Se fino a 10 anni fa l’avvento del led ha ‘aperto’ il mercato dell’illuminazione a tante idee e soluzioni nuove, facendo nascere molte start up, oggi è il momento della concentrazione. Non solo. L’innovazione tecnologica e lo sviluppo sostenibile richiedono più competenze. Ma per restare leader è fondamentale continuare a distinguersi con una produzione di qualità.
Cristiano Venturini, Ceo di iGuzzini, ha vissuto tre momenti diversi all’interno della medesima azienda che è passata dall’essere familiare, a partecipata da un fondo, quindi acquisita da un gruppo svedese Fagerhult, quotato in Borsa a Stoccolma. Che esperienze sono state?
“Sono tre aziende diverse: un’azienda familiare ha delle connotazioni ben definite, che credo siano state la fortuna di questo Paese, lo siano ancora e lo saranno nel futuro. Coniugare le varie competenze e quindi la capacità di creare prodotti e output incredibile, la visione imprenditoriale, la capacità di scovare nuovi talenti, tipiche dell’imprenditore italiano insieme alla capacità manageriale può creare un unicum incredibile. Dopodiché, quando l’azienda ha anche la capacità e la visione di aprirsi a capitale esterno, sia attraverso Ipo, sia con un socio finanziario, in quel caso non solo si porta capitale all’interno, ma si acquisiscono delle competenze ulteriori. Quindi, in questi 15 anni, ho vissuto tre ‘aziende diverse’ e porto con me esperienze importanti. Oggi siamo quotati a Stoccolma, con il gruppo rappresentiamo il primo produttore di illuminotecnica architetturale in Europa, con una capitalizzazione di 1 billion prima della pandemia e ora un po’ ridotta. Copriamo gran parte dei paesi europei. Il gruppo a sua volta è partecipato da un private equity, Latour Capital. La holding si comporta come un private equity, quindi non è industriale ma principalmente finanziaria. iGuzzini è il principale brand nella loro compagine sociale”.
Che sinergie si sono create all’interno?
“Troviamo molte sinergie di mercato, tecnologiche e negli acquisti che in questo periodo sono fondamentali. Ciò permette di essere più competitivi sul mercato internazionale. E’ ‘benefico’ fare parte di un gruppo così grande perché mette noi, le nostre aziende e persone al riparo dai rischi finanziari, perché abbiamo una solidità finanziaria molto più importante di prima. Oltre a questo, abbiamo anche una massa critica maggiore e quindi questo ci permette di essere più capaci di scaricare a terra le nostre operazioni”.
Quali sono i trend di mercato che rilevate nel mercato dell’illuminazione?
“Innanzitutto notiamo un cambiamento nella catena della domanda. Prima era consequenziale, fatta da determinati soggetti piuttosto statici. Oggi più soggetti partecipano a una rete e anche nello stesso tempo. Questo cosa significa? Che oggi il mercato richiede più competenze, che devono essere diverse, in evoluzione. Dobbiamo provvedere a un mondo che è cambiato, che è stato solo accelerato dalla pandemia. La pandemia ha portato di nuovo le persone al centro e noi dobbiamo, come dice il maestro Renzo Piano, soddisfarne i desideri e, se possibile, anticiparli. L’azienda vede nella sostenibilità, nella digitalizzazione, nella cultura e nel design le risposte a questi nuovi trend che vedono nuovamente la persona al centro e attiva nella propria vita. Il design è il linguaggio per dare risposte. Per i iGuzzini è importante riaffermare che siamo un’azienda di design che è il linguaggio che unisce. Non solo inteso come bellezza, ma ricerca della perfezione in qualsiasi processo. Dall’innovazione tecnologica allo sviluppo sostenibile. Noi siamo master nella produzione di qualità e capace di durare nel tempo. Una maniera per difenderci e continuare a competere in maniera adeguata è continuare a distinguerci”.
Quali sono i mercati dove siete presenti?
La roccaforte è l’Europa e, all’interno di essa, quello italiano è ancora il mercato principale. Qui stiamo crescendo e consolidando le nostre posizioni, ma vogliamo puntare al Nord America, che nel mercato del lighting è ancora acerbo, paradossalmente, in un mondo maturo, in cui il ‘relamping’ è in fase molto accelerata. In realtà iGuzzini segue un po’ tutti i mercati; anche l’area Apac sta crescendo molto quest’anno, anche in maniera un po’ sorprendente e inattesa rispetto ai movimenti macroeconomici”.
Visione per il futuro, acquisizioni possibili?
“Ormai faccio il talent scout: individuiamo aziende interessanti e le proponiamo alla casa madre. L’acquisizione non può chiaramente essere più fatta dalla controllata ma dalla controllante. Mi aspetto che continui la concentrazione all’interno del mercato. Ne vediamo molte in questi anni. Il mercato andrà sempre più concentrandosi. per affrontare le complessità della competizione sui mercati internazionali, credo che anche la dimensionalità sia importante. Il fenomeno delle start up è avvenuto una decina di anni fa: l’avvento del led ha democratizzato il mercato dando l’opportunità di creare tanti nuovi prodotti. Allora abbiamo visto nascere tante aziende. Oggi si passa a una maggiore concentrazione”.