Accelerazione digitale, sostenibilità, innovazione e pragmatismo. Questi sono alcuni dei temi emersi nel corso del Real Estate & Finance Summit del Sole 24 Ore, organizzato in collaborazione con Hines, nel corso del quale sono state analizzate le sfide della Bce in tempi di pandemia e bassa inflazione con l’obiettivo di delineare scenari e rischi per la ripresa economica post-Covid e definire quale sarà l’impatto sul Real Estate dopo la pandemia e alla luce della spinta sulla digitalizzazione.
La pandemia ha colpito anche il settore immobiliare che è riuscito a resistere puntando sul cambiamento assecondando le mutate necessità di utilizzatori e investitori: uffici flessibili, spazi innovativi per lo shopping, case più grandi e arricchite di terrazze e giardini.
Secondo gli esperti intervenuti al webinair, la ripresa del settore dovrebbe avviarsi entro l’inizio del 2022. Intanto, il 2020 si è chiuso nel non residenziale con un calo dei volumi di investimento a quota 8,8 miliardi di euro dai 12,5 miliardi circa del 2019 e il primo trimestre 2021 segue il trend con operazioni a quota 1,4 miliardi da 1,9 miliardi dell’anno precedente. Milano resiste arginando le perdite a un -24% con volumi pari a 510 milioni di euro, Roma scende a 59 milioni.
A mantenere l’appeal del settore immobiliare rispetto ad altre asset class di investimento saranno ancora i bassi tassi di interesse, come ha indicato l’economista Vítor Constâncio, vicepresidente della Bce con Mario Draghi, ma anche le prospettive di riscoperta degli immobili in termini qualitativi. “Il Pil dovrebbe crescere di almeno il 3,6% grazie al Recovery Fund varato dalla Ue. Ma è una stima prudenziale. Perché questa stima, combinata con il boost della politica fiscale e la stabilità della politica monetaria della Bce, potrebbe portare in Italia a una crescita anche del 4 per cento. Con questi provvedimenti c’è da attendersi che la frammentazione della crescita tra Paesi Ue non aumenterà, almeno sino al 2026. Le previsioni sono di un’inflazione dell’1,6% quest’anno e dell’1,1% l’anno prossimo. Siamo molto al di sotto del 2%. Non vedo una prospettiva di inflazione elevata. C’è un rallentamento economico ma anche una certa capacità di accrescere domanda e offerta“.
Tra i settori che escono vincitori dalla pandemia c’è la logistica, che con l’incremento dell’e-commerce ha visto accelerare un trend di crescita già avviato. “Le sfide oggi sono legate all’ampliamento dei punti di consegna in città – ha detto Matteo Arcese (Gruppo Arcese) -. Dobbiamo lavorare oggi per rendere più sostenibile il ‘last mile’, ma questo deve affiancarsi a una mobilità fatta di veicoli elettrici e di una città più smart”.
Per il presidente del Gruppo Perlios, Fabrizio Palenzona, parlando del sistema bancario e gli UTP, “nei prossimi mesi ci sarà un grande problema di liquidità per le imprese, si parla di 130 miliardi di euro. Sarà una grande sfida. Ma il sistema bancario non è più annichilito. In questi anni si è ristrutturato ed è chiamato a sostenere le imprese unlikely to pay, cioè le imprese sane che hanno difficoltà a finanziarsi sapendo guardare alla forza e alla capacità di ripresa del loro business. Il problema c’è e ci sarà, ma non ci travolgerà perché siamo attrezzati per affrontarlo, anche se non sarà una passeggiata di salute, quindi sono e resto ottimista“.
Per parlare di ripresa, in conclusione, saranno tre le grandi sfide da affrontare: riforme, innovazione e attenzione al capitale umano.