A seguito del concorso ‘I nuovi spazi dell’energia‘ indetto da Enel lo scorso luglio, è stato proclamato il vincitore per la riqualificazione della centrale Andrea Palladio di Fusina (VE): il progetto di Frigerio Design Group, Resilience Lab Grid, è stato selezionato da una commissione formata da rappresentanti di Enel, Università di Venezia IUAV, Città Metropolitana e Comune di Venezia, sulla base di criteri di sostenibilità ambientale e sociale, elementi di innovazione tecnologica, design, impatto visivo. Due gli ambiti interessati dal concorso: i nuovi edifici con aree fruibili anche dagli utilizzatori esterni, per uno sviluppo socio-culturale del territorio, e le preesistenze, su cui intervenire per incrementare il valore estetico e simbolico dell’impianto, riqualificando la zona industriale.
Il progetto, che passerà ora alla fase di sviluppo, propone un cambio di paradigma nell’immaginario collettivo, trasformando la centrale in un esempio positivo per la rigenerazione e la tutela dell’ecosistema. Ispirandosi al ‘frattale’, elemento geometrico naturale, Frigerio Design Group crea un luogo di condivisione, aperto al pubblico e alla comunità, dove vengono promosse attività all’insegna della sostenibilità e interventi virtuosi, per stimolare la rigenerazione e lo sviluppo socio-culturale ed eco-sostenibile del luogo. Al contempo, l’architettura si integra nel territorio: il complesso è progettato per apparire visivamente dinamico e leggero, in relazione con il paesaggio circostante. “I nuovi spazi dell’energia sono pensati per rigenerare l’ambiente, valorizzare l’identità e l’immagine dell’azienda, ma al tempo stesso per generare un maggior senso di appartenenza della comunità. Coniugare natura e persone, industria e ambiente, innovazione e tecnologia, espressione di una nuova cultura imprenditoriale. Condividere valori per generare valore – spiega l’architetto Enrico Frigerio -. Per troppo tempo abbiamo usato e basta: oggi è evidente che il solo uso delle cose, delle risorse in esaurimento, ci condizionerà il futuro. Quale migliore occasione di un ripensamento condotto nei luoghi considerati il paradigma del consumo, qui indagati per visitare nuove opzioni, per dare essenza ad un piano collettivo di ripensamento del futuro”.
Obiettivo di Enel è riconvertire tutti gli impianti a carbone presenti sul territorio italiano in strutture eco-sostenibili entro il 2025. “Questo concorso rappresenta un esempio concreto della nostra visione del futuro dell’energia, che va progettato e realizzato in maniera aperta e condivisa”, afferma Carlo Tamburi, direttore Enel Italia, aggiungendo “con questo progetto il polo energetico di Fusina, che ospiterà più tecnologie per favorire la transizione energetica, diventa un luogo aperto alle comunità locali, uno spazio che potrà convivere in armonia con il paesaggio e che sarà perfettamente integrato con l’ambiente circostante“.
In base ad un sistema modulare e implementabile, i nuovi edifici hanno dimensioni differenti a seconda delle funzioni, ma presentano sempre le stesse caratteristiche. Edifici smart e bioclimatici, che massimizzano gli aspetti energetici passivi, per ridurre al minimo gli apporti energetici attivi, con l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. Un intervento nZEB (nearly Zero Energy Building), che vuole tracciare un percorso virtuoso nel campo della riduzione dell’impronta ecologica. Nucleo centrale generatore e cabina di regia dell’intero sistema è l’Enel Pavilion, luogo di accoglienza, informazione e promozione dei valori aziendali: sostenibilità ambientale, economia circolare e innovazione.
L’intero complesso industriale è pensato per apparire visivamente dinamico e leggero, in relazione con il paesaggio circostante. L’architettura è collocata in un ambiente al confine tra laguna e campagna, tra acqua e terra, e il progetto si ispira alla matrice naturale del luogo. “Frammenti” di campi e coltivazioni vengono reinterpretati astrattamente in elementi geometrici che rivestono edifici ed impianti. Pannelli che, sotto i raggi del sole, riflettono l’ambiente circostante, in un gioco di vibrazione di luce e riflessi, che crea dei volumi eterei e leggeri.
Ulteriore elemento di congiunzione con il contesto lagunare è la vegetazione, inserita all’interno del progetto. La ricostruzione dei paesaggi lagunari delle barene si trasforma in un’occasione per raccontare il territorio e includerlo in un contesto educativo. La vegetazione è funzionale anche all’abbassamento dell’isola di calore, alla mitigazione del rumore e all’ottimizzazione del microclima locale.
Tutti gli interventi sono pensati con componenti prefabbricati, realizzati con “cool materials”, riciclati e riciclabili, ad elevata riflettanza solare, per contribuire ad un abbassamento del surriscaldamento ambientale.