Colta e raffinata la collezione ‘Per Aspera ad Astra’ di BiancoBianco 

Un nome evocativo per raccontare attraverso la luce un’inedita visione del design: la collezione di lampade (e non solo) in edizione limitata di BiancoBianco -‘Per Aspera ad Astra’– ci esorta, con le parole di un antico motto latino, a superare le avversità per arrivare alle stelle. È la via della luce che dobbiamo seguire: lei ci guida, ci emoziona, è nel suo nome che scacciamo il buio perché temiamo la notte e ci spaventano le tenebre. È come il riverbero del sole che giocando con la laguna fa sembrare doppia la città di Venezia. Basta uno sguardo e subito scatta il nostro interruttore più intimo tanto che a volte non sappiamo decidere se è all’esterno o all’interno della nostra anima che si compie il miracolo.

Che sia un fenomeno naturale o creato per mano dall’uomo, la luce, non è solo un calcolo di lumen o watt, ma è un battito profondo che colpisce i nostri sensi e arriva diritto al cuore. Se poi la materia lavorata con maestria ne diventa la complice dichiarata, qualunque resistenza umana si annulla davanti a tanta bellezza. Come avviene con la collezione ‘Per Aspera ad Astra’ appena presentata alla Venice Design Week che quest’anno aveva, guarda caso, come tema, ‘Origini’ un chiaro riferimento alla creazione che ha nelle stelle il suo moto celeste. Per il debutto poi, è stata scelta come cornice l’Hotel Ca’ Di Dio, una recente aggiunta alla linea di hotel di lusso di VRetreat sul Canal Grande, una dimora veneziana discreta e riservata, all’insegna di esperienze private cucite su misura come è nello spirito di BiancoBianco.

L’azienda fondata nel 2011 è alla continua ricerca di nuovi modi per unire una visione moderna e innovativa con la più alta qualità made in Italy disponibile. Con la sua esperienza nel campo, il brand ha creato un marchio di design riconoscibile, unendo la mente visionaria del CEO Jerry Chery e la meticolosa creatività dell’architetto Giorgio Canale, direttore Creativo Esecutivo. Il mito, il mondo di eroi antichi, le lampade nuove, hanno un carattere colto oltre che raffinato. La prima, Ariosto, che prende il nome dal famoso poeta italiano, riflette il dualismo tra amore e follia dell’Orlando Furioso attraverso la sua struttura: la luce è avvolta in una sfera lunare tonda ed armoniosa mentre la sua cornice è quadrata e rigorosa.

Per Achille, il designer Giorgio Canale ha giocato sulla struttura prendendo spunto ancora una volta dalla mitologia: la pietra di cui è composta la lampada da tavolo non tocca la base, ma resta come sospesa, esattamente come l’antico eroe dell’Iliade rimasto sospeso sullo Stige prima di diventare immortale, calcagno a parte. Accanto agli eroi, ecco una dea Demetra, un paravento, questa volta, che incarna a pieno il nome che porta. L’opera è infatti realizzata in pietra naturale ma rispecchia completamente la morbidezza, la flessibilità e la leggerezza delle foglie presenti in natura. Un omaggio alla dea, sorella di Zeus e madre della Terra, che oggi più che mai deve essere rispettata. Ed è per questo che l’impegno di BiancoBianco per la sostenibilità sta diventando sempre più forte.



Editoriali di David Pambianco