I risultati del 2020 appaiono condizionati da lockdown, blocco della supply chain e iniziale impatto psicologico della pandemia. Poi la domanda ha preso il volo. Ora conta soprattutto la capacità di gestire gli ordini.
I fatturati del 2020 raccontano solo in parte l’andamento felice del settore nautico. Con la pandemia, i cantieri specializzati hanno iniziato a navigare a vele spiegate e gli ordinativi raccolti dalle aziende leader di un comparto di eccellenza del made in Italy – 4,78 miliardi di ricavi, di cui 1,64 nel mercato interno, con 23.510 addetti diretti che diventano oltre 180mila considerando tutta la filiera (dati elaborati da Fondazione Symbola) – sono ai massimi storici. I risultati dell’ultimo anno sono però stati condizionati dal primo lockdown, quando i lavori si sono bloccati, e dal fatto che diversi gruppi chiudono i bilanci durante l’estate e non a fine anno. L’impatto positivo sui conti delle società si avrà pertanto a partire dall’esercizio 2021 ed è destinato a proseguire per almeno un altro anno, anche se diverse realtà sono riuscite a mettere a segno dei significativi aumenti già nel corso del 2019-20.
INTERNI ‘IN HOUSE’ PER AZIMUT BENETTI
In vetta alla classifica delle prime 10 società si conferma Azimut Benetti, che nel 2018-19 aveva ottenuto un valore della produzione di oltre 913 milioni di euro. Il gruppo presieduto da Paolo Vitelli sorvola sul risultato dell’ultimo anno, sostenendo che apparirebbe fuorviante rispetto alla situazione reale dei conti basati su un portafoglio d’ordini in piena espansione. “Non potrebbe andare meglio di così” commenta infatti il CEO Marco Valle, svelando di avere un portafoglio d’ordini tale da poter generare 1,4 miliardi di euro e ipotizzando per il 2020-21 una chiusura ben al di sopra dei risultati 2018-19. “Quest’anno realizzeremo 250-255 imbarcazioni e per il prossimo anno ho chiesto un aumento di 40 volumi nel solo cantiere di Avigliana. Prevediamo almeno 50 nuove assunzioni. La principale criticità è dettata proprio dalla domanda in forte espansione ed è legata alla scarsa disponibilità di materie prime, che in prospettiva potrebbe determinare qualche ritardo di consegna. Noi comunque, almeno fino ad agosto, siamo coperti perché abbiamo già tutto in casa”. Altrettanto positiva, se non di più, parrebbe la situazione legata alla marginalità. Perché se è vero che in Azimut Benetti si sta verificando una situazione di extra costi causata dalla necessità di lavorare su tre turni all’interno dei cantieri, è altrettanto vero che la cancellazione dei saloni nautici e il blocco dei viaggi internazionali hanno permesso di generare un risparmio più che compensativo. Dall’osservatorio di Marco Valle, il buon momento della nautica italiana riflette la situazione generale del mondo yacht. “Quel che conta oggi è la capacità produttiva dei cantieri, perché tutti hanno i magazzini vuoti e il portafoglio ordini pieno. Io penso, ragionando in termini di quota Italia rispetto alla produzione mondiale, che alla fine ci sarà una ripartizione in linea con il recente passato ma al tempo stesso legata alla capacità che un cantiere avrà di reagire rapidamente a una domanda in forte espansione, riuscendo a realizzare un numero maggiore di imbarcazioni”. Quanto durerà questo momento favorevole? “Prima o poi è prevedibile un raffreddamento del mercato, ma almeno fino al 2022 la situazione continuerà a essere positiva” replica il CEO. Del resto, l’attuale portafoglio ordini per gli yacht di grandi dimensioni a marchio Benetti assicura una copertura della produzione per i prossimi due anni, e il boom della domanda di imbarcazioni di medie dimensioni (tra 50 e 70 piedi) ha permesso ad Azimut di coprire, a metà maggio, il 60% dell’intera stagione di lavoro che si aprirà a settembre. E una novità significativa riguarderà la gestione della produzione degli interni, storicamente affidata a terzisti specializzati ma ora affiancata da una parte gestita ‘in house’. “Nel cantiere di Avigliana – precisa Valle – ci stiamo strutturando per realizzare un reparto di falegnameria dedicato ai mobili seriali per le imbarcazioni. La ragione di questo investimento, che determinerà parecchie nuove assunzioni, è la volontà di ottimizzare i tempi. Inoltre, prevediamo l’apertura di una scuola di formazione interna per la falegnameria, perché dobbiamo assolutamente evitare che il ricambio generazionale in atto determini la perdita di competenze tanto preziose per il nostro comparto”.
L’INNOVAZIONE SOSTENIBILE DI SANLORENZO
L’olimpo della nautica italiana vede altre tre aziende sopra la soglia dei cento milioni di ricavi. Dietro Azimut Benetti compaiono infatti Ferretti Group (vedere intervista a pag. 40), Sanlorenzo e The Italian Sea Group. Il 2020 di Sanlorenzo è stato caratterizzato da una lieve crescita di fatturato (+0,4%, a 457,7 milioni di euro). “Un risultato che si può considerare straordinario, se letto nel contesto in cui è avvenuto, che ha visto la maggior parte delle aziende del nostro settore e non solo registrare pesanti contraccolpi per l’interruzione della produzione protratta per mesi, la drastica caduta della domanda, la difficoltà degli approvvigionamenti” afferma l’executive chairman Massimo Perotti. Ancor più significativi sono i dati legati a ebitda (+7%), ebit (+13,8%) e risultato netto (+27,7%). Nel frattempo, la società è riuscita a trasformare la voce indebitamento (9,1 milioni) in cassa positiva (3,8 milioni). “Queste performance provano, ancora una volta, l’efficacia e la resilienza del modello di business di Sanlorenzo, che è unico nel nostro settore: una produzione limitata e quindi esclusiva di imbarcazioni di eccellente qualità, rigorosamente costruite su misura per una selezionata clientela sofisticata, esperta e fedele” evidenzia l’imprenditore. Intanto, nel primo trimestre 2021, la situazione della società quotata in Borsa continua a migliorare (+20,5% i ricavi) e il valore globale del portafoglio ordini è salito a 632 milioni: “La quota relativa al 2021 è pari a 457 milioni, che corrisponde al valore dei ricavi per l’intero 2020 – rimarca Perotti – e consideriamo molto solida la previsione di crescita a doppia cifra di tutte le principali metriche che abbiamo dichiarato per il 2021”. Sanlorenzo è stato il primo cantiere a coinvolgere i grandi nomi del design contemporaneo nell’arredamento degli interni delle proprie barche, da Dordoni Architetti a Patricia Viel e Antonio Citterio, fino ad arrivare a Piero Lissoni che dal 2018 è art director del brand con una collaborazione estesa dall’interior design alla supervisione dell’immagine del marchio. Una scelta che è andata di pari passo con la partnership con marchi di arredo quali Boffi per l’ambiente cucina e Minotti, Cassina, Flexform, B&B, Poltrona Frau, Living Divani, Porro, Paola Lenti, Roda, Kettal ed altri per i restanti ambienti. L’impulso al business nautico, secondo Perotti, arriverà dalla sostenibilità. “Oggi e sempre di più domani, i prodotti dovranno rispondere alla richiesta di responsabilità” precisa, evidenziando gli investimenti in atto da parte di Sanlorenzo per le tematiche dello yacht Diesel Elettrico e per la valutazione sull‘impiego marino delle Fuel Cell, oltre all’utilizzo di materiali sostenibili e riciclabili.
BRAND EXTENSION PER TISG
Dopo Sanlorenzo, anche per The Italian Sea Group si sta avvicinando il momento della quotazione in Borsa. La società fondata e amministrata da Giovanni Costantino si presenta al mercato con numeri importanti: 116,4 milioni di ricavi nel 2020 (+16%) e 14,5 milioni di ebitda (+50% circa), con un piano di sviluppo che prevede nuovi investimenti nei cantieri, l’ampliamento della gamma dei prodotti, una maggiore presenza estera e il potenziamento dell’attività di brand extension attraverso le collaborazioni con i marchi del lusso (tra cui spicca la partnership siglata lo scorso anno con Automobili Lamborghini per la realizzazione dello yacht Tecnomar for Lamborghini 63). “Il 2020 – racconta Giovanni Costantino – è stato un anno entusiasmante: 19 navi in costruzione, importanti investimenti per ampliare il sito produttivo, 96 assunzioni. Abbiamo potuto raggiungere questi risultati grazie alla solidità del nostro modello di business, al crescente apprezzamento da parte degli operatori, all’altissima qualità dei nostri yacht e dei servizi offerti”. E i primi mesi del 2021 sono in linea con le aspettative della società, che dispone di due business unit: costruzione di yacht (con i marchi Admiral e Tecnomar) e refitting. “Proseguiamo a ritmo serrato con i piani di produzione e con le attività di ampliamento del cantiere. Abbiamo inaugurato gli spazi produttivi dedicati alla linea Tecnomar for Lamborghini 63 e realizzato il primo capannone, come da piano TISG 4.0, in cui potranno essere allestite contemporaneamente fino a 2 navi da 75 metri” precisa Costantino, raccontando come la domanda degli armatori sia sempre più rivolta a soddisfare un desiderio di avventura e libertà. “Vogliono yacht in grado di navigare in qualsiasi condizione e luogo, garantendo la migliore esperienza di navigazione con il massimo comfort indipendentemente dalla destinazione, una distanza ridotta tra ‘il dentro’ e ‘il fuori’, con spazi ampi e comunicanti per garantire un continuo rapporto con il mare e numerosi toy”. E per quanto riguarda gli interni, il founder e CEO di The Italian Sea Group afferma: “Se non fosse per le grandi vetrate che danno sul mare, si potrebbe pensare di guardare la foto di un lussuoso appartamento in città. Luce, dettagli, arredi di design, spazi aperti, percorsi studiati, arte, nulla è lasciato al caso e soprattutto tutto è pensato per ricreare la stessa armonia del residenziale di alto livello. Collaboriamo con i più grandi brand del design italiano in quanto riteniamo che siano gli unici a garantire gusto, bellezza e lusso”.
di Andrea Guolo