Cresce l’appeal di Icff, evento di Manhattan focalizzato sul contract. Target mirato e prospettive di incremento nel business spingono gli italiani a scommettere su New York. In evidenza le piastrelle in ceramica, protagoniste di una collettiva per conquistare spazi anche nei rivestimenti delle facciate.
In una New York ormai assurta a centro nevralgico della progettazione, cresce di anno in anno l’importanza di Icff (International Contemporary Furniture Fair) come evento/opportunità per avvicinare il mondo dei professionisti, architetti e interior designer della ‘Grande Mela’. La conferma è arrivata dall’ultima edizione della fiera, di scena dal 14 al 17 maggio allo Javits Center di Manhattan, con oltre 15 mila metri di superficie espositiva e un’affluenza di 33 mila potenziali buyer. Il suo segreto è il target: a differenza delle altre manifestazioni nordamericane e in particolare del Market di High Point, sempre più orientato al prodotto di fascia economica e quindi sempre meno interessante per le aziende italiane di design, il visitatore di Icff appartiene a quel ristretto gruppo di selezionatori da cui dipendono i grandi progetti residenziali, alberghieri, catene di negozi e in generale tutto il canale denominato contract, il cui peso è diventato rilevante nei fatturati delle società di arredamento. “Una piattaforma di business di straordinaria eccellenza” la definisce Giovanni Santamaria, managing partner di Certina Holding, gruppo tedesco che ha partecipato alla fiera con il brand Teuco, presentando la versione mini della vasca I Bordi (designer Carlo Colombo). “Icff – sottolinea il manager – ci permette ogni volta di stringere nuovi contatti, consolidare quelli esistenti e confermare la nostra posizione di ambasciatore del made in Italy nel mondo”. Per l’azienda di Montelupone (Macerata) si tratta della terza partecipazione consecutiva, segno di una volontà di investimento nel mercato Usa che ha già dato risultati prestigiosi nel mondo contract a New York, come la fornitura di 150 vasche I Bordi per le bathroom suite dell’edificio residenziale da 11 piani nel quartiere di Chelsea firmato da Zaha Hadid. La presenza italiana a Icff ha avuto il proprio epicentro nel padiglione multibrand organizzato da Ceramics of Italy e promosso da Confindustria Ceramica con Ice New York, a cui hanno partecipato 19 produttori suddivisi tra specialisti di ceramica sanitaria, ceramiche decorative e porcellanati hi-tech. “Quello newyorchese – sottolineano da Sassuolo, centro produttivo di riferimento mondiale e sede di Confindustria Ceramica – è un mercato estremamente interessante per il nostro prodotto, che possiede caratteristiche di design tali da renderci interlocutori naturali del mondo contract”.
Tra le aziende presenti nella collettiva c’era il gruppo Ricchetti, che opera in Italia con i brand Ricchetti, Cerdisa, Cisa e con la licenza Roberto Cavalli Home. “Abbiamo partecipato solo con i prodotti a marchio Cerdisa – spiega Mauro Grignani, direttore commerciale e marketing – e siamo soddisfatti per l’affluenza notata durante la fiera e soprattutto per il livello qualificato dei visitatori. Il rapporto costi/benefici della partecipazione allo stand collettivo è stato piuttosto alto”. Per Ricchetti, le cui attività italiane (escludendo le consociate estere) hanno raggiunto i 76 milioni di ricavi nel 2015, il mercato nordamericano vale l’11% del fatturato, con un tasso annuo di crescita che varia dal +11% del Canada al +20% degli Stati Uniti. Potenziare il contract, dove ha recentemente ottenuto un contratto da migliaia di appartamenti l’anno per una società londinese di real estate, è tra le priorità del gruppo, che ha aperto da pochi mesi un ufficio commerciale a Hong Kong proprio pensando alle prospettive in ambito hospitality e che dispone a Londra di una struttura dedicata ai rapporti con i progettisti. “Negli Usa, per il momento, ci limiteremo a ingrandire lo stand a Icff, appoggiandoci poi a un distributore per mantenere i contatti con gli architetti offrendo loro un servizio qualificato” sottolinea Grignani. Da Ceramiche Settecento, realtà a conduzione familiare con base a Fiorano Modenese e 19 milioni di consolidato, generati per il 92% dall’export, quello americano è un mercato in crescita del 30% l’anno. “Gli interlocutori commerciali stanno cambiando in fretta – racconta Stefano Boscolo, responsabile delle vendite oltremare – e con il passaggio dagli importatori/distributori agli architetti/designer, diventa sempre più importante essere presenti a Manhattan che, assieme a Londra, è il luogo dove si progettano quasi tutte le torri in costruzione nel mondo”. Tra i progetti realizzati da Ceramiche Settecento compaiono alcuni hotel della catena Marriott e gli uffici di Condé Nast al Wtc di New York.
di Andrea Guolo