Arrivata alla sua quattordicesima edizione, Design Miami/ si è conclusa domenica 9 dicembre ed è stata, secondo il pubblico e la critica, insieme alla fiera madre Art Basel, uno degli appuntamenti meglio riusciti della stagione artistica di Miami. 33 gallerie alternate a 12 installazioni del progetto Curio e a pochi selezioni progetti speciali (tra cui la presenza di Balenciaga con il giovane Harry Nuriev o Fendi con Sabine Marcelis o ancora Maison Perrier-Jouët e Bethan Laura Wood) hanno dato uno spaccato elegante e ricercato del design storico e contemporaneo da collezione.
Tra le tendenze di quest’anno sicuramente un’attenzione rivolta all’uso di materiali e ai processi industriali, ma anche – forse dovuto al pubblico – un senso di giocosità e fantasia: il design a Miami si fa modulare e immersivo, strizzando l’occhio all’elevata percentuale di collezionisti latini presenti tra i corridoi. “Le presentazioni della galleria di quest’anno mostrano il meglio del design da collezione. Mentre la fiera cresce in profondità, è una gioia offrire a collezionisti e istituzioni allo stesso modo, questa gamma e qualità di materiale. Design Miami/ è diventata la piattaforma principale per il design da collezione grazie ai principali esperti di mercato impegnati nello sviluppo di ogni edizione.” ha affermato Jennifer Roberts, CEO della fiera.
Nell’attesa della prossima edizione che dovrebbe avere una nuova sede, qui di seguito una breve panoramica di alcune delle gallerie presenti. Marcin Rusak ha presenta la sua collezione alla Sarah Myerscough Gallery, una serie di mobili realizzati con fiori scartati amalgamati in una resina trasparente e tagliati longitudinalmente. Uno sgabello scultoreo e una panca in solida pietra arenaria di Najla El Zein hanno trionfato da Friedman Benda, così come la “Triple Girl Floor Lamp” in mostra alla R & Company. Salon 94 ha presentato la 54 Arm Lamp di Gaetano Pesce, una delle sue opere più iconiche, mentre alla Carpenters Workshop Gallery, la produzione artigianale di Nacho Carbonell dalla forma organica. Di nuovo da Friedman Benda, come in un giardino roccioso giapponese, i lavori di gt2P, Joris Laarman, Florian Idenburg (SO-IL), Faye Toogood. Etage Projects ha presentato invece una mostra collettiva ispirata all’architettura art deco di Miami Beach e sulla produttività intrinseca della collaborazione artistica. Un pezzo di Gianni Pettena all’Erastudio Apartment-Gallery, da Magen H Gallery uno dei rari disegni a forma libera di Pierre Chapo, il tavolo T22 del 1972. La presenza del design storico a Miami si è caratterizzata da pezzi eccezionali, come anche la sedia Reversibile del 1955 firmata da Carlo Hauner alla SIDE Gallery. Chissà se nel 1970, quando un gruppo di galleristi svizzeri ha fondato la Fiera di Basilea, le aspettative di passare oltreoceano con così tanta forza erano nelle loro idee. Di sicuro Art Basel e Design Miami di conseguenza sono due degli appuntamenti più importanti e seguiti nel mercato dell’arte odierno, motivo per cui hanno triplicato le sedi (Basilea, Miami e Hong Kong).
Intanto, in città, il Design District di Miami (Ddm) nato negli anni 20 secondo la visione del mercante Theodore Moore prima, e rafforzato negli ’90 dall’intervento dell’imprenditore Craig Robins, collezionista d’arte e costruttore di South Beach, sonnecchia invaso da brand del lusso più che del design. Folla di turisti e locals nelle boutique del gruppo Lvmh e Compagnie Financière Richemont, ma calma piatta negli showroom dell’arredo.