Era il 1990 quando Foscarini presentò una lampada di vetro soffiato, caratterizzata dall’abbinamento con un treppiede di alluminio, nata dall’incontro con il designer Rodolfo Dordoni che rileggeva con un nuovo spirito la classica tipologia dell’abat-jour. Quella lampada si chiamava Lumiere. Da allora, Lumiere ci ha accompagnato in un viaggio lungo e straordinario: anni veloci, di trasformazioni epocali, in cui è cambiato il mondo.
In occasione del XXV anniversario dalla nascita di Lumiere, Foscarini ha voluto raccontarlo, il mondo, con una scenografica video-installazione in cui gli avvenimenti e i cambiamenti più importanti degli ultimi 25 anni scorrono sotto i nostri occhi, simultaneamente, proiettati su 26 schermi. Un ‘inventario’ di fatti e personaggi, drammi e speranze, rivoluzioni tecnologiche e creative, mutamenti di stile e di costume e, naturalmente, tante pietre miliari del design che affiorano di anno in anno compongono una grande fantasmagoria visiva, un flusso di suoni e immagini in movimento che dal 1990 al 2015 hanno scritto la nostra storia recente. Per questo racconto Foscarini ha scelto gli spazi della Triennale di Milano, dove la mostra curata da Elisa Ossino e Michele Calzavara sarà in scena fino al 30 aprile.
Viviamo in una società ‘usa&getta’. Cosa si prova ad avere progettato un successo che dura da 25 anni? “Erano decisamente momenti differenti – afferma il designer Rodolfo Dordoni che ideo la lampada -. Prima, quando si progettava, le considerazioni che le aziende facevano erano anche in termini di investimento e di ammortamento nel tempo dell’investimento. Quindi le cose che si disegnavano erano più ponderate. Adesso non è che siano cambiate le aziende, è cambiato il mercato, è cambiato l’atteggiamento del consumatore, che è diventato più ‘volubile’. Il consumatore di oggi è abituato da altri settori merceologici (come moda e tecnologia) a non desiderare cose durature”.