Arper avvia la campagna di Sol Levante e sbarca a Tokyo con i suoi arredi di design. L’azienda di Monastier (Treviso) ha aperto nei giorni scorsi il suo primo showroom giapponese, che sarà inaugurato ufficialmente il 17 novembre; si tratta di uno spazio da 250 metri quadrati nel distretto di Aoyama, con gestione diretta e tre dipendenti già inseriti per crescere in un mercato sul quale, sottolinea il presidente Claudio Feltrin, “crediamo tantissimo, perché pensiamo costituisca una porta d’ingresso obbligata per fare un lavoro importante in tutto il Paese soprattutto in chiave contract, canale da cui dipende ormai l’85% del nostro giro d’affari”. Per Arper si tratta del dodicesimo showroom tra Italia ed estero.
Dopo aver chiuso il 2015 con un balzo di oltre il 20%, da 55 a 67 milioni di ricavi, la società prevede a fine anno un ulteriore incremento che porterà le vendite oltre la soglia dei 70 milioni di euro, nonostante il clima politico incerto in Usa ed Europa. “Abbiamo molti progetti in cantiere, attualmente non dichiarabili – precisa Feltrin – e che si aggiungono a quanto è stato consegnato negli ultimi tempi. La nostra forza nel contract deriva anche dalla capacità di personalizzare i prodotti in base alle richieste del cliente, garantendo un alto livello di servizio”.
Arper ha esposto a Orgatec, manifestazione di riferimento per l’arredo da ufficio di scena a Colonia, presentando soluzioni che coniugano l’aspetto estetico con i contenuti tecnologici e che contribuiscono al benessere nell’ambito professionale, come i pannelli fonoassorbenti (Parentesit) e le sedute da ufficio (Kinesit), che pur rispettando tutte le normative previste in termini di ergonomia e sicurezza, presentano linee essenziali e garantiscono elevata possibilità di personalizzazione grazie all’ampia scelta di tessuti e colori a disposizione del cliente. “Nell’ambito di un progetto – conclude Feltrin – il prodotto mantiene la sua tradizionale forza attrattiva nei confronti del progettista, che tuttavia sceglie sempre più seguendo altre variabili, dal rispetto dei requisiti tecnici da parte dell’azienda alla capacità di gestire eventuali problematiche che dovessero presentarsi nel corso del tempo. Se ieri il prodotto accattivante contava un buon 70% nella decisione di acquisto di un prodotto, oggi pesa tra il 30 e il 40 percento. C’è spazio per crescere, nell’ambiente professionale, ma occorre lavorare seriamente, duramente e con qualità”.