Si è spento mercoledì, 10 febbraio, nella sua casa di Milano Marco Romanelli, che al lavoro di architetto e designer ha sempre affiancato un’intensa riflessione critica sui temi del progetto e dell’abitare, sia attraverso i diversi libri pubblicati, sia per le collaborazioni giornalistiche con testate del settore come Abitare, Domus e Inventario.
Nato a Trieste nel 1958, si laurea in Architettura a Genova nel 1983 e l’anno successivo, dopo un master in design alla Domus Academy, inizia a collaborare con Mario Bellini. Al 1986 risale l’apertura del suo studio a Milano.
Sin dagli inizi si occupa di progetti nei campi degli interni e dell’architettura, come il recupero della palazzina Ferro China Bisleri a Milano (1984); il ristorante Nuvolari a Cuneo (1987); e poi ancora, nel capoluogo lombardo, casa Savinelli (1989), casa Gilli (1990), casa Marchetti (1990-92), casa Cocco-Borges (1993-5), tra gli altri.
Dal 1994 al 1997, inoltre, è consulente artistico di Driade per la collezione ‘Atlantide’. Dal 1995 al 2013 art director di Oluce, dal 1996 al 2005 di Montina, nel 2007-2008 di Marazzi, e, tra il 2012 e il 2015, dà vita alla collezione ‘Icone’ per Poltrona Frau.
Relativamente al design, dal 1988 al 2017 associato con Marta Laudani, progetta per Arflex, Azzurra, Bosa, Cleto Munari, Corraini, Da a, Driade, Fiam, Fontana Arte, Glas, Hands on Design, Laboratorio Pesaro, La Palma, Mesa, Montina, Nodus, Oluce, Plust, Redaelli, Salviati, Up&Up, Valsecchi 1918, Varaschin.
Nel 2010 la Triennale di Milano ha dedicato una mostra monografica al loro lavoro relativamente all’arte della tavola. Nel 2011 hanno vinto un Compasso d’oro collettivo per un’esperienza di progettazione con gli artigiani locali promossa dalla Regione Sardegna.