Il colosso svedese dell’arredamento ha annunciato che chiuderà, temporaneamente, tutti i 17 negozi e i tre centri di produzione in risposta all’invasione militare dell’Ucraina decisa da Vladimir Putin. Sono, ora, a rischio 15mila lavoratori per i quali, però, il gruppo si impegna, si legge nella nota ufficiale, “ad assicurare occupazione e stabilità del reddito per il futuro immediato e fornire sostegno a loro e alle loro famiglie nei due Paesi”.
“La devastante guerra in Ucraina è una tragedia umana e la nostra più profonda empatia e preoccupazione sono per i milioni di persone colpite. Le azioni immediate di Inter Ikea Group e Ingka Group sono state finalizzate a sostenere la sicurezza dei collaboratori Ikea e delle loro famiglie, cosa che continueremo a fare”, dichiarano i due gruppi in una nota congiunta, evidenziando che “la guerra ha già un enorme impatto umano. Sta anche causando gravi interruzioni della catena di approvvigionamento e delle condizioni commerciali. Per tutti questi motivi, i gruppi aziendali hanno deciso di sospendere temporaneamente le operazioni Ikea in Russia”.
A fronte dell’annuncio, in Russia i cittadini hanno preso d’assalto i negozi per effettuare gli ultimi acquisti, mentre in Bielorussia, dove la compagnia svedese non ha negozi, verranno sospesi gli approvvigionamenti.
Inter Ikea Group ha, quindi, sospeso tutte le importazioni ed esportazioni dai due Paesi e tutte le operazioni di produzione Ikea Industry in Russia. Inoltre, Ingka Group ha sospeso tutte le attività di Ikea Retail in Russia, mentre i centri commerciali Mega, operati da Ikea, resteranno aperti “per garantire che molte persone in Russia abbiano accesso alle loro esigenze quotidiane e agli elementi essenziali come cibo, generi alimentari e farmacie“.
Ikea Foundation, conclude la nota, ha donato 20 milioni di euro per l’assistenza umanitaria agli sfollati a causa del conflitto in Ucraina, in risposta all’appello di Unhcr, l’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati. Inoltre, Inter Ikea Group e Ingka Group stanno stanziando 10 milioni di euro ciascuno per fornire supporto con i propri prodotti e con altre forme di assistenza all’Unhcr, a Save the Children e ad altre organizzazioni che operano nei mercati locali.