Il cambiamento in Cina è visibile da un anno all’altro. Riccardo Minervini (RM Architects): stop al residenziale puro, spazio per i progetti a tema, porte aperte al made in Italy per l’ambiente living.
Qualche anno fa, Riccardo Minervini avrebbe invitato le aziende italiane a essere più veloci. Ora quell’invito non serve più. “La risposta c’è stata. D’altro lato, i cinesi vanno di fretta ma hanno anche capito che la qualità richiede un rispetto dei tempi…” Attivo in Cina da una decina d’anni, Minervini è founding partner di RM Architects a Pechino e firma di progetti quali il centro commerciale dell’aeroporto di Dalian, il Fuzhou Taijiang District Pai Wei Complex e gli interni dell’hotel della Hainan Airlines nella città di Danzhou. “Nell’ultimo anno – spiega Minervini – è cambiato davvero molto, a cominciare dall’interesse verso i contenuti luxury del design italiano. L’arrivo del Salone a Shanghai ha avuto notevole influenza in tal senso e il cambio generazionale ha fatto in resto. I giovani hanno la mente aperta, respirano e vivono lo stile occidentale, vogliono oggetti contemporanei nelle loro case”. Al tempo stesso, in Cina cambiano i piani d’architettura. È venuto meno il residenziale puro, frenato dalle scelte di governo per sgonfiare la bolla e si sono moltiplicati i progetti a tema. Minervini sta lavorando oggi su un masterplan dedicato all’enoturismo in chiave hospitality nello Hebei, provincia del nord a forte vocazione vinicola; si tratta di una winery mansion ispirata ai borghi toscani e bordolesi, reinterpretati in chiave locale. Altre tematiche in fase di sviluppo sono i ‘cinema shopping malls’ con sale polifunzionali e modulabili, che i cinesi prendono in affitto per proiezioni private con servizio catering, e le strutture specializzate in ambito sportivo o intrattenimento come il centro dedicato a scuola di volo con annesso scalo per idrovolanti e centro di ricerca IT a Weifang, altro masterplan ottenuto da Minervini. Continua intanto il business dell’hotellerie e sta invece cambiando la direzione dei progetti a spesa pubblica, con il governo impegnato nella riqualificazione delle periferie. Al tempo stesso, le licenze per spazi commerciali vengono concesse con sempre maggiori difficoltà. La Cina è cambiata, e il cambiamento ha aperto la porta all’ingresso del made in Italy non solo in chiave retail ma anche progettuale. “Stiamo lavorando abbastanza bene con marchi quali Cassina, Poltrona Frau e B&B Italia, che iniziano a trovar spazio anche in alcune torri residenziali”. Il mobile italiano diventa il valore aggiunto dell’area living, mentre per conquistare ambienti quali cucina e bagno i tempi sono ancora prematuri. Ma la Cina, si sa, ama bruciarli.
di Andrea Guolo