Il settore dell’arredamento ha subìto un duro contraccolpo dal lockdown legato all’emergenza sanitaria, i primi sei mesi del 2020 infatti, secondo le rilevazioni di FederlegnoArredo presso gli associati, gli impatti economici complessivi sul secondo semestre hanno registrato un calo delle esportazioni del 22% prima per la frenata del mercato cinese e poi per il lockdown, con un record negativo del -72% ad aprile. Ma nel terzo trimestre si sono cominciati a vedere i primi segnali di ripresa con un ritorno degli ordini e di vendite all’estero, alcune aziende hanno addirittura rilevato nei mesi estivi vendite maggiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno che, secondo gli imprenditori, non si possono far risalire solo a ‘revenge spending’ o a recupero del sospeso da lockdown. Sulle previsioni 2020 incideranno in modo importante i risultati del terzo trimestre.
A sostenere le aziende italiane sono stati i network retail capillari a livello globale: la presenza internazionale diffusa sembra la chiave di volta della strategia commerciale anti-Covid. Ancora meglio se all’estero le società sono presenti anche con filiali commerciali, uffici e servizi logistici, date le restrizioni agli spostamenti vigenti.
La ripresa, secondo Assarredo, sarà legata ai mercati esteri dove da giugno si è registrato un ritorno delle vendite retail a privati e per progetti residenziali, mentre è ancora rallentato il mondo del contract e dei grandi progetti.
L’intera filiera italiana del legno-arredo, con le sue 73mila imprese e 311mila addetti, ha realizzato lo scorso anno un fatturato alla produzione di 42,5 miliardi, di cui 16,6 miliardi destinati all’export. Il solo comparto dell’arredo, che vale 27,5 miliardi di euro, ha esportato 14,5 miliardi di euro, a conferma della competitività internazionale delle aziende del settore.