La fiorentina My Home Collection si presenta a quest’edizione del Salone del Mobile forte di due debutti. Da un lato ospita per la prima volta nel suo stand la collezione di Internoitaliano, il marchio di produzione arredi, complementi d’arredo e piccoli oggetti per la casa e la persona realizzati in collaborazione con un’ampia rete di laboratori artigiani acquisito poco più di un mese fa e nato nel 2012 dal designer Giulio Iacchetti e Silvia Cortese. Dall’altro svela il suo nuovo percorso creativo: dall’inizio del 2019 lo stesso Giulio Iacchetti è il nuovo direttore artistico di My home collection, il marchio fondato nel 2015 grazie all’esperienza della famiglia Alivar, a cui fa capo anche il brand omonimo.
“Quando sono stato contattato da My home collection per lavorare con loro come direttore artistico pensavo di rinunciare all’incarico – ammette Iacchetti – eravamo già molto impegnati con il nostro marchio, Internoitaliano”. I contatti però sono proseguiti. “Da lì è nato l’interesse da parte di My Home Collection e ci ha portato in modo molto rapido a definire un rapporto di vendita. E io sono diventato direttore artistico dei due brand”.”La presenza di Internoitaliano in fiera quest’anno è già un risultato importante per il marchio e un elemento che conferma le potenzialità di crescita del brand nella nuova compagine del gruppo”, spiega a Pambianco Design Giulio Iacchetti. “Da qui in poi – aggiunge il designer – io vedo un futuro roseo perché la proposta di Internoitaliano è estremamente contemporanea” È il segno dei tempi che cambiano. “I marchi non sono più specializzati in un singolo prodotto, ma contemplano una sorta di interno totale. Nel nostro caso un interno italiano“. E il compito dei direttori creativi, aggiunge Iacchetti, è in generale quello di “pensare gli oggetti cercando di cogliere le esigenze del pubblico. Se un oggetto non ha un riscontro da parte della clientela è inutile proseguire sulla stessa strada”.
L’ingresso di Iacchetti a capo della direzione artistica, seppur nell’ottica di un cambiamento del gruppo, non stravolgerà gli asset dei singoli brand all’interno. “Internoitaliano ha vocazione specifica su oggetti sul complemento. My Home ha, invece, una vocazione di progetto fresco e dinamico improntato soprattutto sul contract – spiega – io vorrei proseguire così perché si tratta di due proposte parallele e coerenti che vanno a completare l’offerta merceologica”. Il contract potrebbe, tuttavia, essere strategico anche per la crescita di Internoitaliano. “Già ora lavoriamo su questo canale, con oggetti che sono accenti poetici, interventi colorati e oggetti dalla grande carica narrativa che servono a sciogliere situazioni seriose. Andremo avanti in questa direzione e non a caso i prodotti presentati quest’anno rientrano già in questa direttrice. Per esempio, abbiamo disegnato un portavaligie per le camere d’albergo, un oggetto ampiamente dimenticato che ora si completa con l’appendiabiti, quindi una piccola famiglia che è una sorta di unicum nel mondo dell’arredo”.