Se indubbiamente le recenti edizioni del Salone del Mobile e del Fuorisalone sono state un successo, ora serve mantenere il focus. No alle aziende extrasettore che sfruttano l’occasione per spingere la propria comunicazione. Per il futuro, è necessario aprire “un tavolo di lavoro con la città”, per mettere a fuoco e dare risposta ad alcuni temi che rischiano di minare la forza della manifestazione.
Il settore dell’arredamento continua a crescere, confermando il trend del 2021: nel primo trimestre dell’anno in corso, l’incremento del giro d’affari del comparto è stato del 20%. L’intero macrosistema legno-arredo ha fatto ancora meglio: +24% sullo stesso periodo del precedente esercizio. Maria Porro, presidente di Assoarredo, del Salone del Mobile e direttore marketing dell’azienda di famiglia, intervenendo all’ottava edizione del Pambianco – Interni Design Summit, snocciola numeri più che confortanti, pur avvertendo che il contesto resta difficile, ma ricco ancora di opportunità per le aziende. Intanto, “la crescita del 2021 viene riconfermata sia in Italia sia all’estero. Si muovono in parallelo. E’ vero però, e lo dico nella veste di presidente di Assarredo e di imprenditore, che esiste un tema molto forte legato alla supply chain”. Di conseguenza proprio il picco di domanda “pone problemi sia nei tempi di approvvigionamento sia rispetto al prezzo, impazzito, delle materie prime”. Si tratta, ricorda Porro, di “un fenomeno iniziato a dicembre 2020, di cui non si vede la fine”. Colpiti dall’incremento dei costi sono “soprattutto i grandi progetti dove c’è una grandissima difficoltà a garantire il prezzo e la marginalità in un orizzonte temporale più lungo”. Insomma, se da una parte ci troviamo in un “momento di grandissima spinta e fermento”, d’altro canto “bisogna controllare la marginalità con grande attenzione”.
Cresce il digitale, +42% di registrazioni alla app del salone
Va detto innanzitutto che il mobile è reduce da un’”edizione di successo” del Salone. “Ora, anche per le prossime edizioni, servirà continuare a lavorare sulla qualità piuttosto che sulla quantità” avverte il presidente. “Il digitale, con il quale abbiamo iniziato da meno di un anno, è stato uno strumento importantissimo di avvicinamento al Salone”. E i numeri sono lì a testimoniarlo: “+42% di registrazioni alla nostra applicazione. Ora penso ci sia ancora tanto da fare. Il visitatore deve essere il nostro centro, deve essere di qualità e in grado di portare un valore aggiunto alle aziende. Per fare questo – osserva Porro – tutta comunicaizone e tutto il periodo di world map precedente alla manifestazione è fondamentale, ma serve anche creare, in sinergia con le aziende, delle occasioni , come abbiamo fatto in modo sperimentale quest’anno creando delle installazioni all’interno dei padiglioni, che fossero un punto di riferimento non solo per chi si occupa di trade ma per tutta la comunità: architetti, stampa e interior design”.
Sovraesposizione fa male al settore
Un’edizione, questa recente, che per le note ragioni legate al diffondersi della pandemia e ai temi della sicurezza ad esso legata, ha visto uno spostamento in avanti rispetto alla consueta data di giugno. Una data che “penso abbia favorito anche il Fuorisalone, perché ha permesso l’utilizzo di tante location outdoor, che altrimenti non si sarebbero potute utilizzare” nota Porro. E se, in generale, si tratta di un evento “che ha momenti di grandissimo spessore e importanza” tuttavia, fa notare il presidente del Salone, “quest’anno c’è stato un proliferare addirittura fuori controllo di questi appuntamenti”. Una sovraesposizione che fa male al settore, che invece deve mantenere la concentrazione alta sul proprio core. “Non va disperso il messaggio” chiosa. “E’ la settimana più importante dell’anno, a Milano arrivano tantissimi interlocutori, la città offre una quantità di eventi collaterali che danno ancora più enfasi all’esperienza della settimana, ma serve mantenere il focus e si deve evitare che chiunque possa approfittare del momento per spingere sulla propria comunicazione a discapito del nostro settore dell’arredamento e del design”.
Tavolo di lavoro con la città
Quel che serve poi, pensando alle prossime edizioni, è “un tavolo di lavoro con la città”. Non che il rapporto non sia stato costruttivo, ma serve di più per affrontare in particolare alcuni annosi temi che rischiano di minare la forza della manifestazione. “Il problema più grande è stato ancora una volta rappresentato dai prezzi fuori controllo degli alberghi, non svelo un segreto. Questo fenomeno deve essere controllato di più, perché ne abbiamo uno svantaggio tutti” sottolinea Porro, riferendo addirittura di persone che sono rimaste meno giorni in città per tagliare i costi, di “qualcuno ha dormito in Svizzera” e di “altri che hanno fatto avanti e indietro in treno da Roma”. A fronte di tutto ciò, “è importante che la città e tutti gli stakeholder lavorino insieme per offrire la migliore esperienza possibile. Il Salone mette a disposizione un servizio, e lo fa con grande rigore da sempre, non ha come primo obiettivo il guadagno. Chiaramente questo genera un grandissimo ritorno alla città ma c’è bisogno di mantenere il focus e non disperderlo, altrimenti ne abbiamo tutti uno svantaggio”.