Giulio De Carli, socio fondatore di One Works, considera Dubai come una città fondamentale per chi opera nella progettazione. Lo studio è presente dal 2010 ed è coinvolto in due padiglioni di Expo, nel potenziamento dell’aeroporto, nella ferrovia arabica e ora nella realizzazione del Meydan Mall
“La parola che più di tutte contraddistingue Dubai? Velocità.” Giulio De Carli, socio fondatore dello studio One Works insieme a Leonardo Cavalli, considera la città degli Emirati Arabi Uniti come un luogo ricco di opportunità, altamente concorrenziale, costoso, difficile ma al tempo stesso unico. “Non abbiamo mai trovato una condizione analoga nel resto del mondo, perché qui le contaminazioni tra le diverse metodologie di approccio al design, le culture, ma soprattutto le religioni che coesistono, fanno sì che il fare progetto sia incomparabile”.
CONDANNATA A CRESCERE
One Works, studio leader nella progettazione con particolare esperienza maturata nell’ambito delle infrastrutture di trasporto, è presente a Dubai fin dal 2010, anno della svolta per i fondatori che, constatate le difficoltà economiche del mercato italiano, decisero di accelerare oltre confine, piantando una delle prime bandierine dello studio proprio negli UAE con Anwar Mohamed, il terzo partner basato a Singapore. “Abbiamo visto cambiare ogni scenario, con periodi di crescita alternati a fasi di stagnazione – ricorda l’architetto – ma Dubai è condannata alla crescita perché si basa su un modello di continua novità e sulla sostituzione di tutto ciò che ha solo qualche anno di vita”. Questa crescita è avvenuta ovunque, dall’ospitalità al residenziale passando per il terziario, fino al mondo gastronomico che, secondo De Carli, a Dubai presenta mille sfaccettature e sembra non conoscere tregua. A differenza della vicina Abu Dhabi, anch’essa in pieno sviluppo ma molto differente per approccio e sistematicità, la città dei mall e del Burj Al Arab ha una percentuale molto contenuta di popolazione autoctona, i cosiddetti locals, e una maggioranza di expats e di turisti. “Dubai – riprende De Carli – è ponte e nodo. La crescita di Emirates ha contribuito a ridisegnare la geografia dei collegamenti tra Europa e Far East. Facendo base in un punto mediano, ha fatto sì che le rotte si accorciassero e approfittando di queste rotte più corte, ha imposto Dubai come destinazione turistica e commerciale”. Oltre a portare gli europei in Cina e in Australia, Emirates ha fatto conoscere loro le spiagge dell’emirato, generando una domanda crescente in termini di accoglienza, lusso e turismo. “E questo, a sua volta, si porta dietro una progettualità architettonica importante”, commenta l’architetto. Intanto, per le strade di Dubai, si comincia a respirare il clima di Expo 2020, in modo parzialmente simile a quanto accadeva a Milano alla vigilia del 2015. “Le condizioni sono molto diverse, perché Milano era silente da decenni e Dubai invece no. Expo 2015 è stato l’evento determinante per il salto che la città ha fatto nel riposizionamento tra le città europee, ma la maggior parte dei progetti, che con lo sforzo finale sono stati ultimati per Expo, avevano origini nei decenni precedenti. Il parallelo allora regge fino a un certo punto, ma se guardiamo l’ultimo miglio, allora sì che la preparazione si assomiglia.” One Works sta partecipando alla gara per i progetti di due padiglioni dell’Expo di Dubai, ma c’è fermento anche fuori dal perimetro dell’Expo. Ed ecco che nei lavori dello studio milanese s’inserisce la gara per l’ampliamento dell’aeroporto Al Maktoum, che dovrebbe diventare il più grande del mondo con una capacità superiore a 220 milioni di passeggeri e 16 milioni di tonnellate di merci all’anno. Inoltre, lo studio è coinvolto nel progetto di una linea ferroviaria che partendo da Abu Dhabi, collegherà gli Emirati con l’Arabia Saudita e l’Oman. Quest’ultimo coinvolgimento conferma la capacità di One Works nell’ambito delle infrastrutture, dove recentemente ha firmato l’ampliamento (con la prima parte già inaugurata) dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, il nuovo terminal di aviazione generale SEA Prime a Linate, le metropolitane di Riyadh (Arabia Saudita) e Doha (Qatar).
RETAIL URBANO
Al di fuori dell’ambito infrastrutturale e dei trasporti, a Dubai lo studio milanese è parte dell’ambizioso progetto corale Meydan Mall, centro commerciale annunciato a luglio da Dubai Holding, gruppo governativo d’investimenti, e dal constructor Emaar, con l’obiettivo di diventare il centro commerciale più grande del mondo. “Il retail sta facendo grandi passi, alla velocità che lo contraddistingue. Non si contano più i progetti di mall commerciali e le nuove aeree dedicate, e soltanto pochi mesi fa nessuno avrebbe mai pensato a una simile accelerazione”, racconta De Carli. Un esempio eclatante, agli occhi dell’architetto, è JBR Walk nella zona di Dubai Marina, nata due anni fa e concepita come “una lunga passeggiata attrezzata con ristoranti e padiglioni dalle diverse tipologie di commercio, realizzata però con un concetto di promiscuità tra spazio pubblico e commerciale molto nuovo per la città, come se fosse un mall diffuso, in totale contrapposizione al classico centro commerciale inteso come mega contenitore di negozi. Questa nuova visione sta cominciando soltanto adesso a diffondersi in Europa, mentre a Dubai, nel giro di pochi mesi, è stata adottata già in diverse zone”. Meydan Mall sarà una città dentro la città con torri, hotel, pista da sci due volte più lunga di quella esistente, parchi e spazi d’acqua. Sarà una nuova destinazione all’interno del gigantesco luna park che è Dubai. “Essere presenti qui – conclude De Carli – è per noi un’importante opportunità, anche guardando all’intera area del Golfo”.