ItalianCreationGroup (ICG), holding industriale che opera nei settori dell’Home Design e Personal Lifestyle, mediante l’acquisizione di marchi italiani di altissima gamma, ha recentemente raggiunto un accordo volto all’acquisto della maggioranza di Valcucine, storica azienda italiana fondata nel 1980 a Pordenone dai soci Giovanni Dino Cappellotto, Gabriele Centazzo, Franco Corbetta e Silvio Verardo.
Giovanni Perissinotto e Stefano Core, fondatori di ICG, assumeranno la direzione di Valcucine, portando con sé l’esperienza e il know-how manageriale acquisito negli anni per importanti aziende multinazionali in Europa, Sud America e Asia.
L’obiettivo è quello di rafforzare la presenza del marchio in Italia e all’estero, grazie ad importanti investimenti economici e manageriali. I soci fondatori, Centazzo, Cappellotto, Corbetta e Verardo rimarranno soci minoritari con lo spirito di contribuire, con la loro esperienza decennale, alla nuova evoluzione del marchio Valcucine nel mondo. In particolare, Centazzo supporterà il nuovo azionista di maggioranza nella comunicazione e nel posizionamento del marchio Valcucine, occupandosi degli aspetti di innovazione ed ecosostenibilità. Sarà inoltre a sua cura l’evoluzione del portafoglio prodotti sotto il profilo della ricerca tecnica, ingegneristica e di rinnovamento stilistico.
L’obiettivo comune dei soci e di ItalianCreationGroup è quello di avviare una nuova fase di sviluppo di Valcucine, che da anni si distingue nel settore delle cucine e dei sistemi per la casa estetica, creatività, soddisfazione dei bisogni dell’utente all’insegna di funzionalità, ergonomia, sicurezza e rispetto per la natura, valorizzando il patrimonio di competenza, le risorse umane della società e le risorse industriali del territorio locale.
Valcucine rappresenta per ItalianCreationGroup la seconda acquisizione di maggioranza dopo Driade, nota azienda di design, avvenuta nel 2013.
Attraverso investimenti strategici, ItalianCreationGroup si pone l’obiettivo di sfruttare le grandi potenzialità dei mercati esteri e internazionalizzare nel concreto, anche attraverso investimenti in managerialità all’estero, le piccole e medie imprese del made in Italy.