Il più comodo degli arredi si evolve su più fronti: materiali, processi produttivi, dimensioni, stili. I divani saranno più sostenibili – certamente – e più leggeri, senza perdere in bellezza e comodità.
Quali sono i trend del futuro per gli imbottiti? Da che elemento si inizia a progettare un divano? Quando si può dire sostenibile? Le domande che abbiamo posto a tre designer specialisti di questo ambito rivelano alcune novità e confermano delle certezze. Tra le novità c’è l’aria, che entrerà sempre più a far parte degli imbottiti grazie al perfezionamento dei materiali e alla loro continua riduzione. E tra le certezze c’è la qualità manifatturiera, che garantisce durabilità ai prodotti (prima regola della sostenibilità). Ma lasciamo la parola ai protagonisti: Jean-Marie Massaud, Marzia e Leonardo Dainelli, Nika Zupanc.
Un giorno i divani saranno fatti d’aria
Dalla sua residenza a Nizza Jean-Marie Massaud elenca i brand italiani con cui ha lavorato in questi mesi a nuovi progetti: Poltrona Frau con il divano In the Mood, Poliform con il divano Saint-Germain, MDF con le poltrone Neil Twist, Arper con la poltrona lounge Aston Club. Il designer racconta la sua percezione delle tendenze attuali: “Una parola per tutte: eclettismo. C’è molto decorativismo, multiculturalità, materiali ricchi. È un periodo di mix and match: rustico con sofisticato, revival anni Cinquanta e Settanta. C’è libertà di espressione, sia per i designer, sia per le aziende, tanti elementi singolari con cui creare storie negli ambienti più diversi”. Massaud ama il mix di culture e la fertilità che apporta, confessa la sua propensione verso idee non standard e smart, a partire dalla ricerca sulla sostenibilità: “È una preoccupazione che il mio studio ha da tempo”, afferma, “e in questo senso abbiamo lavorato con i brand italiani. La poltrona Archibald Gran Comfort di Poltrona Frau, in pelle e ora anche in tessuto, ha struttura in legno e cinghie, senza colla o schiume, così da poterla disassemblare. La durabilità è il valore su cui si basa principalmente la sostenibilità di un imbottito”. In ottica sostenibile ha sviluppato anche la poltrona Aston Club con Arper, i cui componenti interni sono realizzati in plastica riciclata post-industriale. “Non tutta la plastica è negativa se è riciclata e riciclabile a sua volta”, conferma Massaud, “Aston Club a fine vita può essere disassemblata e i materiali riutilizzati”. Ma di una cosa è certo: “Il prossimo passaggio nel settore degli imbottiti sarà quello dell’aria con cui riempire moduli contenitori, grandi fodere o tessuti”.
Dettagli preziosi e ricerca sui materiali
Leonardo e Marzia Dainelli, titolari di Dainelli Studio, con base milanese nel cuore di Brera, sono autori di recenti progetti di imbottiti: il divano Elissa per Gallotti&Radice e la collezione Jannis per Gebrüder Thonet Vienna. “Elissa è stato un successo, nonostante sia stato presentato in piena pandemia nella versione lineare” racconta Leonardo Dainelli, “l’azienda ci ha chiesto di ampliare con la versione componibile, presentata in queste settimane”. Il successo del progetto sta nella sua forma, composta ma non scontata, nel lusso dei materiali e delle finiture, ricercato e non ostentato: “A differenza di ciò che si fa di solito, nel progetto di Elissa siamo partiti dal basso,” continua Marzia, “abbiamo enfatizzato tutta la parte del piede, uno zoccolo rivestito da una lamina di ottone brunito che rientra e segna tutto il perimetro, così da far sembrare il divano sospeso.” Per Jannis di Gebrüder Thonet Vienna il supporto delle sedute è realizzato in fusti e archetti di legno curvato, heritage del brand, su cui si innestano sedute morbide e proporzionate. “Contenere gli eccessi è la nostra cifra stilistica”, confermano i designer, “per prodotti destinati a un gusto sapiente, attento a dettagli nascosti.” Leonardo è lo specialista dei materiali: “Preferiamo le strutture interne con fusto in multistrato ignifugo e idrorepellente, a bassa formaldeide, e rivestito con gomme di densità differenziate. Il legno può essere riciclato, l’utilizzo di gomma ridotto e create camere d’aria nelle scocche per ridurre i materiali. E questo grazie alle gomme di ultima generazione, che hanno alta portanza su bassi spessori e garantiscono ergonomia e ritorno.”
Libera nello stile, ispirata dal mare
La designer slovena Nika Zupanc è una personalità razionale e poetica al contempo, difficilmente inquadrabile in stili e generi. Ha progettato per Rossana Orlandi, per Qeeboo, per Dior e Moooi, ma anche per la sua collezione personale. Nell’ultimo anno è nata una collaborazione con Natuzzi Italia, che ha già portato frutti importanti. Il divano Wave progettato dalla Zupanc ha meritato lo scorso dicembre l’Archiproducts Design Awards 2020: un divano in cui la linea a doppio semicerchio dello schienale, che richiama il moto rotatorio delle onde, abbraccia le sedute tonde e generosamente imbottite. “Non credo nei trend e tento di evitare di pensarci quando disegno” afferma decisa Nika, “ma è certamente in corso una tendenza che cambia dal profondo la società: parlo della sostenibilità, che non è un trend ma una sfida.” Ribadisce la sua posizione di libertà stilistica: “Amo linguaggi diversi, anche il romanticismo, perché ogni persona ha bisogno di forme differenti per esprimersi.” L’esperienza con Natuzzi conferma l’ispirazione che l’ha guidata: “L’incontro ha preso vita grazie a una radice comune, quella del Mare Adriatico. Quando sono atterrata a Bari ho capito che molte cose ci univano. Ho una casa in Croazia e amo tantissimo il mare, la sua natura, lì mi sento a casa. I prodotti per Natuzzi sono nati da questi valori comuni, perché l’azienda tiene molto alle proprie radici”. Così per la collezione Natuzzi 2021 è nato il divano componibile Deep, che accentua l’effetto di accoglienza e comfort. Pensando alle profondità del mare.
di Antonella Galli