La nautica italiana si posiziona ai vertici del Global Order Book (GOB), la classifica stilata dalla rivista nautica Boat International sulla base degli ordini per il 2022 in merito agli yacht di misura superiore ai 24 metri. Al primo posto sul podio si conferma Azimut Benetti con 128 progetti, già ai vertici della classifica nel 2021 con 100 progetti; segue in seconda posizione Sanlorenzo con 117 progetti rispetto agli 86 dell’anno precedente quando comunque aveva conquistato il secondo gradino del podio. Seguono in classifica, The Italian Sea Group all’8° posto, Baglietto al 10°, Cantiere delle Marche al 12° e Palumbo al 15°.
Secondo il GOB ci sono più superyacht in costruzione ora in tutto il mondo che in qualsiasi altro momento della storia. Attualmente sono in costruzione, infatti, 1.024 superyacht in totale, con un incremento del 24,7% sul valore 2021 che si era attestato a quota 821.
E se l’Italia risulta essere la nazione top builder, con 523 superyacht con una taglia media di 36,6 metri, che rappresentano la metà di tutta la produzione globale, sono i paesi del nord Europa a costruire le barche più grandi: la Norvegia ha due superyacht in costruzione di una lunghezza media di 132 metri e la Germania ha 20 superyacht in costruzione con una lunghezza media di 101,2 metri.
Tuttavia, sono i superyacht più piccoli ad aver guidato il successo dell’industria dei superyacht nel 2021. Circa 424 dei progetti nel Global Order Book di quest’anno sono tra i 24 e i 30 metri di lunghezza, un aumento del 30,5% sull’anno scorso. Il segmento dei 30-45 metri è cresciuto del 28% e il mercato dei 45 metri e oltre è
cresciuto del 10,5%.
Tornando all’Italia, per il ventiduesimo anno, dunque, il Gruppo Azimut|Benetti guida la classifica annuale dei più grandi produttori di yacht al mondo risultando il primo dei 186 cantieri navali attivi nei cinque continenti, con un numero di progetti che valgono il 12,5% del totale. Il Gruppo conta oggi su un portafoglio ordini di oltre 1,5 miliardi di euro e un valore della produzione per la stagione in corso proiettato a oltre un miliardo di euro, in crescita del 20% rispetto all’esercizio precedente 2020/2021. “Il nostro Gruppo deve il suo duraturo primato alla capacità di coprire con yacht molto innovativi, e per questo apprezzati dal mercato, la fascia dimensionale tipicamente italiana, quella fino ai 50 metri – dichiara Giovanna Vitelli, vice presidente Azimut|Benetti -. Ma a questo importante segmento, si aggiungono i numerosi progetti di superyacht in acciaio e alluminio di dimensioni maggiori, tradizionalmente appannaggio dei cantieri del Nord Europa. Siamo i primi, e da oltre vent’anni, perché gli unici al mondo a presidiare entrambe queste fasce dimensionali con modelli di successo indiscusso, attenzione al cliente e qualità costruttiva”.
L’azienda, che fa dell’innovazione di prodotto la sua direttrice principale, ha infatti confermato investimenti triennali nella Ricerca e Sviluppo pari a 100 milioni di euro. Negli ultimi 15 anni, in particolare, il Gruppo si è concentrato sulle tematiche relative alla salvaguardia del mare, lavorando per trovare soluzioni volte a ridurre l’impatto ambientale nel breve e nel lungo termine. I più recenti esempi sono il Giga yacht Luminosity di 108 metri, il più grande yacht ibrido al mondo, capace di navigare in modalità completamente elettrica con un’autonomia di oltre dieci miglia nautiche, e il B.Yond 37M, superyacht in acciaio, equipaggiato con il sistema E-Mode Hybrid. Sviluppato in esclusiva in collaborazione con Siemens Energy, il sistema di propulsione di B.Yond 37M è in grado di abbattere le emissioni (fino al 70% di NOx e fino al 20% di CO2) grazie anche all’uso di filtri SCR sui motori principali, cioè un sistema di marmitta catalitica alimentata ad Urea, come sulle automobili. Al momento del varo, nella prima metà del 2022, sarà lo yacht più green nel settore di riferimento.
Il cantiere oggi è pronto a trasferire le soluzioni adottate per i Giga yacht anche sulle unità di dimensioni minori. “Abbiamo investito in ricerca e infrastrutture per arrivare a ridurre i consumi delle nostre imbarcazioni del 30% con un notevole abbassamento delle emissioni – conclude Vitelli -. Un risultato tangibile ottenuto attraverso un uso estensivo della fibra di carbonio, di cui abbiamo internalizzato la lavorazione per renderla adatta all’uso nautico, e investendo sull’ottimizzazione delle carene e dei sistemi di propulsione” .