“Era un’operazione che volevamo fare da anni e ci siamo riusciti”, così ha esordito Roberto Gavazzi, CEO di Boffi sul palco di Palazzo Mezzanotte, ieri in occasione del Convegno Pambianco Design, riferendosi all’acquisizione da parte del marchio italiano di cucine e bagni del noto brand di design De Padova avvenuta nei mesi scorsi. “Siamo un po’ più grandi di De Padova – ha proseguito l’AD – che ha trovato in noi un partner forte. Con la volontà di crescere e sbarcare all’estero, Luca De Padova ha deciso di comprare una piccola fetta di Boffi in cambio della vendita della propria azienda a noi”.
Sollecitato dal moderatore della giornata, il giornalista Enrico Mentana, Gavazzi si è detto convinto che gli imprenditori brianzoli debbano imparare ad avere pazienza, ad accettare di interagire con altre aziende del settore individuando quelle complementari. “E’ difficile sposarsi, di solito si finisce per comprare più che mettersi assieme. L’essenziale – ha affermato – è che ci sia alla base di ogni operazione un chiaro progetto imprenditoriale e industriale”.
Secondo Gavazzi, ma è opinione condivisa nel settore, i brianzoli sono così attaccati alle proprie aziende, da faticare ad accettare di aggregarsi. “Deve cambiare la mentalità. Bisogna trovare chi ha davvero bisogno e che sia complementare al proprio progetto”.
I cambiamenti in corso, come la globalizzazione e la necessità di internazionalizzare le aziende, hanno implicato l’arrivo sulla scena di società di private equity interessate ad entrare nel capitale delle aziende supportandone la presenza all’estero. “L’arrivo dei private equity è stato positivo in quanto ha portato soldi, visibilità, capacità di investimento mirato, una crescita di valore del settore e una managerialità molto più alta – ha proseguito il CEO -. Un salto di qualità era necessario, la dimensione è diventata determinante e tutti devono cercarsi una distribuzione internazionale. Per andare all’estero bisogna essere grandi e con un brand forte per riconoscibilità, solo così si può avviare il retail diretto. Per andare all’estero, un’azienda deve fatturare almeno 50-100 milioni di euro poiché aprire un negozio significa investire minimo di 500mila euro, per uno spazio più ampio si arriva al milione di euro”.
Per l’imprenditore, un consiglio per il sistema produttivo italiano del settore è rendere più lunga la durata del Salone del Mobile e integrare maggiormente la fiera con il Fuorisalone che, “trascurato”, sta scendendo di livello. Bisogna comprendere che a funzionare è il ‘sistema Milano‘”. Allo stesso modo, secondo Gavazzi, il ‘sistema Italia’ potrebbe decadere, “già diverse piccole realtà sono state falcidiate e per evitarlo bisognerebbe investire maggiormente nella formazione dei giovani. Servono artigiani da inserire nelle aziende italiane”.