Per Covivio la città di Milano è, e sarà anche in futuro, il mercato di riferimento in Italia. Nel settore uffici, sicuramente, ma con una valutazione attualmente in corso anche sul residenziale. Una città che “continua a confermare una dinamica particolarmente virtuosa e un grande potenziale” rileva l’amministratore delegato Italia di Covivio, Alexei Dal Pastro. E questo perché “nel panorama europeo è evidente a Milano il gap tra lo stock disponibile di immobili di qualità e la domanda. Un gap che ci proponiamo di riempire. Il Grade A è nell’ordine del 20%, mentre la domanda si attesta stabilmente tra il 70 e l’80% proprio sul Grade A. Siamo convinti che la pandemia porterà una accelerazione di una serie di trend come la tecnologia, la sicurezza, la flessibilità degli immobili dal punto di vista dell’hardware”. Le aziende, dunque, si vedranno costrette a “rilocalizzarsi in immobili di nuova concezione”. Per questo, chiosa Dal Pastro, “ci immaginiamo un trend particolarmente positivo”.
Per quanto riguarda il residenziale, l’investimento principale di Covivio è in Germania (con un team dedicato di 500 persone). E in Italia? Quale operatore long term, per modificare la propria strategia di investimento, Covivio si muove attivando innanzitutto un team che sia stabilmente il loco e che possa diventare leader di mercato. Un processo lento e tutto “da costruire, ma confermo che sia in Italia, sia in Francia si sta facendo questa valutazione che può rappresentare una buona strategia di exit per uffici complicati, ovvero spazi che non hanno una buona localizzazione in quanto periferici o non connessi” annuncia Dal Pastro, che si augura anche una “evoluzione normativa in questo senso, che possa rendere le nostre valutazioni più facili”. Intanto, per il 2021, la guidance di gruppo prevede vendite e rotazioni per oltre 600 milioni di euro (871 milioni nel 2020). In generale, “quello che viene ceduto poi viene reinvestito in progetti di sviluppo, con l’obiettivo di migliorare la qualità del portafoglio per avere immobili ristrutturati e in linea con la domanda” spiega. In Italia, rispetto al target di 600 milioni a livello di gruppo, “l’obiettivo è vendere tra i 150 e i 180 milioni, soprattutto asset maturi e una piccola porzione di immobili non maturi che si trovano fuori Milano”.
Tra le varie attività, la più recente per Covivio a Milano è rappresentata dallo Scalo di Porta Romana. “Nello sviluppo che stiamo portando avanti con Prada e Coima, l’obiettivo è creare un nuovo quartiere di riferimento non solo per la città, ma anche per gli standard mondiali” assicura Dal Pastro: “noi ci occuperemo dello sviluppo della parte uffici, concentrata nelle immediate adiacenze di Piazzale Lodi. Un progetto molto importante. Lo abbiamo condiviso lo scorso anno, sapendo che era un target centrale. Un progetto long term che traguarda le Olimpiadi del 2026 e ci consente di essere un operatore che partecipa allo sviluppo della città di Milano”. Per quanto riguarda tempistica, l’AD Italia di Covivio chiarisce che “stiamo assolutamente rispettando la time table condivisa con Regione Lombardia e il Comune di Milano e la macro time table per la realizzazione del Villaggio Olimpico. Ad oggi, dalla chiusura della gara lo scorso anno, abbiamo lanciato il concorso internazionale di masterplan: hanno partecipato 47 studi internazionali di elevato standing. Con la giuria abbiamo selezionato 6 studi, attualmente impegnati nella seconda fase. Il progetto vincitore verrà indicato a fine marzo. Poi ci sarà la condivisione del progetto con la città di Milano in aprile e poi si partirà con iter urbanistico e approvativo”. Covivio ha archiviato il 2020 con un utile di di 360 milioni di euro e un Epra Earnings di 385 milioni, in contrazione del 15 rispetto ai 452 milioni del 2019, ma meglio della guidance rilasciata a luglio scorso che indicava 380 milioni.