Alcova, la piattaforma di design indipendente che dialoga con i luoghi e si pone come veicolo di riscoperta della città, dei suoi posti segreti riletti attraverso progetti e installazioni di creativi provenienti da tutto il mondo, torna nell’ex ospedale militare di via Saint Bon, a Baggio e ne scopre altri spazi. I venti ettari di esposizioni da quest’anno inglobano anche le stanze monumentali che, nel 1930, erano state create per il ricovero e la cura dei pazienti psichiatrici. “Abbiamo voluto ‘umanizzare’ questi spazi aprendo a progetti ‘domestici’ e di interior, soprattutto ci tenevamo molto a scoprire i sottotetti che sono luoghi spettacolari”, spiega Joseph Grima di Space Caviar, ideatore del Fuorisalone Alcova insieme a Valentina Ciuffi dello studio Vedet.
“Io sono architetto – continua – e con Valentina Ciuffi abbiamo un registro estetico molto preciso, amiamo molto i contenuti di design, ma amiamo anche molto il ‘contenitore’ Milano e tutte le sorprese che riserva, quindi vogliamo usare i designer come strumento per attivare i luoghi e i luoghi come modo per attirare l’attenzione dei designer”. E ancora Grima: “I diversi progetti esposti alternano le proposte di figure affermate e riconosciute a livello internazionale con quelle di una selezione di talenti emergenti, per esplorare nuove frontiere dal punto di vista tecnologico, dei materiali, della produzione sostenibile, delle pratiche sociali e di ogni altra direzione del design”. Tutta l’esposizione si costruisce attorno ai temi che interessano i fondatori: sperimentazione, tecnologia, innovazione, ecologia, nuovi materiali, nuovi modelli sociali e commerciali. La vegetazione che colonizza e abita in maniera spontanea questi stabili di fine Ottocento (l’ex dimora delle suore interna all’ospedale) e dei primi del Novecento diventa essa stessa una installazione che ispira i designer sul senso e sul ruolo della natura.
All’interno degli spazi grandi nomi come ‘SolidNature’, che presenta opere inedite realizzate da Sabine Marcelis, Water School Studio Makkink & Bey, da vedere perché il duo olandese propone un percorso progettuale basando tutto il lavoro sulla presenza simbolica dell’acqua. Studio Plastique, Snoehetta e Fornace Brioni propongono ricerca sul riuso e l’upcycle.
Posto d’onore spetta a ‘The House of Lyria’ con un progetto di tessuti per l’interior (nella foto), creazioni ideate per residenze private, boutique hotel e yacht. Lyria viene fondata a Prato da Riccardo Bruni e Nino Cerruti e, nel 2016, Bruni ne diviene unico proprietario. E poi le cucine di Chmara.Rosinke, studio creativo internazionale che fornisce soluzioni di design nel contesto del cibo.