Swarovski ha scelto il palcoscenico della Milano Design Week per debuttare con la prima collezione home décor disegnata in house. Questa, realizzata sotto la direzione creativa di Nadja Swarovski, esponente della quinta generazione del gruppo austriaco di cristalleria e gioielleria, nonché membro dell’executive board, include un’ampia offerta di elementi che spaziano da candele profumate a vassoi fino a portagioie e vasi, e riflette appieno il dna del brand Atelier Swarovski, attivo, appunto, nella realizzazione di gioielli, articoli decorativi per la casa e eyewear. Non solo, nell’ambito dell’installazione Swarovski Palazzo, a Palazzo Serbelloni, il brand ha anche presentato le collezioni realizzate con diversi designer quali John Pawson, che ha presentato Vessels, Patricia Urquiola con Brillo, Nendo con Tangent e Softpond e Peter Pilotto con Arbol, le quali ricadono sempre nel cappello di Atelier Swarovski.
Nella stessa cornice, Swarovski ha anche presentato le novità riguardanti la linea dedicata Swarovski Crystal Palace. “Cyanometer è un lampadario che funziona attraverso pannelli solari coperti da cristalli, i quali non solo sono in grado di rendere gli stessi pannelli più belli, ma anche più efficienti perché diffondono la luce sulla superficie come fossero una sorta di lente”, ha spiegato a PambiancoDesign la designer Marjan van Aubel, designer responsabile della realizzazione del Cyanometer. Per questo lampadario, inoltre, è stato utilizzato un nuovo tipo di cristallo, opaco, il quale ha un particolare riflesso che permette di replicare i vari colori che il cielo assume nel corso della giornata, portando quindi “la natura in casa”.
“Lavorando con Swarovski da 15 anni, comprendo bene l’interazione tra luce e cristalli, un connubio che può sprigionare una brillantezza intensa tale da illuminare una stanza, oppure puro glamour, come un gioiello”, ha spiegato Tord Boontje che, allo Swarovski Palace, sempre per Crystal Palace, ha portato la propria collezione Luminous Reflection. “Mi sono anche fatto un’idea delle nuove potenziali innovazioni nel campo, di quello che potrebbe essere il futuro del cristallo, e per la prima volta ho avuto l’opportunità di modificare la forma dei cristalli per illuminazione. Volevo un effetto di ‘luce morbida’, quel genere di luce che si può ammirare in un paesaggio velato dalla nebbia o innevato, oppure su un lago, dove i riflessi della luce danzano sull’acqua. Per me, questi lampadari celebrano veramente quella dimensione organica della luce che solo un cristallo può generare.”