Durante l’ultima edizione di Cersaie, Florim e Marazzi hanno inaugurato i poli logistici e produttivi più avanzati del settore ceramico. La tecnologia è uno strumento competitivo e rafforza la leadership riconosciuta alle aziende italiane
La ceramica aveva già dimostrato di essere un settore virtuoso e lo ha confermato durante l’ultimo Cersaie, quando due fabbriche-modello realizzate nel distretto di Sassuolo secondo i concetti di Industria 4.0 sono state inaugurate da Florim e Marazzi. Il polo emiliano si arricchisce così di altre due realtà all’avanguardia, confermando la propensione all’investimento da parte di un settore che lo scorso anno ha registrato un incremento di quasi il 30% nella spesa in innovazione, pari a 1,8 miliardi di euro nell’ultimo quinquennio. Le strategie di rinnovamento ed estensione riguardano l’intero ciclo di produzione, tant’è che investimenti sono stati fatti anche nel campo della logistica, mentre l’attenzione alla ricerca è anche nelle fasi a monte del processo, a partire dalla composizione e gestione dei lotti di produzione. Si tratta di una trasformazione che sta cambiando radicalmente il cluster emiliano, rendendolo più dinamico e flessibile nella capacità di rispondere ai mercati.
LOGISTICA E PRODUZIONE PER FLORIM
Lo stabilimento Florim inaugurato alla fine di settembre è un concentrato di tecnologia e automazione che si estende su una superficie di 48 mila metri quadrati, a fianco della sede istituzionale dell’azienda. La nuova fabbrica è dedicata esclusivamente alla lavorazione e alla logistica delle grandi lastre Florim Magnum Oversize, con dimensioni che arrivano fino a 320 per 160 centimetri. L’investimento realizzato a Fiorano Modenese rappresenta solo l’ultimo tassello nel percorso di innovazione di Florim che, negli ultimi due anni, ha speso oltre 200 milioni di euro tra ricerca, innovazione, macchinari e sedi produttive. Nel 2017 ha aperto un altro nuovo impianto 4.0 a Mordano, vicino Imola, con 56mila metri quadrati di superficie realizzati in soli sei mesi con un investimento di 70 milioni di euro sempre mirati al rafforzamento nella specializzazione dei grandi formati, che arriveranno presto a Fiorano per le fasi successive di lavorazione, packaging e spedizione. Le due realtà sono interconnesse per una completa tracciabilità dell’output, dalla materia prima alla fase di confezionamento. L’edificio di Fiorano è innovativo anche per la sua facciata, con una vetrata di oltre mille metri quadrati, e per l’attenzione al tema dell’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili: 26 mila metri quadrati di pannelli fotovoltaici sono in fase di installazione sull’intera copertura del capannone, oltre 48mila metri quadrati, e andranno a comporre uno dei più grandi impianti energetici di copertura che, sommati a quelli già in uso dell’azienda, porteranno Florim a raggiungere un’autosufficienza energetica pressoché totale. “La definizione della gamma, unita all’elevato livello estetico, ha portato le grandi lastre nei più importanti progetti del mondo rendendole, allo stesso tempo, un prodotto di comune utilizzo nell’ambito residenziale ed elemento funzionale per l’arredo”, sottolinea Claudio Lucchese, presidente del Gruppo Florim. “Negli ultimi sei anni – prosegue – abbiamo investito circa 400 milioni di euro sul tema dell’innovazione, mettendo in campo tutte le nostre forze ed energie per raggiungere risultati sempre più ambiziosi. Questo, per Florim, significa tendere al miglioramento continuo attraverso la digitalizzazione e l’inserimento delle più moderne tecnologie, con una sempre maggiore attenzione all’impatto ambientale, preservando la tradizionale sensibilità all’arte e alla bellezza.”
R&D E RETROFIT PER MARAZZI
Cinque anni fa, la multinazionale Mohawk Industries si assicurò la proprietà di Marazzi, storico gruppo industriale italiano della ceramica. Grazie all’integrazione di Marazzi, Mohawk ha potuto acquisire la leadership in questo segmento, imprimendo una svolta verso il design e utilizzando il made in Italy non solo come vantaggio strategico, ma anche come efficace strumento di marketing. Da parte degli americani c’è stato tutto l’interesse a far crescere Marazzi, anche grazie a un consistente piano di investimenti volto non solo al miglioramento e all’aumento della capacità produttiva in Italia e in Europa, ma anche allo sviluppo del brand. E il nuovo impianto realizzato a Sassuolo prosegue in questa direzione. Lo stabilimento Marlit nasce dalla unione di due unità produttive preesistenti ed è specializzato nella produzione di gres porcellanato tecnico di alta qualità, con una capacità produttiva di circa 9 milioni di metri quadrati l’anno. Gli interventi hanno interessato un’area di oltre 50mila metri quadrati, all’interno del sito industriale storico, con 8.700 metri quadrati di nuova realizzazione e con linee produttive che, dal reparto materie prime alla zona del confezionamento, superano il chilometro e mezzo di lunghezza. Tra le macchine più innovative installate nel nuovo impianto compaiono le inkjet di ultima generazione, tecnologie di decorazione della ceramica a getto d’inchiostro, che partendo da immagini in file sono in grado di realizzare oltre 40 varianti di superficie per lo stesso prodotto con effetti naturali. Nel sito produttivo, Marazzi realizza tutte quelle lavorazioni che consentono una produzione a ciclo completo del gres porcellanato. Nello spazio dedicato al Marazzi Lab, oltre tremila metri quadri coperti e mille scoperti con ampie zone luminose divise da vetrate, si concentra tutta l’attività di ricerca sulle materie prime, gli impasti, le colorazioni e la grafica delle superfici per la messa a punto dei prototipi che saranno poi industrializzati. Negli stessi laboratori di R&D si concentrano i test dedicati alla performance tecniche dei prodotti. “Investire su tecnologie e persone è la chiave della crescita di Marazzi – afferma il CEO Mauro Vandini – perché se è vero che nel nostro territorio fioriscono le migliori capacità di fare ceramica, è solo continuando a innovare e a cercare nuove strade di sviluppo che potremo mantenere quella leadership tecnica e stilistica che tutto il mondo oggi riconosce alla ceramica italiana”.
di Donatella Bollani