Cedit, il marmo fra mimetismo e art déco

Il marmo, materiale senza tempo, viene declinato da Cedit in due distinte valorizzazioni, che riguardano il mimetismo di una materia in via d’estinzione così come un nuovo concetto di Art Déco.

Il concetto di mimetismo è una delle chiavi di lettura e interpretazione della collezione Policroma per la quale i marmi sono stati selezionati da alcune cave italiane “in via d’estinzione”; in questo modo, pietre sempre più rare tornano a essere presenza viva, seguendo un concetto di salvaguardia delle risorse originarie. “Per quanto riguarda i marmi ho scelto tutti marmi italiani in via d’estinzione – commenta l’architetto e designer Cristina Celestino che ha firmato la collezione -, per cui marmi rari, come per esempio il rosa valtoce, che è il marmo utilizzato nel Duomo di Milano, o il verde alpi che ritroviamo spesso negli androni milanesi e in altre architetture storiche italiane“.

La scelta delle varietà è un tratto fondamentale del progetto: il Verde Alpi, caro a Gio Ponti e frequente negli ingressi milanesi, ha un disegno compatto. La Breccia Capraia, ancora reperibile in pochi luoghi della Toscana, ha una base bianca e poche venature. Il Cipollino Ondulato è una varietà speciale caratterizzata da segni a spirale, mentre il Rosa Valtoce – con cui è stato costruito il Duomo di Milano – è una pietra iconica rigata. Tra gli elementi che formano la collezione Policroma, si riconosce la matrice più pura del design di Cristina Celestino, da sempre ispirato a una impronta di origine artigianale. La collezione si completa accostando ai marmi anche quattro marmorini della tradizione di Carlo Scarpa.

Elena Salmistraro firma un progetto ispirato alla chimera, animale composito e leggendario della mitologia greca: una collezione in cui si ibridano forme e temi visivi diversi, che qui trovano un nuovo equilibrio. Una delle espressioni di Chimera si ispira proprio al marmo, la collezione si completa con effetti pelle e tessuto. Una delle quattro famiglie che compongono la collezione tratta la materia marmo in modo del tutto inedito e decisamente ironico. Il disegno creativo contrappone e miscela un segno grafico ispirato alla maschera del pagliaccio alla limpida lucentezza delle superfici marmoree, richiamando nel suo impianto la vivacità e la ricchezza del tratto art déco.

La grafica che richiama il marmo prende il nome di “Empatia”, che nelle sue due versioni e attraverso soluzioni grafico-visive fortemente astratte, è originale e del tutto unica. E’ in grado di attrarre l’attenzione e di sollecitare un deciso riscontro emozionale: è nella sapiente ed inattesa soluzione del disegno di queste grandi lastre ceramiche che meglio si esprime e rivela l’estro creativo di Elena Salmistraro.

Cedit, Chimera


Editoriali di David Pambianco