“Ci piace sperimentare”, afferma Alberto Perazza, CEO di Magis, azienda che ha fatto dello studio sui materiali e della ricerca di forme innovative e sdrammatizzanti la propria impronta creativa applicata al design. Questo piacere della sperimentazione ha portato il brand veneto a realizzare la prima sedia impilabile in magnesio. Si chiama Vela ed è stata disegnata dagli architetti israeliani Gilli Kuchik e Ran Amitai con produzione in Israele, dove c’è un know how legato a questo materiale, e assemblaggio effettuato in Italia.
Il magnesio è un materiale piuttosto comune nell’automotive, dov’è apprezzato per leggerezza, resistenza agli urti e capacità fonoassorbente. Nel mobile, invece, potrebbe costituire una nuova frontiera. “Dobbiamo effettuare qualche piccolo aggiustamento più a livello tecnico che estetico – sottolinea Perazza – ma ci sono degli indubbi vantaggi rispetto ad esempio all’alluminio, anche in termini di sostenibilità: oltre alla leggerezza, la lavorazione del magnesio richiede meno impiego di energia perché ha un punto di fusione inferiore e un ciclo di stampaggio più breve. Lo sviluppo di questo nuovo progetto, che nasce come spesso accade in Magis dalla ricerca tecnologica e dallo studio dei materiali, è stato piuttosto rapido: l’idea ci è venuta al Salone 2018 e quest’anno lo abbiamo portato qui…”.
L’azienda ha registrato nel 2018 un fatturato consolidato di 25 milioni mantenendosi in linea con l’esercizio precedente. “È stato un anno complesso – commenta Perazza – a cui ha fatto seguito un primo bimestre molto buono e un marzo più riflessivo, probabilmente in attesa del Salone del Mobile. Qui a Milano c’è stato un bel movimento e abbiamo raccolto ordini, specie per i mercati asiatici. Le attese per la seconda parte dell’anno sono molto buone. Ci aiuta il fatto di avere le novità in larga parte già disponibili per la vendita”.
Per Magis, il canale online sta assumendo sempre più importanza e non solo nel rapporto con il consumatore finale, ma anche nel mondo contract, perché diversi progetti vengono gestiti dai suoi rivenditori online: in particolare, quelli a ridotta complessità. L’incidenza del’e-commerce, nel caso del mercato tedesco, arriva fino al 35-40% del totale. “Stiamo operando sulle piattaforme dei nostri distributori perché le nostre pagine sui loro portali siano coerenti con la nostra identità. Inoltre, la forza vendita è molto attenta nel monitoraggio del prezzo e intende far rispettare i parametri fissati a livello aziendale”. Anche negli Stati Uniti l’incidenza è ingente: si parla di un 30-35% del business Usa di Magis.
Quanto al contract, la quota continua a crescere non solo nell’hospitality, ma anche nell’ambito dell’ufficio perché i prodotti realizzati dall’azienda veneta, spiega Perazza, “si prestano per soddisfare le esigenze di un mondo in fase di cambiamento, anche in chiave smart working”. Si aggiunge poi il contributo della collezione Me Too, lanciata dal 2004 per trasferire la sua visione e i suoi valori al mondo dell’infanzia. “Ce la chiedono department stores, uffici, banche e in generale tutti quegli ambienti dove i genitori devono lasciare in custodia temporanea i loro figli per effettuare delle operazioni”, racconta Perazza.