozione quando il presidente di Fondazione Fiera Pazzali ricorda Manlio Armellini, “il padre del Salone” e chiama sul palco della cerimonia di inaugurazione la moglie Armida. E qui avviene il ‘passaggio di testimone’ a Maria Porro, con la consegna a quest’ultima della spilla della prima edizione della fiera del 1961.
Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, coglie l’occasione per un importante annuncio: “la ratifica da parte delle Nazioni Unite, prima al mondo fra le filiere del legno-arredo, dell’adesione al Global Compact“. “Un passaggio strategico – sottolinea – che rientra nel percorso avviato dalla Federazione con il Decalogo e che prenderà forma il 27 giugno, a Milano, con la presentazione di progetti mirati e misurabili”.
Diretto nel suo intervento il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Che spiega: “il tempo del cambiamento è il tempo dell’investimento. Non esiste imprenditore senza investimento. Su questo aspetto, come ministero, siamo impegnati. Nei grandi momenti di cambiamento dobbiamo assecondare le aspirazioni e i sogni degli imprenditori per potere far fronte alle nuove sfide, senza che lo Stato sostituisca o pretenda di dettare regole agli imprenditori”. “L’ambizione del ministero – chiosa – è che ci siano tanti imprenditori che investono, perché solo così ci sarà futuro”.