Anche quest’anno lo studio di Renzo Piano (RPBW) apre la classifica italiana delle top società d’architettura. La ricerca realizzata dalla società Guamari di Milano vede infatti l’architetto genovese in testa, con 12,8 milioni di euro, +9,3% di fatturato rispetto al 2014, seguito poi dalla società One Works che ha chiuso l’anno con un aumento straordinario del +81,6% e Lombardini22, altrettanto forte con +72,2%. Franco Guidi AD di Lombardini22 ha infatti dichiarato: “Cerchiamo sempre di soddisfare i bisogni dei clienti e aggiungere valore ai progetti, con uno stile semplice e lineare. Questo approccio è apprezzato dal mercato e si riflette nella nostra crescita.”
Appena sotto il podio, lo studio Citterio-Viel, in classifica sia per la parte interiors che per quella architettonica. Sommando infatti il doppio fatturato degli studi, la partnership arriva a 16,6 milioni che, seppur con un lieve calo del 1,4% rispetto al 2014, farebbe ribaltare tutta la classifica. Figurano poi altri nomi famosi di architetti autori, come David Chipperfield, importante presenza straniera su terreno italiano, Daniel Libeskind altro ospite internazionale, Piero Lissoni, ma anche Matteo Thun, Fuksas e De Lucchi. Per arrivare a uno studio di design bisogna scendere al quindicesimo posto con lo Studio Urquiola, che ha registrato +46,6%.
Se si parla invece di architettura di lusso, da segnalare il percorso dello Studio Baciocchi, tra i primi nella classifica relativa al 2014, ma attualmente in perdita e in via d’assorbimento da Prada. Ci sono poi altre realtà che fanno convivere architettura, design, ingegneria e tecnologia e su queste spicca PininFarina Extra con un buon 22% di crescita, ma non si lascia rallentare neanche Giugiaro Architettura, quest’anno cresciuta 8 volte rispetto al passato.
Il 2015, secondo l’analisi quindi, è stato un anno decisamente positivo per la progettazione architettonica e di design, che ha raggiunto 190 milioni complessivi di fatturato, + 14,4% rispetto all’anno precedente. Importante la quota di fatturato estero, stimata in una media di 23,7% ma che per alcuni casi può arrivare ad essere la maggior parte del fatturato totale.