Associazione di Confindustria che riunisce le imprese del settore professionale per ristorazione e ospitalità, rappresentando i comparti di cottura, lavaggio e refrigerazione, Efcem ha presentato i numeri del 2022 e ha provato a capire l’andamento del comparto per gli anni a venire. “Dopo la pausa forzata del 2020 a causa della pandemia – ha raccontato il presidente di Efcem, Andrea Rossi – sono arrivati due anni record, tanto che il 2022 ha visto una crescita di fatturato del 10% rispetto all’anno precedente e soprattutto del 17% rispetto al 2019. Percentuali che portano il fatturato dello scorso anno oltre i 6 miliardi di euro, mentre anche il primo trimestre del 2023 si conferma in aumento (+4,5% rispetto al 2022). Da questi dati si può calcolare una pre-stima di chiusura del primo semestre 2023 che dovrebbe vedere ancora una crescita dei fatturati compresa tra il 5 e il 10%. Anche se, calcolando i numeri in rapporto con la costante crescita dell’inflazione, emergono i primi segnali di possibile contrazione del mercato più a lungo termine”.
Dopo il rimbalzo in alto del mondo della ristorazione e dell’ospitalità seguito alle chiusure obbligate durante il periodo pandemico, nel 2023 è proprio il processo inflazionistico che sta riducendo lo sviluppo, diminuendo il potere d’acquisto dei clienti anche se non il desiderio di consumi. “Questo scenario – ha aggiunto Rossi – ha accelerato i processi di frammentazione e specializzazione della ristorazione, anche nella declinazione per l’ospitalità, comportando un significativo cambiamento nelle offerte dei prodotti e dei servizi. La domanda si sta spostando da prodotto generico a specialistico, concepito per dare la risposta ottimale ad una precisa funzione e format di ristorazione. Una sfida al cambiamento a cui le aziende del comparto hanno avuto la capacità di reagire con estrema velocità, garantendo risposte efficaci e profittevoli per tutta la filiera. A ciò si aggiunge che, se sino a qualche anno fa gli aggiornamenti significativi delle apparecchiature venivano programmati ogni 8 o 10 anni, oggi questo processo si è velocizzato grazie anche alla connettività digitale e agli sviluppo elettronici dei prodotti”.
Per quanto riguarda proprio i listini di vendita del settore, il primo trimestre 2023 vede leggeri rialzi (+3.5%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un trend che comunque non crea tensione al settore, neppure in relazione all’export che è da sempre un punto di forza dei prodotti del settore professionale per ristorazione e ospitalità. “Lo scorso anno le esportazioni hanno registrato un nuovo punto di massimo per il comparto – ha concluso il presidente – raggiungendo il +23% rispetto al 2019 e i 5,2 miliardi di euro di valore, mentre anche i primi tre mesi 2023 confermano una crescita a doppia cifra. I maggiori incrementi rispetto al 2019 riguardano il segmento refrigerazione (+33,2%). L’essere un fiore all’occhiello dell’export made in Italy è per noi un vanto, ma allo stesso tempo ci impone di ragionare in un’ottica più ampia. Tanto che ci piacerebbe che il nostro settore venisse, dalle istituzioni, riconosciuto a pieno titolo nella filiera dell’ospitalità e del turismo, per condividerne sviluppo e tutele, oggi più che mai necessarie”.