I gruppi della nautica hanno ordini tali da coprire la produzione per oltre un anno. La domanda degli armatori premia le imbarcazioni “aperte” e la ricerca dei cantieri punta alla navigazione sostenibile.
Lo stato di grazia della nautica italiana è destinato a continuare per almeno due anni. I cantieri stanno raccogliendo ordini che garantiscono una copertura a lungo termine per la realizzazione degli yacht, soddisfacendo un desiderio di “grandi spazi” da vivere in esterno da parte dell’armatore. Se l’idea di barca è sempre più simile a quella di casa, le attenzioni dei clienti sembrano quindi rivolte un po’ meno agli interni e un po’ più all’outdoor, come del resto accade nell’ambito residenziale.
BARCHE COME CASE
“La crescita aziendale, anche nei momenti di crisi del 2008, è stata veramente consistente, direi esponenziale”, afferma Paola Carini, amministratore delegato in Absolute. E il 2020 della società di Podenzano (Piacenza) non ha fatto eccezione. Nonostante i due mesi di fermo, il fatturato è aumentato del 2,8% salendo così a quota 73,9 milioni di euro. Le previsioni a breve termine sono altrettanto positive: si stima un +5,8% per l’esercizio in corso, mentre il 2021-22 si dovrebbe chiudere con un ulteriore +15 percento. “Da molti esercizi – precisa Carini – registriamo un aumento di fatturato costante e abbiamo conseguito importanti risultati operativi, tutti reinvestiti in azienda. Absolute è da tempo ben patrimonializzata e opera totalmente con mezzi propri”. Nel frattempo, le direzioni di sviluppo sono prestabilite e si basano sulla volontà di arricchire il portafoglio prodotti con nuovi e rivoluzionari progetti, e di dotare le proprie infrastrutture produttive di nuovi spazi e nuovi macchinari tecnologici. “Oggi questo atteggiamento incontra un momento di mercato favorevole per la nautica: in questo scenario, Absolute prosegue anche nella terza rotta di sviluppo, e cioè la base di presenza geografica, andando così ad attivarsi nuove concessionarie locali” aggiunge Cesare Mastroianni, anch’egli amministratore delegato con Paola Carini e con il fondatore Sergio Maggi. La società piacentina sta investendo particolarmente su prodotti con ampie finestrature ideate come strutture portanti per l’intera costruzione, scelta che le permette di intercettare una clientela attenta alla massima unione tra spazi interni e natura. Un esempio di questa filosofia è l’ultimo nato della flotta Absolute, il 60 Fly The Absolute Prisma. “La nautica da diporto è un segmento cresciuto notevolmente negli ultimi anni, e ci aspettiamo che continui a crescere” aggiunge Mastroianni. L’azienda dispone di un centro studi interno e non si avvale di designer esterni. Tra i partner di riferimento per gli arredi spiccano Paola Lenti e Minotti. “Absolute ha colto già da molti anni l’esigenza dell’armatore di vivere la barca a motore un po’ come se fosse la sua casa. Di conseguenza gli spazi, il comfort, e il design degli interni puntano a creare un ambiente che permetta all’armatore e a chi naviga con lui di vivere a bordo più a lungo possibile”, conclude Sergio Maggi.
ACQUA E LUCE
La consegna posticipata di un’imbarcazione, su richiesta dell’armatore, ha impedito a Overmarine Group di mettere a segno un incremento di fatturato nel corso del 2020. Sono dinamiche abbastanza frequenti nel mondo nautico e il cantiere viareggino, fondato nel 1985 dalla famiglia Balducci e conosciuto nel mondo per i suoi Maxi Open a marchio Mangusta, ha ottime ragioni per non lamentarsi del -2% dell’ultimo esercizio, chiuso con 67,1 milioni di ricavi, soprattutto considerando le previsioni per l’anno in corso. Si parla infatti di un +50%, “grazie ai nuovi modelli che abbiamo lanciato, che sono molto apprezzati dagli armatori, ed al fatto che la nave viene vista come un posto sicuro dove trascorrere le vacanze”, afferma il CEO Maurizio Balducci. Oggi Mangusta offre tre nuove linee di prodotto, che corrispondono a tre modi diversi di vivere il mare: Mangusta Open (per i clienti che si vogliono spostare velocemente da un porto ad un altro), Mangusta Oceano (navi dislocanti con autonomia transoceanica) e Mangusta GranSport. “Gli armatori – aggiunge Balducci – richiedono zone vicino all’acqua (beach area) e luce per i locali della nave, caratteristiche che hanno tutte le nostre nuove navi”. Tra le circostante che potrebbero dare ulteriore impulso al settore della nautica da diporto, viene citata la semplificazione delle regole a cui si devono sottoporre le navi, “regole che devono essere uguali almeno nel nostro paese, ma auspicabilmente in tutta Europa”. Overmarine collabora per gli interni con tutti i principali brand di arredo e tra questi compaiono Minotti, Flexform, Paola Lenti, Dedar, Rubelli e Boffi. Quanto agli architetti, si predilige il rapporto con giovani freschi di laurea. “Quello che insegniamo a loro è che, per fare bene il nostro lavoro, dobbiamo realizzare i sogni del nostri clienti e non dobbiamo imporgli il nostro stile. Anche se questo ci potrebbe a volte semplificare il processo costruttivo, ci piace che ogni nostra nave sia un pezzo unico”.
DA VELA A MOTORE
Per Fabio Planamente, CEO di Cantiere del Pardo, il 2020 è stato certamente un anno da ricordare sotto l’aspetto strettamente professionale. L’azienda con sede a Forlì ha chiuso l’anno nautico ad agosto con 58,5 milioni di ricavi contro i poco meno 44 milioni del 2018/19, riuscendo anche a realizzare un ebitda su fatturato nell’ordine del 15 percento. Le prospettive? “Ottime direi. Le imbarcazioni sono considerate come uno dei luoghi più sicuri dove poter trascorrere vacanze e tempo libero e di conseguenza c’è stata una vera e propria corsa all’acquisto. Anche il 2022 è stato pressoché completato in termini di vendite e attualmente abbiamo una visibilità di preordini fino ai 15 mesi”. La produzione per il 2020-21 è stata già ampiamente coperta e si prevede, a fine anno, un fatturato di circa 75 milioni di euro, mentre per l’esercizio successivo si punta a sfondare il muro dei cento milioni. E intanto il cantiere forlivese ha pianificato l’ampliamento da 24 a 30 mila metri di superficie coperta. Il boom della società è la conseguenza di una diversificazione di business pienamente riuscita. Fino al 2017, Cantiere del Pardo si occupava solo di barche a vela, mentre oggi la produzione di imbarcazioni a motore genera l’80% dei ricavi. “I nostri punti di forza da nuovi entrati? Design, investimento in nuovi modelli e produzione made in Italy” sostiene Planamente. La metà del fatturato aziendale dipende dagli Stati Uniti, il 40% dall’Europa e il restante 10% dal resto del mondo. “In particolare – aggiunge il CEO – i clienti americani chiedono barche customizzate e motorizzazioni sempre più potenti. Inoltre, la gamma walk around è pensata per un armatore che dispone di ampie ville a Miami o in altre località costiere e quindi non vive lo yacht come se fosse una casa. Quel che conta, per lui, sono le esigenze delle ore diurne, a cominciare dagli spazi da vivere all’aria aperta”. La costruzione delle barche di Cantiere del Pardo è il frutto delle collaborazioni con studi specializzati nel design navale, tra cui Nauta Design a Milano, e dell’affidamento degli interni a maestranze locali: “I nostri artigiani gravitano tra Forlì e dintorni e sono tra le eccellenze della nautica italiana” precisa Planamente. “Inoltre, realizzando direttamente gli arredi, otteniamo parecchi vantaggi a livello di customizzazione, scelta dei materiali e cura dei dettagli”.
CONCLUSIONI IMMEDIATE
Anche se il fatturato si è contratto da 62,5 a 53,2 milioni, il 2020 è stato un ottimo anno per Rossinavi. La flessione è dipesa dalla chiusura a fine anno di tre imbarcazioni, che incideranno sul giro d’affari dell’anno in corso. Il COO Federico Rossi racconta: “I risultati sono destinati a salire drasticamente per il 2021. Il mercato sta attraversando uno stato di grazia ed era davvero difficile immaginarlo nel febbraio del 2020”. A stupire il management di Rossinavi è stata la rapidità delle negoziazioni: “I nostri clienti hanno concluso gli ordini senza esitare: contro una media di un anno e oltre, si è arrivati alla firma nel giro di due mesi. E spesso i primi contatti sono avvenuti tramite i social media, dove siamo molto presenti, e si sono rivelati una vetrina molto efficace, soprattutto Instagram” evidenzia Rossi. Un occhio di riguardo, da parte degli armatori, per gli spazi utilizzabili all’interno degli yacht: “Se quando si parla di un 70 metri ce ne sono fin troppi, di spazi da utilizzare soprattutto per il contatto con l’esterno, nelle imbarcazioni da 50 metri ci viene richiesto di ottenere il maggior numero possibile di metri quadrati, da vivere come se fossero zone verandate”. In prospettiva, tutte le attenzioni di Rossinavi saranno rivolte alla rivoluzione tecnologica che sta prendendo il sopravvento rispetto alle stesse innovazioni di design. “L’obiettivo è la svolta dello yacht elettrico, esattamente come sta accadendo nel mondo delle automobili. Le imbarcazioni sono nate come mezzo di mobilità sostenibile, nella vela che per sua stessa natura è ecologica, eppure oggi sono rimaste indietro. Il nostro impegno nell’ambito della sostenibilità è massimo e lo dimostra il fatto che già oggi realizziamo barche per il 97% riciclabili. Il futuro è legato alla riduzione graduale dei consumi: le batterie ci aiuteranno, l’energia solare da sola non basta ma va utilizzata, e mettendo tutto assieme – compresa l’intelligenza artificiale – riusciremo a contenere lo spreco di carburante”. Per gli interni, Rossinavi mixa le collaborazioni con i grandi nomi dell’arredo (Armani, Paola Lenti, Minotti, Giorgetti) al custom sulla base dei desideri dell’armatore.
ARMONIA A BORDO
Nell’anno nautico 2019/20, la lombarda Cranchi Yachts ha messo a segno una crescita del 19% superando i 50 milioni di ricavi e per l’esercizio in corso punta a superare abbondantemente i 55 milioni. L’azienda familiare (ai Cranchi si è poi aggiunta la famiglia Monzino) fondata a Bellagio e ora basata a Brienno (Como) è ora giunta alla quinta generazione ed esporta il 70% della propria produzione di imbarcazioni a motore. “Noi costruiamo imbarcazioni orgogliosamente pensate, disegnate e realizzate in Italia” afferma Paola Cranchi, responsabile della comunicazione. La gamma contempla 15 modelli e parte dai 26 piedi per arrivare fino ai 78 piedi di lunghezza. Cranchi Yachts dispone inoltre di uno showroom permanente in Friuli Venezia Giulia dove i clienti hanno anche la possibilità di effettuare delle prove in mare. “La tendenza – afferma Paola Cranchi – è quella di avere sempre più spazio a bordo a disposizione dell’armatore. Razionalità e ricerca estetica si alleano per creare ambienti confortevoli, belli e funzionali. Nelle scelte di design applicate dallo studio di architettura Christian Grande, impegnato in una stretta collaborazione con il Centro Studi Ricerche del Cantiere, non c’è nulla di eccessivo, forzato o aggressivo. Tutto è fluido e armonioso e così funzione e forma si fondono per regalare comfort all’armatore”. Per quanto riguarda gli interni, Cranchi evidenzia come la richiesta dell’armatore di una barca sempre più simile alla propria abitazione stia comportando l’abbandono di materiali e codici stilistici che da sempre caratterizzano il mondo della nautica. “Abbiamo dato a questi ‘appartamenti galleggianti’ nuove forme e nuovi colori, senza mai dimenticare la sicurezza e l’affidabilità. Il gusto italiano è molto apprezzato nel mondo e noi, grazie anche all’attività del nostro Atelier sotto l’attenta guida di Christian Grande, riusciamo a cucire l’abito giusto ad ogni imbarcazione. Un partner di riferimento del settore dell’arredamento con il quale collaboriamo in esclusiva è Flexform, della quale utilizziamo molti elementi d’arredo a bordo dello Yacht Cranchi Settantotto”.
CONSEGNE FINO AL 2023
Il 2020 di Palumbo Superyachts si è chiuso con 12 imbarcazioni in costruzione che verranno consegnate tra il 2021 e 2023. Giuseppe Palumbo, amministratore unico della società appartenente a Palumbo Group (fondato nel 1967 come piccola carpenteria di supporto per la riparazione delle navi) punta a chiudere il 2020 (il bilancio sarà depositato a giugno) in linea con il precedente, a 85 milioni di valore della produzione. “Certamente, il 2020 è stato un anno difficile anche se tutti e 5 i nostri cantieri (Ancona, Savona, Malta, Marsiglia, Napoli) sono sempre rimasti aperti garantendo assistenza alle imbarcazioni in refit presenti all’interno delle strutture”, precisa Palumbo, evidenziando che “la pandemia ha creato dei rallentamenti nel 2020 ma siamo soddisfatti di come si è chiuso lo scorso anno e siamo molto positivi per il 2021. Abbiamo appena siglato un contratto per un nuovo 43 metri Columbus e abbiamo in costruzione diverse imbarcazioni con consegne fino al 2023”. La società è oggi in fase di consolidamento: “Stiamo investendo in attrezzature tecniche con l’obiettivo di dare sempre maggiori servizi ai nostri clienti. Vogliamo che il mercato comprenda molto bene l’offerta di prodotto di cui possono disporre, 4 brand (Columbus, Isa, Mondomarine ed Extra) con connotazioni diverse e un marchio dedicato al refit, con un network di 5 cantieri nel mar Mediterraneo”. Palumbo Superyachts dispone di architetti interni che vengono affiancati al designer di riferimento scelto dal cliente. “Lavoriamo con diversi studi a seconda delle caratteristiche specifiche del progetto. L’ultimo superyacht consegnato, Columbus Sport 50 M/Y K2, ha arredi Fendi Casa, Trussardi Casa, Bentley Home, Contardi, Paola Lenti, Maxalto e tanto altro”. Le prospettive per lo yachting italiano? “Certamente l’arrivo dei vaccini ha disteso il clima internazionale e si sta tornando lentamente alla normalità. Una politica più attenta alle infrastrutture ed ai servizi marittimi, oltre ad avere dei regolamenti ben chiari, sarebbe certamente auspicabile” conclude Palumbo.
di Andrea Guolo