Dieffebi, attiva nel settore dell’arredo per l’ufficio e la collettività, ha registrato nel 2018 un fatturato in crescita del 7,5% rispetto al 2017 raggiungendo i 15,9 milioni di euro, rispetto ai 14,9 dell’esercizio precedente. L’Ebitda per il 2018 è stato pari all’ 8,37%.
La positiva performance dell’azienda, con sede a San Vendemiano (Treviso),è il frutto di investimenti in tecnologie produttive all’avanguardia, in materiali di prima qualità e in processi a basso impatto ambientale, grazie ai quali ha potuto crescere nel corso del tempo e imporsi sul mercato internazionale con un export pari al 65% del fatturato.
Per il 2019, l’azienda continua ad investire nel suo percorso di crescita agendo su due fronti: da un lato, è in atto un processo di riorganizzazione ed ottimizzazione della produzione attraverso l’inserimento di nuovi macchinari ad alta tecnologia, la creazione di 3 mini fabbriche e la collaborazione con un Centro Logistico esterno per la gestione del magazzino prodotti finiti e per l’organizzazione delle spedizioni. Dall’altro, l’azienda ha in previsione di rafforzare la sua presenza sia sul mercato domestico che su quello internazionale attraverso una serie di azioni mirate.
In particolare, Dieffebi ha avviato quest’anno un rapporto di agenzia in Svezia per sviluppare l’area del nord Europa, cui è seguita la partecipazione alla fiera di Stoccolma. Le numerose Fiere del comparto rimangono uno dei punti chiavi della strategia di sviluppo dell’azienda a cui si affiancano le collaborazioni con diversi show-room in Italia e all’estero, in particolare con il Paese del Dragone. “La Cina è per noi un mercato molto importante: da sei anni collaboriamo con un’azienda cinese per la produzione di due linee di prodotto attraverso un accordo di licenza per la produzione e l’utilizzo del marchio, da noi registrato in Cina – commenta Alberto De Zan, Direttore Generale di Dieffebi – Il nostro partner, oltre all’unità produttiva, dispone di 10 showroom nelle principali città e questo ci consente di avere un’ottima visibilità sul territorio”.