Poliform sta realizzando in Brianza uno stabilimento da 20mila metri dedicato alla produzione del mobile imbottito. La specializzazione, affrontata per la prima volta nel 2008, oggi vale il 30% del fatturato e assicura un’ottima marginalità
Quest’anno continueremo a espanderci”. Giovani Anzani, CEO di Poliform, annuncia un nuovo investimento in atto per il gruppo di Inverigo (Como). E al centro dello sviluppo c’è il mobile imbottito, che sta assumendo un peso strategico nel business aziendale.
SVILUPPO CON UNICO BRAND
Dieci anni fa, Poliform non disponeva di una divisione legata a poltrone e divani. Oggi quest’ambito arriva a rappresentare il 30% delle vendite. Quando il gruppo brianzolo mosse i primi passi nel comparto dell’imbottito, lo fece con l’intenzione di completare il sistema lifestyle del marchio in aggiunta ai sistemi per la zona giorno, alle camere da letto e alle cucine, che all’epoca erano presidiate con il marchio Varenna mentre dal 2018 sono rientrate sotto il cappello di Poliform. Il successo per il comparto upholstery era atteso ma, considerando da un lato la quota raggiunta sul giro d’affari e dall’altro la crescita complessiva del gruppo, è andato oltre le previsioni. “Abbiamo bisogno di aumentare la produzione – spiega Anzani – e perciò si è resa necessaria la realizzazione di oltre ventimila metri di stabilimento per rafforzare quella che ormai rappresenta la nostra terza business unit. L’obiettivo è di ultimare i lavori e trasferire tutta la produzione nella nuova location entro fine anno”. Poliform ha infatti ottenuto nel 2017 un fatturato complessivo di 191 milioni e nell’esercizio 2018 dovrebbe aver superato quota 200 milioni. “Lo sviluppo degli imbottiti – continua Giovanni Anzani, fondatore dell’azienda assieme ai cugini Alberto e Aldo Spinelli – è stato un vero e proprio crescendo, a partire dai primi pezzi ideati nel 2008 fino all’ultimo nato, Bellport, presentato nel 2018 al Salone del Mobile, disegnato da Jean- Marie Massaud e premiato anche da Stylepark”. L’apertura della factory, ubicata sempre in Brianza per una produzione made in Italy, determinerà ulteriori assunzioni, attualmente in fase di studio. Si profila quindi un potenziamento non solo della capacità produttiva, ma anche dell’occupazione per Poliform, che già conta 650 addetti in Italia, ai quali vanno aggiunti i 70 di Poliform Usa e i 40 di Poliform Uk. Si tratta pertanto di una piccola multinazionale, forte di sedi commerciali anche in Cina e in Qatar per il middle east. È invece 100% made in Italy la parte produttiva, effettuata nei cinque stabilimenti tutti situati in Brianza e suddivisi tra le varie specializzazioni. A questi si aggiunge il Poliform Lab, dedicato alle attività di ricerca e sviluppo, concepito come una fabbrica da cui non escono oggetti di design, ma soltanto idee tratte da ispirazioni internazionali e trasformate in soluzioni di comunicazione. Dall’export dipendono i tre quarti dei ricavi generati da Poliform. Gli Stati Uniti sono il primo mercato estero, ma la crescita più rilevante è legata alla Cina dove peraltro l’azienda ha inaugurato a gennaio un punto vendita monomarca da 1200 metri quadrati a Shenzhen, nel museo cittadino aperto in collaborazione con il londinese Victoria & Albert Museum. “Siamo arrivati a 85 negozi e quest’anno ne arriverà un’altra ventina, di cui cinque in Cina dove ormai abbiamo coperto tutte le cosiddette città di primo livello e stiamo ora entrando in quelle secondarie”, evidenzia Anzani. Sommando i negozi a marchio proprio e i multimarca, i prodotti Poliform entrano in oltre 800 store distribuiti in quasi ottanta Paesi del mondo. Si aggiunge poi il canale contract e progettazione, che è tra i più dinamici perché, afferma Anzani: “Il mercato richiede pezzi iconici da inserire all’interno di hotel e spazi pubblici, con particolari esigenze legate a poltrone e divani. Pertanto sentiamo di dover effettuare uno sforzo maggiore nell’ideazione di it-sofa, destinati alle più importanti città mondiali, con conseguente arricchimento della visibilità e del valore percepito di brand”. Appare perciò evidente che lo sviluppo, in gruppi che offrono una proposta completa di arredo per la casa, è legato al mobile imbottito. Nel caso di Poliform, nato come produttore specializzato nei sistemi componibili per la zona giorno e negli armadi, oggi l’originario core business rappresenta all’incirca il 33% del giro d’affari, che dipende per circa 30% dalle cucine. Del resto, le case contemporanee si stanno evolvendo rapidamente, ci sono meno oggetti da conservare, le librerie si “alleggeriscono” e dallo studio si trasferiscono all’ambiente living, con esposizione di coffee table books legati all’immagine e non alla mera lettura. Ed è naturale che gli investimenti, nel residenziale così come nel contract, siano concentrati sui prodotti che fanno la differenza e caratterizzano in modo più incisivo lo spazio. Inoltre, nel mobile imbottito c’è una marginalità superiore e questo motiva ancor più le aziende a dedicarvi tempo e risorse. La sfida a lungo termine consiste nel comprendere come andrà sviluppato il sistema componibile, intercettando le nuove esigenze del cliente finale. Quella a breve, inevitabilmente, porta al potenziamento delle sedute.