Per il mondo office l’anno Potrebbe chiudersi con un calo non inferiore al 20 per cento. È la stima di Assufficio. Il presidente Gianfranco Marinelli racconta cosa si dovrà aspettare il settore.
di Milena Bello
Non c’è – quasi – settore che, in Italia e nel mondo, non abbia risentito pesantemente dell’annus horribilis 2020 che ha completamente immobilizzato per tre mesi produzione e commercio. Ma per l’universo dell’arredamento per l’ufficio la pandemia ha agito da acceleratore di trasformazioni che erano già in atto (la destrutturazione dell’ufficio tradizionale e soprattutto lo sdoganamento dello smart working, diventato in emergenza sanitaria home working). Gli effetti sulla produzione di sistemi e arredi per ufficio si faranno sentire pesantemente sui bilanci di fine anno. Secondo il presidente di Assufficio, Gianfranco Marinelli, “al 30 giugno il settore ha subito un calo del 27%. Stante la situazione attuale saremmo sorpresi se il calo di fatturato fosse inferiore al 20%”.
Un settore sui generis
Si tratta di una contrazione importante che si somma a un 2019 non esattamente brillante. Secondo i dati del Centro Studi FederlegnoArredo, il sistema ufficio che comprende mobili, pareti e sedute in Italia e che comprende 309 aziende per 6.118 addetti, ha realizzato un valore della produzione di 1,2 miliardi di euro, di cui il 58% destinato al mercato italiano, mentre il restante 42% viene esportato. Lo scorso anno il mondo dell’office aveva già sperimentato un primo calo dopo quattro anni di crescita: -3,5% dovuto sostanzialmente alla frenata degli ordini dall’estero (Francia, Stati Uniti, Svizzera, Russia). Una situazione non semplice anche perché anche per il 2020 il mercato estero è – per ovvi motivi di emergenza sanitaria – piuttosto bloccato dato che gli spazi commerciali e collettivi stanno vivendo una situazione di chiusura o di contingentamento. Nonostante qualche ordine inizi ad arrivare, è un trend a singhiozzo. “Il problema del settore ufficio è che non rappresenta un acquisto che avviene sulla scia dell’emotività. Non c’è un contatto diretto con l’utente finale, avviene sempre attraverso un intermediatore. Ed è un settore che da anni ha a che fare con una marginalità ridotta”, spiega Gianfranco Marinelli. Ecco perché non ha potuto godere del piccolo ma significativo rimbalzo di ordini ottenuto dal settore della casa dopo il lockdown, con una ripresa sia interna sia internazionale. “Qualche boccata di ossigeno è arrivata dal bando legato ai nuovi banchi scolastici”, aggiunge mentre le speranze che arrivano dall’home working ci sono ma sono molto limitate. “Anche dopo la pandemia lo smart working e in generale il fuori dai tradizionali ambienti dell’ufficio manterrà una quota importante. Però vedo difficile che un dipendente possa acquistare direttamente e per sé un sistema da ufficio adeguato perché queste dotazioni sono appannaggio della ditta ed è direttamente la società a doversi far carico della spesa”, spiega. “Diciamoci la verità: non è semplice che accada questo e il cittadino non lo farà. Per questo stiamo chiedendo alle istituzioni degli sgravi fiscali per le aziende che forniscono ai dipendenti mobili per ufficio, che siano scrivanie o sedie ergonomiche”.
Da Federlegno le linee guida per l’ufficio
Nel frattempo, l’imperativo per il mondo dell’ufficio è tenere duro e sperare in una ripresa nel 2021. Resistere significa anche mettere in atto soluzioni alternative. Così è nato il progetto “Linee guida per la disposizione dei mobili per ufficio nel periodo post Covid-19” di FederlegnoArredo, una guida elaborata dalla Commissione Tecnica di Assufficio, con la collaborazione di professionisti esterni impegnati nella progettazione di spazi ufficio e nel loro adeguamento in condizioni post-pandemiche e che ora ha ottenuto il riconoscimento dell’ATS Milano città metropolitana. L’opuscolo, disponibile sul sito dell’associazione, fornisce una serie di indicazioni e consigli per fornire ai responsabili della sicurezza aziendale una serie di indicazioni utili a predisporre gli ambienti di lavoro, rispettando le norme di distanziamento sociale imposte dalla diffusione della pandemia Covid-19. “Il progetto – spiega Marinelli – è nato a maggio, quando si è presentato il problema del rientro in ufficio in sicurezza”.
Il libretto rappresenta anche una fotografia delle trasformazioni degli ambienti dell’ufficio. “Quello che emerge, tra le altre cose, è che il concetto delle postazioni di lavoro intese come open space è ormai del tutto superato anche perché, oltre alla questione Covid, riduce la produttività e aumenta lo stress”. Di qui la necessità di ripensare la distribuzione degli spazi. “Da svariati anni il muro divisorio tra ufficio e casa si è sgretolato – racconta Marinelli – perché si sono frantumati i concetti di gerarchia pura.
Di contro, hanno acquisito importanza le zone di concentrazione e le aree riunioni. Una curiosità: ormai negli uffici le cassettiere non ci sono più”. L’avvicinamento tra i due mondi, home e office, è ormai in atto da tempo. E il Covid-19 lo renderà sempre più inesorabile.