Un balzo in avanti deciso, nonostante le criticità del momento congiunturale globale, per Dedar, azienda attiva nel settore del tessile d’alta gamma, fondata nel 1976 a Milano da Elda e Nicola Fabrizio, con sede oggi ad Appiano Gentile, che archivia il 2022 con un fatturato pari a 62,5 milioni di euro, in rialzo di oltre il 20% rispetto ai 51,4 milioni del 2021. Dopo l’espansione degli anni Ottanta e il primo progetto di respiro internazionale del 1995 (la fornitura di tessuti per l’Hotel Costes di Parigi), nel 1997 entrano in azienda, il cui nome nasce dall’acronimo di DEsign D’ARredamento, i figli Caterina e Raffaele Fabrizio, rispettivamente CEO e Direttore creativo, ora sono al timone del brand.
Il risultato del 2022 è una sommatoria di diversi fattori: “È soprattutto nei momenti più complessi che si sprigionano nuove energie”, sottolinea Caterina Fabrizio. “Lo abbiamo verificato anche in azienda, dove già durante la pandemia era aumentata la coesione fra management, dipendenti, filiali e collaboratori ed è cresciuta la voglia di farcela. C’è stato anche un parziale rinnovo del personale, gestito di pari passo con l’aggiornamento della piattaforma tecnologica aziendale, che ci ha resi ancora più agili e interconnessi. In una fase storica come questa attuale, la differenza in termini economici la fa la riconoscibilità del prodotto, e Dedar da sempre propone tessuti dotati di un’identità precisa, capaci di trasmettere emozioni ai clienti che coltivano un’attenzione specifica per i luoghi in cui vivono. Al di là della strategia di diversificazione, anche il fatto di aver introdotto in catalogo le collezioni di wallcovering tessili va proprio nel solco della ricerca di intimità che ispira i nuovi paradigmi dell’abitare: portare il tessuto sulle pareti significa aumentare la valenza sensoriale degli ambienti, rimettendo al centro del décor l’eleganza, l’artigianalità e, perché no, anche il comfort tattile e materico”.

Con 200 dipendenti, cinque showroom monomarca (a Milano, Parigi, Londra, New York e Mosca), uffici commerciali a Madrid, Dubai e Singapore, Dedar è un brand con forte vocazione estera sul fronte della copertura retail, sul versante delle quote di mercato ma anche nell’ambito delle partnership, come ha dimostrato, dal 2011 al 2020, la collaborazione con Hermès per la produzione e la distribuzione delle collezioni di tessuti d’arredamento e carte da parati. “Siamo presenti in 80 Paesi nel mondo e la maggior parte dei nostri risultati si consolidano in Francia, Germania, Uk, Eau, Russia, Estremo Oriente e negli Stati Uniti, dove nel 2022 abbiamo registrato la performance più rilevante grazie all’ottimo lavoro condotto sul fronte del retail e dei progetti legati all’hospitality. L’Italia resta un mercato di riferimento: qui lavoriamo in maniera trasversale con gli studi di progettazione, i designer, i rivenditori locali, le imprese del mobile, le aziende della moda, come Persol e come Borsalino, con cui per il Salone 2022 abbiamo condotto un’iniziativa in supporto ad AIRC, la Fondazione Italiana per la ricerca sul cancro, ma anche con artisti, creativi, registi. Penso a Luca Guadagnino, che ha scelto Dedar per i set di Chiamami col tuo nome e di Suspiria, al designer newyorkese Stephen Burks, all’architetto Michele Bönan, ai fratelli Humberto e Fernando Campana o a Martino Gamper e Brigitte Niedermair. Interfacciarsi con persone così diventa una meravigliosa opportunità per attingere ispirazioni da universi e culture multiformi, di cui il tessuto esprime la concreta materializzazione”.

Forte di un catalogo di oltre 3.000 referenze, 115 proposte ignifughe in più di 700 varianti di colore adatte anche all’uso contract, oltre alle proposte outdoor, il business Dedar poggia su tre pilastri: “Ispirazione, relazione e realizzazione – elenca la CEO – e ciascuno ha un’eguale rilevanza. La fase della realizzazione, in particolare, viene affidata all’esterno: ci appoggiamo alla filiera tessile, in prima battuta quella italiana del distretto di Como insieme a quella francese. La produzione Dedar è per oltre il 70% italiana, soprattutto per i velluti, le lane e le sete in grande altezza, ma poi c’è chi lavora per noi in Belgio o in India, da dove provengono i tessuti fatti a mano e le ricamerie. Ci piace conoscere i vari player del comparto, incontrare chi produce il filo o chi si occupa del finissaggio: è un modo per aggiornarci e per entrare dentro al prodotto e apprenderne i linguaggi e le infinite potenzialità. Qualunque sia il traguardo, la bussola resta quella dell’eccellenza, che ci spinge a muoverci come esploratori che cercano il meglio nei posti giusti. È quello che nella storia hanno sempre fatto gli italiani aprendosi al mondo, ed è questo aspetto così speciale dell’italianità che rappresenta tuttora la forza del nostro Paese”.

Dedar ha intrapreso un percorso strategico di lungo termine per integrare le tematiche legate allo sviluppo sostenibile nei processi e negli obiettivi aziendali. “Dal 2020 ci siamo impegnati a pubblicare il Report annuale di Sostenibilità, per rendicontare con trasparenza gli impatti aziendali e presentare gli ambiti e gli obiettivi di azione per uno sviluppo sostenibile”, dice Caterina Fabrizio. “Di fatto, la sostenibilità ci accompagna da sempre come forma mentis ed è confermata dalla nostra ricerca della qualità, dalla cura per le persone che lavorano con noi, per il cliente e per i fornitori, le cui aziende sono tutte normate sotto il profilo dell’impatto ambientale, e dalla durabilità del tessuto: non siamo un brand che sforna collezioni a getto continuo e i nostri prodotti sono pensati per avere un ciclo di vita anche di 10-15 anni e oltre. In più, ci siamo aperti all’uso dei filati riciclati: è il caso del Poliestere FR, introdotto in versione riciclata nelle nuove collezioni e riproposto in alcuni nostri bestseller. Per il 2023 a titolo di compensazione stiamo valutando l’acquisto dei crediti di carbonio certificati sulla base di Scope 1, 2 e 3. L’anno è partito bene e l’obiettivo è ancora quello di una crescita a doppia cifra. Il 2022, del resto, si è concluso con la partecipazione a parecchi progetti che confermano il ruolo di primo piano di Dedar nel settore dell’hospitality d’alta gamma: ricordo l’hotel Bulgari di Parigi e a breve il Bulgari di Roma, ma anche il Goodtime Hotel di Pharrell Williams a Miami, il Portrait e il Casa Cipriani a Milano, e il Mandarin Oriental a Madrid”. A gennaio, poi, c’è stato il lancio della nuova collezione, che testimonia una volta di più, con jacquard grafici come Tiger Beat, wallcovering rigati di gusto brit come e materiali ultra tattili come Adorabile Alpaca, la maestria di Dedar nell’arte di fondere savoir faire, cultura e alta tecnologia tessile: l’ennesimo filo di una trama complessa e affascinante, che riserva ulteriori sorprese.