“Il valore del ‘fare’ è importante, è un messaggio da trasmettere ai giovani designer e ai giovani architetti che si affacciano al mondo del progetto e della luce. Occorre dir loro che non basta aver frequentato la scuola giusta o avere delle idee interessanti, perché il design non lo si può insegnare o comprendere senza il ‘fare'”. Lo diceva Ernesto Gismondi fondatore del marchio che oggi compie sessant’anni. Se il ‘fare’ è stata la filosofia della cultura del progetto, made in Italy e innovativo, oggi Artemide porta al Salone del Mobile una famiglia di prodotti pensati e realizzati dai grandi architetti sul tema della natura e della sostenibilità dei materiali. Ixa, è la lampada che interpreta l’idea di ‘equilibrio elegante’ attraverso l’ingegneria di precisione di Foster+Partners. La ‘Osidio’ di Michele De Lucchi è un leggero chandelier, in cui tutto nasce da un concetto ottico: tre bracci ramificati distribuiscono 6 teste luminose aprendole rispetto alla superficie da illuminare.
La ‘Kata Metron’ di Mario Cucinella è un sistema di illuminazione che trova ispirazione nel rapporto che sta alla base tra arte, architettura e filosofia: la misura. L’espressione greca ‘katà métron’ significa appunto ‘secondo misura’. La ‘Veil’ di Big (nella foto), undici bracci collegati attorno a un nucleo tecnologico centrale che li sostiene e li alimenta è uno dei progetti che sperimenta di più in tema di tessuti. I bracci, infatti, possono essere vestiti con tessuti naturali che sono fatti di canapa e ortica. E qui torna il tema della natura e della sostenibilità che permea tutti i progetti della nuova illuminazione di Artemide. Un debutto: SeleS di Carolina Gismondi e Daniele Moioli. SeleS è un disco specchiato su entrambi i lati che, con una luce sul fianco illumina l’ambiente, una soluzione perfetta per lo spazio interno ed esterno.