Un’architettura già esistente, da reinventare. Una galleria, uno spazio di rappresentazione, un luogo dove raccontare la propria identità. Tutto questo è Glass Cube, progetto che Molteni ha affidato a Ron Gilad nel polo produttivo di Giussano.
Il risultato è uno spazio espositivo di 400 mq, fatto di vuoto, vetro e installazioni sorprendenti. Al centro, uno specchio d’acqua riflette l’immagine della nascita di un oggetto, con la natura che partecipa al processo, tra cielo e nuvole.
“Ho avuto carta bianca da parte dell’azienda – dice a Pambianco Design Ron Gilad – la struttura era pre-esistente come sala posa. Ogni stagione veniva ri-arredata in base ai diversi cataloghi prodotti. Il mio obiettivo è stato “to magnify glass”, frammentare lo spazio in singole aree per valorizzare i prodotti realizzati da diversi designer per il brand. Sono, dunque, stato una sorta di curatore che ha voluto dare un punto di vista diverso sui singoli oggetti esposti. Come nel caso del divano integrato nel soffitto e quindi visto dal basso.”
Tutto è giocato sulla sorpresa e l’inaspettato, ad esempio un cassettone di Gio Ponti viene proposto in sezione per scoprire com’è fatto e rivelarne l’anima tecnologica.
Cuore del progetto è una Wunderkammer, dove realtà e fantasia si intrecciano attraverso la tecnologia multimediale delle proiezioni 3D mapping, in un ambiente sonoro site-specific, composto da Fabrizio Campanelli ed eseguito dalla Budapest Symphony Orchestra.
“Nel Glass Cube – conclude il designer – valorizzo i singoli prodotti, non promuovo un lifestyle come accade negli showroom.”