Cersaie prepara l’edizione del prossimo anno con la certezza che le ceramiche industriali, al centro dell’evento di Bologna, escono rafforzate dalla pandemia, per ragioni legate all’igienizzazione delle superfici domestiche. Confermato il legame con la progettazione e l’avvio della Contract Hall.
Cersaie ha tentato fino all’ultimo di concretizzare la propria edizione 2020, inizialmente fissata a settembre e poi spostata a novembre. La decisione di andare direttamente al 2021 è stata presa quando ormai era iniziata l’estate. “Non volevamo che fosse un’edizione più bassa del solito, per affluenza e internazionalità della nostra fiera”, racconta Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica, associazione proprietaria del marchio e della manifestazione che si svolge presso i padiglioni di Bolognafiere. Si sarebbe potuto confermare senza grossi problemi, con gli attuali protocolli sanitari, lo svolgimento dell’evento fisico, supportandolo con una spinta digital che non mancherà il prossimo anno, ma certamente non sarebbe stato il Cersaie a cui i produttori di ceramiche industriali e arredo bagno sono abituati, data l’ormai consolidata presenza di un 50% di presenze internazionali, di cui il 25% arriva da oltre Europa. “Stati Uniti, Cina, India, Medio Oriente… tutti questi Paesi non avrebbero potuto partecipare. Così, volendo porre al centro il mantenimento degli standard di Cersaie e il suo standing assolutamente ai vertici, abbiamo optato per il rinvio, decisione non facile anche dal punto di vista economico. E siamo già al lavoro per il 2021”.
SPAZIO AL CONTRACT
Cosa accadrà dunque il prossimo anno? Dal 27 settembre all’1 ottobre, Bologna si prepara ad accogliere un pubblico anche più ampio del solito, perché verrà realizzato all’interno del padiglione 18 uno spazio dedicato alla progettazione, Contract Hall, che va oltre gli ambiti tradizionali di Cersaie. Al centro del padiglione prenderanno spazio alcuni studi di architettura specializzati nel contract, contornati da aziende industriali che spaziano dalle cucine alle soluzioni per outdoor, dal wellness alla domotica, fino all’illuminazione. “Con la nascita e lo sviluppo delle grandi lastre – dice Savorani – la ceramica ha conquistato sempre più spazio nel contract, così abbiamo immaginato che se gli interlocutori di questo canale verranno in fiera per vedere le novità in ambito ceramico, avranno anche il modo di osservare tutto il resto dell’offerta. Per Cersaie si tratta di un potenziamento di tipologia d’esposizione”.
Il tema scelto per l’edizione 2020 per Cersaie viene confermato con più forza per il 2021, considerando i cambiamenti imposti dalla pandemia nell’ambito della casa. Il tema, infatti, era la salubrità della ceramica per riprogettare l’abitare e l’architettura. E di riprogettazione, afferma Savorani, si dovrà necessariamente trattare. “Il valore della ceramica, in tal senso, viene rafforzato, perché si tratta per sua stessa natura di un materiale salubre e conservabile nel tempo anche dopo ripetuti trattamenti di sanificazione con l’utilizzo di soluzioni a base alcolica. Questo vale per le case private, così come per gli spazi pubblici e per edifici come hotel, aeroporti, stazioni”. Se tradizionalmente, oltre al prezzo, i driver per la scelta di un prodotto destinato alla casa erano l’estetica e la funzionalità, ora sta aumentando il peso della salubrità dell’ambiente domestico. “La ceramica aiuta a vivere un ambiente sano. E lo racconteremo a Cersaie 2021”, sottolinea il presidente di Confindustria Ceramica.
DIGITAL IMMEDIATO
Quanto al digital, Cersaie non attenderà il 2021 per dare il via alla svolta ormai necessaria. A novembre, il Palazzo dei Congressi ospiterà un convegno dedicato proprio al tema della prossima edizione della fiera, e sarà l’occasione per affiancare attività on air su tematiche di attualità per il mondo della ceramica e dell’arredobagno. Un primo passo, dunque, verso un mix di attività offline e online. “A oggi, esiste la volontà di immaginarci un Cersaie 2021 di natura ibrida – afferma Savorani – e stiamo guardando alcune esperienze di fiere che uniscono la rappresentazione fisica a quella digitale, in particolare Pitti. Dialogando con la società fieristica di Firenze, stiamo cercando di capire se, anche nel nostro comparto, ci sono le condizioni e le potenzialità per compensare eventuali riduzioni delle presenze fisiche con un ampliamento del seguito online. Qualcosa di simile era stato già immaginato, con una formula in parte diversa e in parte da costruire, per l’edizione 2020 di Cersaie. La pandemia ha permesso di sdoganare l’idea, l’ha resa necessaria e sarà quindi un must piuttosto forte, che nei prossimi mesi dovremo affrontare”.
Sul rapporto con le aziende espositrici, Savorani afferma: “Il dialogo è costante, e la decisione di non fare la manifestazione nel 2020 è stata presa nell’interesse e nel rispetto degli interlocutori, restituendo gli anticipi di spesa già versati. Cersaie, peraltro, è internazionale anche in termini di esposizione fin dalla sua prima edizione, e quest’anno non avrebbe avuto senso fare una fiera soltanto di italiani. La nostra politica, da sempre è: ospitiamo tutti, poi vinca il migliore”.
Infine, con Bolognafiere il rapporto continua e il contratto è stato anticipatamente rinnovato fino al 2025. “La società fieristica ha fatto investimenti significativi, venendo incontro alle nostre richieste di ampliamento degli spazi, poiché abbiamo una nutrita lista d’attesa… Bologna resta la sede naturale per lo svolgimento di Cersaie e di tutte le iniziative che, da qui a settembre 2021, anticiperanno l’inizio della fiera, realizzando eventi in digitale o in modalità ibrida per continuare a essere protagonisti nella comunicazione e per scaldare l’interesse attorno al nome di Cersaie”.
di Andrea Guolo