Un progetto in costante evoluzione che porta la firma di un’archistar internazionale i cui progetti sono presenti da New York a Londra, da Los Angeles a seoul. Lo Yacht Club Costa Smeralda è ora un luogo polivalente sviluppato su un volume complessivo di 18 mila metri cubi.
C’è lo studio dell’architetto newyorkese Peter Marino dietro al progetto di restyling e ampliamento della Clubhouse di Porto Cervo. Dal 2000 al 2002 la Clubhouse è stata oggetto di un intervento che l’ha trasformata in quella che oggi è considerata una delle più belle, moderne e funzionali strutture nel suo genere. Il progetto architettonico ha richiesto un notevole impegno: un volume complessivo di 18 mila metri cubi fuori terra su una superficie di circa 6 mila metri quadrati; oltre a 3.700 metri quadrati per il piano garage e 2 mila per l’ampia “Piazza Azzurra”. Lo scopo della ristrutturazione non è stato solo quello di offrire una maggiore capacità organizzativa per soddisfare le necessità degli eventi sportivi e del Corpo Sociale, ma anche di disegnare un nuovo look che racchiudesse comfort, intimità ed eleganza. Nei suoi primi dieci anni di vita, dal 1967 al 1977, lo Yacht Club Costa Smeralda ebbe sede all’interno della “Maison du Port” che fu il primo edificio di Porto Cervo, eretto sulla banchina di quello che oggi viene designato “porto vecchio”. Una location di grande fascino ma che con l’aumentare delle attività sportive e sociali non offriva aree sufficienti. Le cerimonie di premiazione delle regate, per esempio, avvenivano in piazzetta, la sala stampa era allestita al Cervo Tennis Club e per i soci non c’erano spazi adeguati per definire ambienti di convivialità e di relax. Da questa necessità l’idea di realizzare e successivamente ampliare la Clubhouse costruita sul lato opposto della baia, di fronte ai moli della Marina Nuova, e che nel 1979 fu dotata di una foresteria con quattro suite e tre camere da letto che si affacciavano sulla piscina. “Il mio proposito – racconta Peter Marino – è stato quello di ricreare iconograficamente la lucente sofisticatezza di un largo e moderno yacht sul punto di allontanarsi dal promontorio roccioso sul quale il Club è situato verso il mare aperto. Per migliorare la circolazione nell’area della Marina, l’intero livello pedonale dei negozi e l’ingresso del Club sono stati sollevati di un piano sopra il passaggio stradale, che ha reso possibile creare “Piazza Azzurra”. Questa nuova piazza è rivestita di granito sardo e gioiosamente decorata con diagonali di pietre colorate: perfetta per ospitare il podio delle premiazioni degli eventi sportivi e spazio ideale per nuovi negozi e un moderno lounge bar per lo svago di soci e velisti. Ho disegnato gli interni del Club facendo uso degli stessi elementi di teak e stucco utilizzati per gli esterni. Il pavimento in teak si adatta alle più svariate funzioni.
Il nuovo ingresso è pavimentato di ceramiche bianche e blu; i tessuti sono stati disegnati e creati appositamente per noi e riprendono i toni di bianco e blu che caratterizzano il Guidone”. Nel periodo di apertura, quello della lunga estate mediterranea che va da maggio a fine settembre, la Clubhouse, aperta solo ai soci e ai loro ospiti, è un’oasi di totale relax e privacy. Il pregio degli ambienti comprende anche una Members’ Lounge con bar, ristorante interno ed esterno sull’ampia terrazza con piscina. Il valore dell’ospitalità esclusiva è espressa dalle 24 suite, ciascuna con terrazza privata e vista sul mare. Nel 2016 è stata inaugurata una Presidential Suite sull’attico dell’edificio, con un’area di 700 metri quadrati equamente distribuiti tra spazi interni ed esterni. La Clubhouse ospita inoltre la Blu Mediterraneo SPA che comprende zone relax, cabine dedicate ai trattamenti benessere e bellezza, una zona umida corredata da hammam e sauna, un’area per l’aromaterapia, oltre a una boutique che offre esclusivi prodotti di bellezza. Per tutte le sue prerogative stilistiche, di servizi e di amenità, i soci della Clubhouse dello Yacht Club Costa Smeralda lo vivono come se fosse la loro dimora. Per esaltare le virtù della Clubhouse, l’Aga Khan ha messo a disposizione del Club la sua collezione di modelli di barche a vela, dipinti, sculture e antiche e rare carte geografiche. E nel 2013, il Principe ha voluto donare al Club anche reperti geologici. L’Oceano più remoto e misterioso è protagonista di alcuni spazi interni per mezzo di testimonianze naturali che sono simbolo supremo del mare primordiale. I “Pecten Slabs” esposti, sono pannelli fossili di dimensione fino a 2,5 metri quadrati e settecento chilo-grammi di peso ciascuno, estratti dalla roccia là dove in ere antichissime c’era il mare. Nel loro candore sono incastonate conchiglie, crinoidi, ricci di mare e ammoniti che risalgono anche a 180 milioni di anni fa: opere d’arte naturali capaci di trasmettere un forte messaggio emozionale.
di Paola Cassola