Va a Yvonne Farrell e Shelley McNamara il Pritzker Prize 2020. Considerato il premio più importante in architettura viene assegnato ogni anno per onorare un architetto vivente le cui opere realizzate dimostrano una combinazione di talento, visione e impegno, e che ha prodotto contributi consistenti e significativi all’umanità e all’ambiente costruito attraverso l’arte dell’architettura.
Insieme da più di 40 anni, le due progettiste hanno co-fondato lo studio Grafton a Dublino nel 1978 e da allora hanno curato la realizzazione di numerosi edifici scolastici, come la University of Limerick Medical School nel Regno Unito nel 2013 o il “campus verticale” dell’Universidad de Ingeniería y Tecnología (UTEC) a Lima, in Perù, oltre a diverse abitazioni e istituzioni culturali e civili e a un’intensa attività accademica.
In Italia, hanno firmato il progetto per l’imponente edificio dell’Università Bocconi situato tra viale Bligny e via Roentgen, completato nel 2008, mentre nel 2018 hanno curato la 16esima Biennale di Architettura di Venezia, con il tema ‘Freespace’.
Con il loro modo di fare architettura, ha dichiarato la giuria, «hanno costantemente e senza esitazione perseguito la massima qualità dell’architettura per il luogo specifico in cui sarebbe stata costruita, per le funzioni che avrebbe ospitato e soprattutto per le persone che avrebbero abitato gli edifici e usato gli spazi. Pioniere in un campo che è stato tradizionalmente ed è tuttora una professione dominata dagli uomini, sono anche fari per le altre donne con il loro percorso professionale esemplare».
Il premio viene assegnato dal 1979 dalla Fondazione Pritzker di Chicago. Il primo a riceverlo fu Philip Johnson, seguito, tra gli altri, da Frank Gehry, Norman Foster, Rem Koolhaas, Robert Venturi, e, l’anno scorso, Arata Isozaki, l’ottavo giapponese. Due italiani hanno vinto un Pritzker, Aldo Rossi e Renzo Piano. Solo altre tre donne però hanno vinto un Pritzker in passato: Zaha Hadid nel 2004, Kazuyo Sejima nel 2010 (con Ryue Nishizawa) e Carme Pigem nel 2017 (con Ramón Vilalta e Rafael Aranda).