Molteni&C. ha realizzato una mostra all’interno del suo Glass Cube di Giussano esponendo le committenze fotografiche (Visual Art) che hanno fatto da contrappunto a ogni edizione del Salone del Mobile, raccolte in un decennio all’interno di M&C, il giornalone multiculturale e plurale bilingue inventato da Luca Meda divenuto magazine e testata registrata.
Un progetto inaugurato nel 2006, ideato e curato da Cristiana Colli. “Si tratta di lavori di autori diversi che si sono confrontati in anni diversi con una committenza imprenditoriale d’impresa – ha spiegato Colli – Non è semplice parlare di aziende e prodotti senza sembrare commerciali, qui si è tentata una strada diversa che appartiene all’identità di Molteni e all’identità del museo inaugurato nel 2015. Questa mostra interviene in un luogo preesistente che è Glass Cube, che da oggi abbiamo rinominato Floating Cube per connettere la community Molteni con lo spirito del tempo”.
Così la Quadreria Contemporanea è l’insieme di esperienze e opere che contraddistinguono questa collezione e che arriva all’interno del Compound industriale che dal 2015 ospita anche il Molteni Museum, presentata in un allestimento site specific per Glass Cube, chiamato “Floating Cube”, con il concept espositivo di Ron Gilad. “Ciò che mi ha sempre colpito di Molteni – ha affermato Gilad – è l’idea che un’azienda industriale investa in cultura e che supporti temi che vanno al di là della produzione degli oggetti quotidiani. Ho capito che l’industria può essere mecenate per l’arte”.
“In questo progetto specifico la sfida è stata creare una galleria in un ‘non-luogo’, ho dunque pensato di creare uno scenario alle opere esposte che fosse un cubo dentro un cubo, una stanza sospesa senza entrata e senza uscita, uno spazio inaspettato per l’arte – ha proseguito Gilad – Uno spazio in uno spazio che esiste, inaspettato e flottante su qualche centimetro d’acqua. Un volume quadrato atterrato al centro della struttura che diventa art gallery, e che si fa edizione di Glass Cube”. Il progetto di Ron Gilad trasforma lo spazio espositivo, accoglie l’impaginazione delle immagini, concede a questa forma essenziale e monolitica di farsi piattaforma di contemplazione, anche per il tramite di una distanza tra visitatore e opera che mantiene quell’intimità pubblica all’origine del progetto e della committenza fotografica.
Venti le opere fotografiche in mostra, con altrettanti prodotti Molteni&C come protagonisti, realizzate da Paola De Pietri (2007), Francesco Jodice (2008), Antonio Biasiucci (2009), Olimpia&Miro Zagnoli (2010), Alessandra Spranzi (2011), Barbara Probst (2012), Davide Pizzigoni (2013), Botto&Bruno (2014), Mario Carrieri (2015), Olivo Barbieri (2016).