Alias ha celebrato al Salone del Mobile il quarantesimo anniversario dalla fondazione, avvenuta nel 1979 grazie all’iniziativa imprenditoriale di Carlo Forcolini ed Enrico Baleri, rispettivamente con i progetti di Vico Magistretti e di Giandomenico Belotti. E l’azienda oggi di proprietà di Beat Zaugg, imprenditore svizzero che controlla il gruppo Scott nell’ambito dello sport (tra i marchi c’è anche Dolomite), si è presentata in fiera con diverse novità e con un focus basato sul legno tecnologico, concetto che è alla base della sua nuova seduta Time, disegnata da Alfredo Häberli e il cui principio è basato sulla trasformazione di un foglio bidimensionale, realizzato con un sandwich di legno e compositi di vetro, in una scocca tridimensionale.
“Volevamo evitare la complessità e la rigidità degli stampi – spiega a Pambianco Design il brand manager e design director Andrea Sanguineti – per realizzare invece un materiale elastico, flessibile e portante su base legno. Stavamo quasi abbandonando l’idea, quando abbiamo avuto l’intuizione di guardare al mondo dei materiali dello sci, che presentano quelle caratteristiche. E con Strati Curvi, un’azienda veneta che fa sci incredibili, siamo riusciti a trovare gli spessori e la composizione giusta per lavorare il materiale ibrido impiallacciato in legno. La scocca che ne abbiamo ricavato è spessa due soli millimetri ed è talmente elastica che essa stessa è in grado di offrire comfort a chi si siede. Il cuscino diventa pertanto un accessorio”.
All’interno dello stand, progettato dagli architetti Renato Stauffacher e Andrea Sanguineti, sono stati inoltre presentati i progetti ‘E la nave va’, firmato da Atelier Oï e Trigono di Michele De Lucchi, anch’essi legati al concetto di legno tecnologico. La collezione del quarantesimo è composta dagli imbottiti Alusoft, progetto modulare ideato da Palomba+Serafini, dalla sedia Kobi Soft di Patrick Norguet, da New Lady Soft di Paolo Rizzatto e infine dalla riedizione del tavolo Dry di Alberto Meda.
“L’azienda – racconta Sanguineti – sta andando molto bene in termini di evoluzione del percorso intrapreso nel tempo. Lavorando con progettisti di chiara fama, abbiamo capito che il nostro saper fare e la nostra capacità di acquisire conoscenze sui nuovi materiali ci aiutano nella comprensione della direzione da intraprendere. E se inizialmente eravamo famosi soprattutto per le sedute, negli ultimi anni siamo entrati nell’ambito dei divani con un percorso coerente e che può essere ripetuto in altri ambiti dell’arredo”.
Il 2018 si è chiuso in linea con l’esercizio precedente, su 13 milioni di euro, generati per il 70% dal contract (attraverso rivenditori e non in via diretta) e per la stessa quota dall’export. “Il focus non è sui numeri – precisa Sanguineti – perché alla base dell’operato di Alias c’è una visione di lungo periodo fondata sul prodotto e non sulle strategie commerciali. Nel 2016 la proprietà ci chiese di raddoppiare il numero dei prodotti ed è quel che abbiamo fatto. Inoltre, stiamo rafforzando il rapporto di fiducia con i dealer per far capire che non ci interessa l’approccio ‘mordi e fuggi’: vogliamo creare relazioni sempre più solide”.