L’immagine scelta per la 51a edizione dell’ormai noto piatto Calendario è quella di un obelisco che si erge al centro di uno spazio immaginario, un cortile che si apre tra edifici decorati.
Da 27 anni Barnaba Fornasetti crea i decori di questa serie, realizzando un piatto diverso ogni anno, in prossimità del Natale.
Le radici di questa tradizione affondano negli anni Quaranta, quando suo padre Piero Fornasetti e Gio Ponti avevano dato vita agli Annuari, dodici tavole rilegate in libretti calendario, destinate ad amici e clienti affezionati come strenna natalizia. Anni dopo, nel 1968, Piero aveva ripreso l’idea e avviato la produzione di una nuova serie di piatti destinata anch’essa ad amici e clienti. Nasce così il Piatto Calendario, che diviene ben presto un cult per i collezionisti.
L’immaginario legato all’architettura, cui attinge l’edizione 2018, occupa sin dalle origini un posto fondamentale nel mondo Fornasetti, non solo perché ben si presta all’intervento grafico, ma anche perché traccia storica e ricordo nostalgico di una grandezza perduta: “ciò che io cerco in un oggetto” diceva già Piero Fornasetti “è l’impronta dell’uomo”.
Questo fascino nei confronti di questa disciplina conduce anche all’utilizzo di forme emblematiche, tra cui le più affascinanti sono senza dubbio gli obelischi. Lo stesso Ponti ne era attratto, e così ne spiegava il senso segreto: “L’obelisco sibillino, metafisico rappresenta l’architettura arcana, non funzionale”.
La sua improbabile riduzione di dimensioni semplifica e mette in rilievo una delle costanti dell’arte di Fornasetti, la predilezione per i vistosi contrasti di scala, in cui ciò che nella realtà è enorme diventa una lampada da salotto, e un particolare di un’incisione copre tutta la superficie di uno stipo. Il senso delle proporzioni svanisce, i punti di riferimento vacillano; lo sguardo oscilla nella libera geometria dell’illusione.