È costato 12 milioni di euro il nuovo magazzino automatizzato di Mornico, con cui il brand specializzato in tavoli e sedie (sempre più design oriented) punta ad aumentare il servizio riducendo i tempi di produzione e consegna. Gli obiettivi: ampliare la gamma prodotti, potenziare complementi e soluzioni per ufficio.
Non è soltanto tecnologico e funzionale. È anche bello. C’è la firma di Cino Zucchi sul nuovo centro logistico inaugurato il 22 settembre da Pedrali, gruppo di Mornico al Serio (Bergamo) specializzato nella produzione di tavoli, sedie e complementi d’arredo dai contenuti sempre più design oriented. Si tratta di un investimento importante e impegnativo, quantificabile in 12 milioni di euro, che l’azienda ha effettuato per rispondere alle richieste del mercato. “Diventeremo ancora più veloci in produzione e nelle consegne, i cui tempi sono già inferiori alle due settimane, aumentando il livello del servizio verso i clienti, retail e contract, a cui offriamo un’ampia gamma di prodotti customizzati”, racconta l’AD Giuseppe Pedrali mentre tutt’attorno i 500 metri di nastro trasportatore movimentano incessantemente i pallet (fino a 250 l’ora, per una capacità di stoccaggio di 17mila pezzi) contenenti materie prime, semilavorati e prodotto finito prelevati da cinque carrelli transelevatori, attraverso otto navette in collegamento con i quattro capannoni: tutto automatizzato, attivo h24 e controllato dal sistema gestionale informatizzato. Gli investimenti non si limitano all’headquarter di Mornico da 200 addetti. A Manzano (Udine), dove il gruppo è presente con la divisione specifica per il legno, sono stati inseriti macchinari di ultima generazione e un impianto di verniciatura ad acqua che unisce efficienza e rispetto dell’ambiente. Intanto si muove anche il business…
Come chiuderete il 2016?
Nei primi sei mesi siamo cresciuti di circa il 10% e dovremmo mantenere questo ritmo a fine anno. Puntiamo a 80 milioni di ricavi superando così il record stabilito nel 2015, con 72 milioni di euro e un incremento di quasi il 12 percento. L’export incide per l’85%, con tutti i mercati esteri in progresso, ma siamo soddisfatti perché anche l’Italia è in ripresa.
Come procede il piano di diversificazione dei prodotti?
C’è spazio per crescere nell’ambito dei complementi e delle lampade, su cui stiamo già operando. Lo sviluppo al di fuori dell’ambito living, in questo momento, riguarda principalmente le soluzioni per ufficio. Stiamo inoltre lavorando sull’innovazione dei prodotti, attraverso l’abbinamento dei materiali su cui siamo specializzati: legno, metalli e materie plastiche.
Nuove collaborazioni in vista sul versante design?
Ne abbiamo ormai una ventina. La nostra famiglia si amplia di anno in anno grazie alle nuove collaborazioni stilistiche l’ultima delle quali, con Patrick Norguet per la poltroncina imbottita Vic, ha debuttato al Salone 2016. La divisione R&D, per cui investiamo tra il 5 e 7% del fatturato annuo, opera a stretto contatto con i designer per sintetizzare i risultati della ricerca all’evento di Milano.
Per sostenere la crescita, meglio la borsa o un fondo d’investimento?
Né l’uno né l’altro. Ci fa piacere essere inseriti tra le “quotabili”, ma non siamo interessati perché ci autofinanziamo e vogliamo rimanere un’azienda familiare.
di Luca Zappi