Un’azienda nata nel 1960 e cresciuta, come tante, con un dna familiare. Che si è messa poi in discussione, ha aperto il capitale, si è managerializzata veramente, ha fatto un percorso di crescita internazionale, acquisizioni, ha cercato un partner finanziario importante come Tip, si è quotata in Borsa nel 2006.”Ci resta solo una missione sulla luna” scherza il presidente esecutivo Francesco Casoli all’ottavo Pambianco – Interni Design Summit. Sicuramente, intanto, allarga la gamma ai forni integrati e autoaspiranti.
Elica è una delle pochissime società del design quotate a Piazza Affari. Altre arriveranno probabilmente tra fine anno e l’inizio del 2023. Ma tanto dipende dalle condizioni esterne di mercato. Francesco Casoli però è netto: “quotatevi”, l’appello che lancia a un pubblico imprenditori del mobile riunito a Palazzo Mezzanotte. Intanto Elica chiude il 2021 con oltre 540 milioni di euro di fatturato e nel suo curriculum annovera diverse milestones aperte, l’appartenenza al segmento Star, il mondo delle eccellenze delle società Small e Mid Cap, Un percorso in ‘front-end’, come evidenzia Barbara Lunghi, responsabile Listing Sales Italy di Borsa Italiana. Elica pioniere, dunque, del design quotato in Borsa. “Diciamo che noi con il design abbiamo avuto a che fare sin dall’inizio: abbiamo preso un prodotto banale, un aspiratore sopra i fornelli e ci abbiamo messo tanto design, tanta innovazione e tanto pensiero laterale e abbiamo permesso di apprezzare questo prodotto in giro per il mondo” evidenzia Casoli. E oggi Elica esporta circa il 90%.
UN CAMBIO DI MARCIA RADICALE
“E’ cambiata completamente” chiosa il presidente. ”L’ingresso in Borsa, per un’azienda come la nostra, con una struttura manageriale ‘provinciale’, non foss’altro perché a Fabriano non è facilissimo attrarre talenti, sicuramente ci ha permesso di fare quel salto necessario e ci ha messi in gioco”. Un gioco non sempre facile, ammette, soprattutto perché “per un presidente giocatore, di carattere, non è così banale avere un confronto continuo, sia con il mercato sia con il management, e con altri investitori”. Contemporaneamente, però, la quotazione “ci ha dato tantissima visibilità”. Ma quanto vale questa visibilità? “Secondo me è molto e ci ha dato tantissima attrattività: oggi riusciamo ad attrarre persone, talenti che sicuramente non saremmo riusciti ad avvicinare se non fossimo in Borsa. Questa è la parte super positiva”.
AGGREGAZIONI E CAPITALE PER CRESCERE
Il passo successivo e necessario, ora, è “capire insieme al sistema Borsa, insieme a chi ti aiuta in questo percorso, come valorizzare l’azienda, il lavoro, l’impresa. Oggi siamo un’azienda che fa circa 60 milioni di Ebitda, e il valore intrinseco è intorno ai 180-200 milioni. Circa quattro volte”. Poco in realtà se si guarda ai multipli di altre società quotate soprattutto all’estero. Poco per tutto il sistema. Ecco allora che dovrebbe riguardare tutti il pensiero su come “riuscire ad aiutare Borsa Italiana, il sistema, il network a valorizzare aziende come le nostre, in un sistema europeo così competitivo”. Senza andare troppo lontano, “la Francia c’è riuscita: ha fatto aggregazioni, poli della moda, dell’alimentare. Situazioni che il mercato apprezza tantissimo e valorizza”. Serve dunque “un salto di conoscenza, reputazionale a livello internazionale. Questo ritengo che sia – sottolinea Casoli – uno degli argomenti su cui dovremmo lavorare e dovremmo farlo tutti insieme, perché poi alla fine la colpa non è mai solo di un attore. Ritengo che vi sia una opportunità per tutti. E il nostro compito di imprenditori è proprio trasformare i problemi in opportunità”. E questa, a suo avviso, è una “grande opportunità”. Ma indubbiamente all’interno del settore c’è una certa dinamicità, una certa voglia manifesta di aggregazione e anche di Borsa.
PIAZZA AFFARI PUO’ ESSERE LA CASA DEL DESIGN ITALIANO
Nel frattempo, ricorda Lunghi, Borsa Italiana è entrata a far parte di Euronext, che è una listing franchise, una grande infrastruttura leader a livello europeo con oltre 2000 società quotate e un cosiddetto Single Equity Pool, un unico pool di liquidità al quale si accede attraverso sette porte diverse, tra cui, appunto, Borsa Italiana. “Desideriamo che Piazza Affari sia la casa del design italiano e delle aziende ambiziose che hanno una vocazione all’innovazione, alla trasparenza e possono utilizzare al meglio questo tipo di strumentazione” assicura. Quali consigli si possono dare dunque a chi ha in aniomo di intraprendere il percorso? “Il primo è buttarsi” afferma Casoli. E il perché è presto detto: “adesso siamo attrattivi, la comunicazione ci assicura molta più visibilità”. Ma questo è solamente uno degli aspetti. Il più visibile Poi ci sono gli intangible. “Noi oggi facciamo 540 milioni di euro di fatturato. Non so se non fossimo quotati quanto saremmo cresciuti. Io penso molto meno” E dare corpo e valore agli intangible è difficile. “Non è che la Borsa ci ha dato il 20% di quote di mercato in più, però sicuramente sono convinto che grazie all’attrazione dei talenti, alla visibilità, alla dinamicità, alla capacità di reperimento dei capitali, alla velocità di esecuzione e trasparenza verso il cliente e quindi anche verso il mercato, siamo potuti crescere in maniera virulenta. Abbiamo avuto un ‘motore’ in più in questo senso e poi ovviamente ci abbiamo messo anche del nostro”.
SOSTENIBILITÀ? ESSERE COSTANTI E FARE INNOVAZIONE CONTINUA
Ora cosa c’è nel futuro di Elica? “Noi cerchiamo di combattere giorno per giorno creando mettendoci sempre in discussione. Oggi lanciamo un forno, una grande novità. Facevamo cappe aspiranti e oggi decidiamo di entrare nel mercato con un forno aspirante e piano di cottura integrato, qualcosa che chiaramente ci porta a giocare in un campionato diverso, in un mondo che sconosciuto e bellissimo, perché quando ti metti a fare cose nuove chiaramente diventa tutto molto più divertente, anche se molto più complesso. Ma questo è un po’ il nostro dna”. Ma Elica sta parallelamente crescendo tantissimo nei motori elettrici, circa 20 milioni di motori l’anno. Ed è qui che entra in gioco un altro importante tema. Quello della sostenibilità. Parola che Casoli non ama, ma che apre uno scenario importante su cosa sia davvero sostenibile e cosa sia invece solamente greenwashing. La prima è ciò che le aziende davvero sono in grado di realizzare: “il design va benissimo, cerchiamo di stare attenti all’uso dei materiali, all’efficienza energetica eccetera” ma ci vuole concretezza, azioni anche lente e costanti nel tempo, che possano imprimere un reale cambiamento. Ridurre di un watt il fabbisogno energetico di un motore elettrico ha una conseguenza in termini di minori emissioni rilevantissimo. peccato che il mercato non vede, neanche percepisce”. ma è su questo che bisogna battere. “La comunicazione sulla sostenibilità è a mio avviso un greenwashing”. Quel che serve davvero è “essere costante, cercando sempre soluzioni realmente innovative e portarle avanti nel tempo”. Questo “gli investitori lo capiscono e ne avranno un vantaggio. è proprio nella scelta delle aziende performanti che hanno visione, che hanno valori reali, che gli investitori potranno fare gli investimenti migliori. Quindi è giusto che noi fatichiamo per comunicare, ma è anche importante che gli investitori comincino a cercare di capire davvero dove siano le aziende migliori”.
TRA FINE ESTATE E INIZIO SETTEMBRE NUOVE IPO
Se quello di Casoli è un assist alle società del design a quotarsi, va detto che il momento resta comunque difficile: “i mercati globali, non solo in Italia, stanno subendo un momento di volatilità e incertezza negli scenari macroeconomici. Di conseguenza, dunque qualche società ha rallentato i piani, in molti casi semplicemente rimandato più che abortito il processo di quotazione” rivela Lunghi. Rispetto ai numeri, ad oggi hanno debuttato a Piazza Affari 14 società e altre 10 circa “stanno lavorando per sbarcare anche prima dell’estate o subito prima di settembre. Sono società di piccole dimensioni. Sulle grandi società abbiamo avuto un paio di flagship deal come de Nora a Technoprobe, che sono operazioni rilevanti non solo per l’Italia ma per tutta l’europa. Altre stanno guardando alla finestra dell’autunno. Tra queste, anche società del design che puntano ai prossimi mesi o inizio del 2023. Speriamo che i mercati riprendano fiducia e che migliori la situazione macroeconomica, che ci siano la liquidità e la fiducia necessarie per fare sì che i mercati primari tornino a galoppare sui grandi numeri”. Del resto, “il desiderio di Borsa c’è, la cultura dell’equity in Italia si è modificata moltissimo. Quest’anno abbiamo una piplenina importante ed è significativo del fatto che le società vogliono quotarsi”, conclude Lunghi.
ARRIVA LHOV, UNA NUOVA CATEGORIA DI ELETTRODOMESTICI
Intanto Elica, come ricorda il suo presidente, ha presentato in anteprima mondiale a Eurocucina 2022 Lhov, un prodotto che, di fatto, va a creare una nuova categoria di elettrodomestici: una soluzione 3 in 1 che integra piano cottura, cappa e forno. ll suo nome, ideato e disegnato da Fabrizio Crisà, evoca i tre essenziali di ogni cucina (Hob, Oven, Ventilation), ma anche l’amore che li vede uniti in un prodotto unico e inedito. Lhov consiste in un unico modulo che preserva ed esalta la linearità della cucina: nessuna sporgenza, nessuna interruzione, il sistema aspirante è sapientemente nascosto nel prodotto, mentre il forno, collocato sotto al piano cottura, si trova ad un’altezza che favorisce l’ergonomia e libera spazio sotto di sé per un ulteriore vano di stoccaggio. Il suo sistema aspirante rimuove vapori e odori provenienti non solo dal piano, ma anche dal forno: sia che si tratti dell’aria che fuoriesce dal bordo superiore durante il funzionamento sia dell’ondata di vapore che normalmente si sprigiona all’apertura della porta.