Ad Atene, Renzo Piano realizza con gli arredi DePadova un manifesto della sua visione ambientale, collegando terra e acqua in un edificio capolavoro di sostenibilità, ideato per ospitare biblioteca e opera nazionale greca.
La terra abbraccia il mare. Il sogno (finora) irrealizzato di Renzo Piano per la sua Genova si è avverato ad Atene. In attesa di concretizzare il grande progetto waterfront nella città natale, che restituirà alla ‘Superba’ l’antico affaccio sul golfo, l’architetto italiano più noto nel mondo ha messo la sua firma sul recupero dell’ex ippodromo di Kallithea, area salvata dall’abbandono e trasformata in un centro culturale della Fondazione Stavros Niarchos. Il rapporto visivo e ambientale con l’antistante baia di Faliro, venuto a mancare nel corso dei secoli, è stato ripristinato attraverso la realizzazione di una collina artificiale trasformata in parco, la cui superficie inclinata si conclude nella grande architettura dell’edificio, dal quale si può ammirare una spettacolare veduta marina. La progettazione di questo complesso culturale, che comprende la biblioteca nazionale e l’opera nazionale greca, ha consolidato l’intesa tra lo studio Rpbw e DePadova, brand icona milanese dell’arredamento, già scelto da Piano per alcuni suoi capolavori quali il Centre Georges Pompidou a Parigi (1991), la sede de Il Sole 24 Ore a Milano (2004) e il Whitney Museum a New York (2015). Il contributo offerto dal team DePadova, azienda acquisita nel 2015 da Boffi secondo una strategia di sinergie prevalentemente ricercate all’interno del canale contract, riguarda la realizzazione di soluzioni personalizzate e l’inserimento di alcuni elementi presenti in collezione. Quadrato, tavolo icona del minimalismo presente nel catalogo DePadova dal 1986, è stato prodotto fuori misura e accessoriato con pannelli divisori verticali per arredare la biblioteca; l’abbinamento con le sedie, in questo caso, ha ‘premiato’ la linea Cirene, disegnata nel 1999 da Vico Magistretti e prodotta con scocca anatomica in faggio curvato e una struttura sottile, in acciaio cromato lucido. La sedia è stata consegnata in due versioni, con e senza braccioli.
Passando al teatro, DePadova ha operato custom-made per realizzare in misura speciale il suo divanetto Pollack, versione estesa della poltroncina disegnata sempre da Magistretti nel 1998. Nei camerini, il relax degli artisti pronti per entrare in scena è assicurato dalla presenza dei divani Tuareg, mentre gli spettatori nell’area lounge, arricchita dai tavolini Keel (Form Us With Love), possono conversare comodamente seduti nei divani Assuan. La grande hall dell’Opera e gli altri spazi comuni sono stati arredati con le poltroncine Basket e con gli essenziali tavolini Dan e Arthur. “È motivo di pregio – spiegano in azienda – essere presenti in un edifico così avanzato tecnologicamente ed in un luogo dove, a partire dalla trasparenza dell’architettura e dalla concezione che ha trasformato il sito, si vuole rendere accessibile la cultura proponendola come risorsa e come intrattenimento all’insegna della conoscenza”. La tecnologia va a braccetto con la sostenibilità, assurta a principio base della progettazione dell’edificio che ha ottenuto la certificazione Platinum, il rating più elevato previsto dal Leed (Leadership in Energy and Environmental Design). Questo riconoscimento fa della Fondazione Stavros Niarchos un manifesto concreto e iconico della riqualificazione in totale armonia con l’ambiente, e al tempo stesso uno dei progetti più prestigiosi a cui DePadova ha partecipato, arricchendo uno storico che comprende, tra gli altri, la Fondazione Ferrero ad Alba, le sale Frecciaclub nelle principali stazioni ferroviarie italiane e le realizzazioni in Franciacorta per il gruppo Terra Moretti, come le cantine dello spumante metodo classico Bellavista e l’hotel Albereta, inserito nel circuito Relais & Chateau.
di Luca Zappi