Presente sul mercato internazionale da diverso tempo, l’azienda piemontese Abet Laminati spegne quest’anno 60 candeline, confermandosi tra le più importanti realtà produttrici di laminati plastici decorativi.
Era la fine degli anni ’50 quando a Bra si aprivano i battenti di una fabbrica che avrebbe cambiato il modo di progettare l’interior design e non solo. L’invenzione del laminato infatti si è dimostrata fin da subito una realtà all’avanguardia decisiva nella progettazione degli arredi ma anche delle grandi costruzioni, tanto che solo 15 anni più tardi Giò Ponti lo definì uno “straordinario materiale per l’architettura, il primo non legato alla natura ma elaborato dall’uomo”. La naturale inclinazione aziendale a dare forma alle culture contemporanee si è concretizzata nel corso degli anni nelle tantissime collaborazioni con alcuni dei nomi più significativi e iconici del design italiano e internazionale. Giorgetto Giugiaro, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Mario Bellini, Enzo Mari, Joe Colombo, Francois Burkhardt, Paola Navone, Karim Rashid, Konstantin Grcic, Ugo Nespolo, Giulio Iacchetti e molti altri. Una menzione speciale va fatta alla straordinaria apertura dell’azienda che ha sostenuto sul finire degli anni Settanta il gruppo Alchymia e poi Memphis nei primi anni Ottanta, vere e proprie rivoluzioni di stile e di visione che hanno fatto la storia del design internazionale. “Abet si è distinta sempre per il livello d’immagine e comunicazione, innovazione e ricerca. Ci siamo sempre rivolti a designer e architetti, perché pensiamo che sia questa la chiave di volta” ha dichiarato Alessandro Peisino, Direttore Marketing e Comunicazione di Abet Laminati a Pambianco Design. Ed è proprio grazie a questo approccio che il laminato ha assunto nel corso delle decadi, una propria identità, distinguendosi dagli altri materiali artificiali e permettendo ai designer e agli architetti continue nuove reinterpretazioni. L’animo internazionale dell’azienda l’ha portata ad essere presente e solida su diversi mercati, come racconta Peisino: “Fino a pochi anni fa, lavoravamo molto con tutto il Nord Europa, il cosiddetto Benelux, oggi ormai c’è un’apertura tale che ci porta ad essere molto forti in Centro America e in Sud America, così come negli Stati Uniti e in Canada, sta andando molto bene la Francia e stiamo entrando in Russia con certificazioni specifiche. Siamo presenti con delle consociate e con un sistema di stoccaggio che ci permette di velocizzare i tempi. Dall’altra parte, il mercato asiatico risulta essere invece molto complesso, anche se ci siamo da 20 anni.
Oggi c’è una competizione più accesa con le nuove aziende locali che hanno prezzi molto più contenuti. In quell’area lavoriamo su progetti speciali e diversifichiamo il nostro know-how”. Oggi l’azienda, che ha chiuso il 2016 con un fatturato di 175 mln di Euro (di cui 65% estero e 35% in Italia), ha una produzione pari a 25 mln di mq all’anno, è 100% made in Italy, è presente in ben 93 paesi e si accinge a festeggiare i suoi primi 60 anni di attività. Un traguardo sicuramente importante che vedrà la sua massima espressione nell’esposizione temporanea in Triennale prevista durante la settimana del design curata e ideata da Paola Navone, art director dell’azienda. Costruita secondo un percorso storico, la mostra ripercorrerà le 6 decadi della storia di Abet raccontandole attraverso i prodotti e le loro evoluzioni, portando in scena un pezzo della storia del design, come succede nel Museo Abet Laminati, aperto nel 2013 a Bra, dove sono esposti 134 prezzi storici realizzati in laminato. “Nell’occasione della mostra presenteremo anche una nuova app che abbiamo sviluppato che permetterà ai progettisti di creare la propria stampa digitale, combinando i diversi layers della collezione” ha anticipato Peisino. Durante l’ultima edizione del MADE invece, l’azienda ha presentato le ultime novità sia sul fronte exterior come il MEG (Material Exterior Grade), ideato espressamente per le facciate ventilate che l’Abet Digital, un’ulteriore evoluzione della stampa digitale, che l’azienda ha lanciato per prima sul mercato più di 20 anni fa. “Per l’interior oggi stiamo puntando tutto su Polaris, un nuovo materiale rivoluzionario caldo e morbido, resistente ai graffi, anti-impronta, frutto della ricerca stilistica e tecnica che portiamo avanti in azienda fin da principio” ha continuato Alessandro Peisino. La tendenza generale, sia nei cromatismi che nelle texture, è un ritorno alla naturalità della pietra e questa cambio di rotta se prima ha interessato le pareti interior ora trova largo mercato anche sulle pareti esterne con 15 mln di combinazioni tra texture, decori, spessori e formati. Si può dire quindi che non esista più un unico core business per il laminato, perché oggi è un materiale applicato non più solo alla nicchia originaria (la cucina), ma è presente su treni, ospedali, navi, facciate, pavimenti, boiserie, tavoli: “Noi stiamo investendo in particolar modo sulle facciate ventilate che è un settore in netta crescita aiutato dalle normative edilizie e dalle normative sul consumo energetico, – ha affermato Peisino continuando – lavoriamo in questo senso soprattutto nel contract ma anche nel privato, e nascono progetti sempre più interessanti che vanno oltre il discorso decorativo e che ci vengono direttamente commissionati dai progettisti”. In questo senso infatti il percorso tra l’azienda e i designer o architetti si è fatto sempre più circolare e le suggestioni che nascono diventano elementi fondamentali per proseguire la ricerca in azienda verso nuovi materiali e nuovi prodotti.
di Costanza Rinaldi