L’arte, un bene rifugio, nei momenti più incerti. Le gallerie diventano il termometro dell’economia di un Paese. Oggi si può dire che, tra i collezionisti, c’è liquidità e voglia di scommettere su artisti sconosciuti.
Un acquirente attento, alla ricerca del bene rifugio (a prescindere dall’importo dell’investimento, che non deve essere necessariamente a sei zeri) e al tempo stesso con il piacere della scoperta, della scommessa su nomi che potrebbero essere destinati a un illustre futuro. Il ritratto del collezionista d’arte – ma anche del semplice appassionato – mette a fuoco identità distinte, due facce della stessa medaglia. Una guarda all’investimento, l’altra si fa sedurre dalla bellezza e dalle emozioni che sa offrire un’opera d’arte, affidandosi all’istinto o alla fiducia nel gallerista. Queste due facce permettono alla medaglia di splendere perché, nonostante qualche nota in chiaroscuro, il mercato dell’arte tiene. Le gallerie, che pure sono esposte alla concorrenza dei grandi brand americani da un lato e del web dall’altro, hanno superato la selezione naturale avvenuta all’epoca della grande crisi e il cambio delle normative che ha ‘spazzato via’ alcune realtà improvvisate. Oggi hanno tante più chance quanto sanno contemperare la presenza degli autori moderni con la scommessa sul contemporaneo, sulla ricerca vera e attenta, osando scommettere sui giovani.
VINCE IL CONTEMPORANEO
“Tratto sia il moderno sia il contemporaneo” racconta Glauco Cavaciuti della galleria omonima di via Vincenzo Monti a Milano. “E ho la sensazione che i giovani tra i 30 e 40 anni preferiscano il contemporaneo. Perché vogliono vivere la loro contemporaneità che, per altro, è in evoluzione. I giovani hanno un approccio all’arte più veloce, la vogliono divorare, come un’emozione da vivere subito”. Per questa ragione, aggiunge Cavaciuti, “Devono indirizzarsi su un target di spesa diverso”. Ci sono però anche artisti storicizzati come Mimmo Rotella “che costano quasi come un artista contemporaneo, nonostante le Biennali di Venezia alle spalle o le pubblicazioni”. Ora, tiene a evidenziare il gallerista: “È chiaro che, dal punto di vista dell’investimento, io consiglio un artista storicizzato e pubblicato rispetto a un contemporaneo”. Ma di voglia di scommettere Cavaciuti ne ha, e lo dimostra inaugurando l’anno con un nuovo nome, Giulia Ligresti, e la sua collezione di sedute, ‘Love’. Design, più che arte, ed è la prima volta per la Galleria che si appresta a lavorare “a un progetto interessantissimo sull’arte sciamanica. Ancora top secret”. Chi punta soprattutto sulla ricerca è la Galleria Raffaella Cortese, di via Stradella 7, che stimola da sempre l’acquisto anche di opere meno facili, come la performance e il video: lavora con artisti come Joan Jonas, Simone Forti e Yael Bartana,“nei quali abbiamo sempre creduto molto. Stiamo ricevendo – spiegano dalla Galleria – apprezzamenti e soddisfazioni in questo senso, sia a livello di mercato sia istituzionale. Simone Forti è in mostra all’Ica di Milano fino al 2 febbraio ed è la prima mostra personale che un’istituzione italiana le dedica; seguirà una sua mostra al Centro Pecci di Prato e durante l’ultima edizione di Artissima un suo lavoro storico del 1973 è stato acquisito dalla Gam di Torino”. Per quanto riguarda Yael Bartana che è in mostra alla Fondazione Modena Arti Visive fino ad aprile, aprirà il 27 febbraio apre una personale in galleria. Di Jitka Hanzlova, ricordano, “è in corso la prima retrospettiva che il suo paese, la Repubblica Ceca, le dedica, alla Galleria Nazionale di Praga fino al 16 febbraio, poi sarà a Reggio Emilia ai Chiostri di San Pietro. Il Pac ospiterà da giugno 2020 una personale di un’artista straordinaria, Luisa Lambri, con cui collaboriamo dal 2019 e a cui dedicheremo i nostri spazi in una mostra nel 2020”. Tra le altre iniziative, fino al 9 febbraio alle Ogr di Torino espone Monica Bonvicini”. Il 2020 è anche l’anno del 25esimo anniversario della galleria Raffaella Cortese, che ospiterà una mostra di Franco Vimercati: l’artista, venuto a mancare nel 2001, è stato il primo a cui la galleria ha dedicato una mostra nel 1995, nel precedente spazio in via Farneti. Con la sua opera fotografica la galleria ha partecipato al dibattito vivace, in quegli anni, sul mercato della fotografia, presentando un artista concettuale che usava la macchina fotografica in modo estremamente preciso. Il mezzo fotografico è diventato sempre più importante nel mercato dell’arte, da allora.
NOVITÀ E CONFERME
Per Luisa delle Piane, storico spazio milanese al confine tra design e arte, c’è un esubero di progetti inseriti in un processo di identità indeterminate in continuo mutamento, come per la maggior parte del design contemporaneo. “Ma ci sono anche progetti che trovano solidità” spiega la gallerista dell’omonimo spazio di via Giusti 24 a Milano. “Ad esempio, i dettami del design italiano che fanno della forma la funzione e viceversa come per Giacomo Moor ove si rintraccia questo elemento distintivo e che, toccando la tradizione, la riedita con profonda conoscenza, sapore colto, sapienza del fare. Ancora, con l’innovazione, come ben mostrano i designer Zanellato Bortotto”. Intanto, la Galleria è prossima alla partenza per Nomad per l’edizione di StMoritz, per poi dedicarsi all’inaugurazione ad inizio aprile della mostra monografica di Davide Pizzigoni ‘Quasi Vuoto’. Sarà presente a Miart2020 con la doppia esposizione nelle sezioni Generations ed Established Contemporay e al Fuori Salone con un nuovo progetto di lampade disegnate dall’architetto Andrea Branzi. Non mancano nel calendario le mostre che si susseguono durante l’anno negli spazi di via Giusti, come quella in programma ad ottobre in occasione del Milano Design Film Festival. “Il mercato è sempre alla ricerca di nuove proposte – assicura Irene Crocco della Galleria Viasanterna , di via Giacomo Leopardi 32 – ma nella moltitudine di artisti e gallerie, i collezionisti cercano anche conferme. E qui noi ci proponiamo di crescere insieme agli artisti”. Con molti di loro, la galleria lavora sul problema dell’immagine contemporanea, affrontata in modi e mezzi diversi. “Mi sono accorta che a distanza di quattro anni c’è più attenzione a queste ricerche da parte del mercato dell’arte” assicura Crocco, evidenziando che anche un’artista come Marion Baruch, faticosamente accolta dal mercato, ora è una delle artiste più ricercate, e finalmente un museo svizzero sta per inaugurare la sua prima retrospettiva e ArtBasel Hong Kong le dedica un focus nella sezione Unlimited. “Dalla nostra mostra nel 2018, le sue opere sono molto aumentate di prezzo e questo significa che ci vuol tempo, a volte troppo, per la segnalazione e la comprensione del lavoro di un artista da parte del mercato”, sottolinea Crocco. Per l’anno in corso, la Galleria ViaSanterna lavora a due progetti molto particolari.
Il primo è la personale di un giovane artista messicano, Cristobal Gracia, con un mercato già internazionale ma alla sua prima personale in Italia; il secondo, in occasione del Salone del mobile, è legato a Vico Magistretti, per il centenario della sua nascita, e sarà realizzato grazie alla Fondazione Magistretti e al Centro Ecal di Losanna.
di Maria Elena Molteni